In questi anni di viaggi verso i quattro angoli del globo, il prodotto italiano che ho visto praticamente in ogni Paese – tralasciando la pizza artefatta a seconda dei gusti locali – è la Nutella e domani, domenica 5 febbraio 2023, si celebra il World Nutella Day. Approfittiamo per raccontarvi qualcosa in più di quanto si trova in questo barattolo che ha conquistato il mondo.
Domani, domenica 5 febbraio 2023, si celebra il World Nutella Day. La prima edizione di questa festa fu ideata dalla food blogger americana Sara Rosso nel 2007 cedendola poi all’azienda FERRERO nel 2015. Il 20 aprile, fra poco più di due mesi, ricorrerà invece il 59° anniversario della commercializzazione della Nutella, la crema gianduia spalmabile di nocciole e cacao più famosa, probabilmente la più imitata e senza dubbio la più venduta al mondo. Come dire: «59 anni e non sentirli».
Nutella, le origini
Inventata da Michele Ferrero fondatore dell’omonima industria dolciaria con sede ad Alba in provincia di Cuneo, fu commercializzata per la prima volta nell’aprile del 1964 al prezzo di 160 lire (il marchio, tuttavia, era già stato depositato nell’ottobre dell’anno prima) come evoluzione di una precedente crema denominata Pasta Giandujot e successivamente SuperCrema entrambe ideate alcuni anni prima dal padre Pietro. Il nome deriva dal sostantivo nut, che significa nocciola in inglese, mentre il suffisso italiano –ella fu aggiunto per ottenere un nome orecchiabile. Nei primi mesi di vendita venne utilizzato lo stesso contenitore della SuperCrema (probabilmente per smaltire le giacenze di magazzino) fornito di un coperchio in metallo dorato, sebbene le prime pubblicità riportassero una confezione con un coperchio rosso. Risale all’anno successivo, nel 1965, la forma dell’attuale e iconico barattolo in vetro.
Attualmente Nutella è disponibile in diversi formati: dal blister monoporzione da 15 g, al bicchiere da 200 g, ai vasetti in vetro da 25 (il più piccolo), 450, 630, 750 e 925 g fino al secchiello da 5 kg destinato alla ristorazione, anche se nel 2016 – per un periodo molto limitato – venne distribuita addirittura una confezione da 7,5 kg destinata alle gelaterie. Se da un lato può essere annoverata come prodotto di eccellenza del sistema produttivo ed economico nazionale (nel 2014, in occasione del 50° anniversario della realizzazione, Poste Italiane emise addirittura un francobollo), in realtà di italiano ha ben poco. Solo i vasetti in vetro, infatti, sono Made in Italy, quantomeno per la produzione destinata al mercato interno. Nei nostri negozi di alimentari e nella GDO troviamo infatti, oltre alla Nutella prodotta nello stabilimento di Alba, anche Nutella francese, tedesca e polacca.
Gli ingredienti della Nutella
Nonostante la ricetta della Nutella sia composta da appena 7 ingredienti (zucchero [50%], olio di palma [20%], nocciole [13%,] latte scremato in polvere [8,7%], cacao magro [7,4%], lecitina di soia, vanillina) per produrre le quasi 400.000 tonnellate che ogni anno escono dagli 11 stabilimenti Ferrero sparsi nel mondo (il più grande si trova ia Villers-Ecalle vicino Rouen, nel nord della Francia, da dove partono annualmente 600.000 barattoli di Nutella; un quarto della produzione mondiale della celebre crema spalmabile) destinate ai mercati di 160 paesi, è necessaria una complessa operazione di logistica intercontinentale che coinvolge fornitori dislocati in 5 diversi continenti.
Zucchero dal Brasile e dall’Europa
Di tutto lo zucchero prodotto nel mondo solo il 20% è ottenuto dalla barbabietola – il rimanente 80% è ricavato dalla canna da zucchero – il Brasile è il leader producendo la stessa quantità dei rimanenti 9 paesi presenti nella top 10 dei maggiori produttori. In Europa il “podio di zucchero” è occupato nell’ordine da Francia, Germania e Regno Unito. Nel nostro paese la lavorazione saccarifera è diminuita di poco meno dell’80% dal 2006 ad oggi, attualmente con solo 2 stabilimenti industriali. Per la produzione della Nutella, a livello globale, lo zucchero è indicativamente all’80% di barbabietola e al 20% di zucchero di canna raffinato.
Olio di palma dalla Malesia
La Malesia ne esporta annualmente circa 40 milioni di tonnellate. Da qualche tempo, tuttavia, si sta cercando di limitare il più possibile la diffusione di questo tipo di coltura per via dei rischi di natura cardiovascolare (e non solo) che questo olio comporta. Nutella è prodotta con olio di palma proveniente all’80% dalla Malesia e la rimanente parte da Indonesia e Papua Nuova Guinea.
Nocciole dalla Turchia
Per la Nutella si usa il 25% delle nocciole del mondo. FERRERO è il maggior acquirente di nocciole a livello globale ed utilizza i frutti dei noccioli cresciuti in Italia solamente per la produzione delle praline Rocher (nello specifico la Tonda Gentile delle Langhe). Il barattolo di Nutella da 630 grammi – il formato più classico – contiene circa 85 nocciole, tutte provenienti dalla Turchia che con la sua produzione riesce a soddisfare l’80% del fabbisogno mondiale.
Latte scremato in polvere (provenienze diverse)
Il latte in polvere è utilizzato nel cioccolato e nei prodotti dolciari per ragioni tecniche. La qualità dipende principalmente dalla qualità del latte fresco da cui deriva. Generalmente il latte scremato proviene da latterie relativamente vicine agli stabilimenti di produzione FERRERO. Occorrono circa 10 litri di latte per produrre 1 chilogrammo di latte in polvere.
Cacao dall’Africa Occidentale
Ferrero acquista il cacao per i propri prodotti dalla Costa d’Avorio e dal Ghana che insieme coprono il 60% dell’intera produzione mondiale. Per entrambi i Paesi le esportazioni dei pregiati semi viola costituiscono una voce importante nelle esportazioni: rispettivamente il 40% e il 30% del valore totale.
Lecitina di soia dal Brasile
La lecitina di soia è usata come emulsionante nell’industria alimentare per la preparazione di salse, creme, barrette proteiche, margarine, gelati. Il Brasile si colloca al secondo posto nel mondo come produttore preceduto solo dagli Stati Uniti.
Vanillina dalla Cina
Considerato il costo elevato della vaniglia naturale, l’aroma è ottenuto in maniera sintetica con l’impiego della vanillina.
Occorre inoltre dire che, a seconda dei mercati, gli ingredienti variano leggermente, cosicché sotto l’invariata etichetta Nutella si consumano creme che riflettono una ricetta in funzione dei gusti dei clienti locali. La Nutella americana, ad esempio, è più dolce e fluida di quella venduta in Europa, il cui sapore di nocciola è più marcato. Non si può definire un caso o una coincidenza il fatto che nel linguaggio corrente il nome Nutella si sia trasformato in un deonimico indicante, seppure impropriamente, qualsiasi crema gianduia spalmabile.
Con il 50% dell’intero volume di vendite, Nutella rappresenta la principale attività della multinazionale di Alba – il core business, come è divenuto di moda dire dall’inizio del XXI secolo – che fa di FERRERO la terza maggiore azienda dolciaria su scala mondiale con più di 38.000 occupati, dopo Mars Inc. e Mondelēz International. Non male per una bottega di dolci fondata in una cittadina piemontese nel 1946.
Nonostante il mercato offra sempre più creme spalmabili al cacao e nocciole di qualità elevata, prive di olio di palma e lecitina, con un minore contenuto di grassi saturi e forse anche meno caloriche («La Nutella è l’oppio delle culone» sostiene la conduttrice Geppi Cucciari), rimane a tutt’oggi la preferita dai clienti di tutto il mondo e poco importa delle accuse e degli scandali sollevati qualche anno fa: Ferrero non ha mai smesso di macinare nocciole …e neppure guadagni. Per Nutella, quindi, tutto fila ancora liscio come l’olio. Di palma, ovviamente.