Si è concluso il Vinitaly 2024 con un rinnovato successo dal punto di vista organizzativo e di presenze. In quattro giorni tante le attività svolte all’interno dei diversi padiglioni, molte le novità del mondo vino e i trend di mercato che si stanno delineando e di cui si è parlato. Noi di Radio Food abbiamo trascorso un paio di giorni a Verona e vi diamo il nostro punto di vista.
Vinitaly and the City con Carpineto
Venerdì 12 aprile è stata la giornata che ha dato il via al Vinitaly and the city, ovvero il fuori salone Vinitaly, con un programma ricco di eventi. Complici la temperatura, la città si è subito animata, numerose le persone che hanno preso parte al Vinitaly and the City che si è svolto principalmente nel cuore della città, tra Piazza dei Signori e Torre dei Lamberti. A Piazza Erbe, presso la boutique Ottod’Ame, si è svolta la degustazione della cantina Carpineto, azienda storica, all’interno del comune di Greve in Chianti, gestita dalle famiglie Sacchet e Zaccheo, che quest’anno ha preso parte ad OperWine, rientrando tra le 100 cantine selezionate per questo evento di prestigio. In particolare abbiamo degustato il Dogajolo Toscano Rosso 2021, (70% Sangiovese e 30% Cabarnet Sauvignon), chiamato Baby Super Tuscan per la sua versatilità e facile beva, presente anche la linea di punta dell’azienda con n blend di Chardonnay, Sauvignon e Grechetto e un rosato di Sangiovese con una piccola punta di Malvasia. Carpineto è stata tra le prime aziende in Toscana a produrre lo spumante, come ci racconta Zaccheo stesso, che ci svela le origini Bellunesi del fondatore Giancarlo Sacchet: “Acquistò un’autoclave nel 1982 e ad oggi produciamo quattro spumanti, tra cui il Farnito Brut Carpineto, uvaggio Chardonnay in purezza, metodo Charmat lungo, uno spumante raro e Limited edition”.
Un viaggio alla scoperta dei vini calabresi con Guglielmo Gigliotti
Da domenica 14 aprile è iniziato ufficialmente il Vinitaly svolto come ogni anno presso Veronafiere. Presso il Padiglione Calabria, Guglielmo Gigliotti per la nostra testata giornalistica insieme a Giuseppe Carrus del Gambero Rosso, hanno condotto una Masterclass molto interessante dal titolo “Dal Pollino alla Sila, da Sibarys a Laos” . Un viaggio alla scoperta di vitigni autoctoni d questa parte di Calabria, dal magliocco dolce al pecorello, dal mantonico al greco bianco, ancora poco conosciuti, ma capaci di dar vita a vini eccezionali, come quelli degustati di piccoli produttori come le aziende Le Conche, Colacino, Ferrocinto.
Donne del Vino a Vinitaly
Nel Padiglione 10 ha fatto il suo debutto il progetto “Essenze di Vite”, concepito per valorizzare il talento e la competenza delle donne sommelier, promuovere la loro presenza nel settore vinicolo e offrire opportunità professionali alle giovani aspiranti. Questo rappresenta il 36° anno di partecipazione delle Donne del Vino all’importante manifestazione veronese. L’iniziativa prevede la formazione gratuita di sette giovani donne, selezionate in collaborazione con gli Istituti Alberghieri e Turistici, le quali avranno l’opportunità di seguire i tre livelli del corso per sommelier, ottenendo una formazione di alto livello nel mondo del vino. Questo progetto si propone di valorizzare il talento e la competenza delle donne sommelier, di incrementare la loro presenza nel settore vinicolo e di offrire opportunità professionali alle giovani che ambiscono a un futuro nel campo. L’iniziativa è nata per commemorare due donne del vino, Donatella Briosi e Marisa Leo, vittime di violenza.
Premio Forbes
Un momento importante da menzionare è il prestigioso premio “ICONIC WINES & WINERIES – ECCELLENZA ITALIANA 2024 DI FORBES”, conferito a Dominga Cotarella, amministratore delegato della celebre azienda Famiglia Cotarella, che con il suo amore per il territorio ha saputo creare un equilibrio unico tra tradizione e innovazione. Il riconoscimento è stato consegnato dal Ministro all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, insieme all’AD di BFC Media, Nicola Formichella. Accanto a Dominga Cotarella, sono state premiate altre produttrici italiane, ciascuna riconosciuta per una strategia di successo specifica. Il Premio, ideato da Forbes in collaborazione con la Wine Educator & Consultant Cristina Mercuri, si propone di mettere in luce le eccellenze del settore vinicolo italiano, fungendo da ponte tra le aziende e le istituzioni, e raccontando le storie dietro i vini iconici del Made in Italy.
I trend di questa edizione: i vini dealcolati
I principali dibattiti emersi quest’anno nel settore vinicolo si concentrano sulle nuove generazioni e sul cambiamento che il settore sta attraversando. Federvini ha messo in evidenza i valori del vino italiano, che genera un valore aggiunto pari a 14,8 miliardi di euro confermandosi leader nel trend dell’export. Nel 2023, i principali mercati mondiali hanno ridotto significativamente le importazioni rispetto al 2022, ma le esportazioni italiane hanno retto molto meglio rispetto a Francia, Spagna e Cile. Negli Stati Uniti, un mercato tradizionalmente dinamico e all’avanguardia delle tendenze, si è registrata una crescita significativa dei vini dealcolati rispetto a due anni fa. Tuttavia, i vini a basso contenuto alcolico hanno subito una flessione negli ultimi due anni, nonostante rappresentino un giro di affari superiore ai 2 miliardi di euro all’anno. In Europa, il mercato tedesco ha mostrato un particolare apprezzamento per gli spumanti dealcolati, con vendite che raggiungono quasi i 60 milioni di euro, anche nel Regno Unito, gli spumanti a ridotto contenuto alcolico stanno registrando un segno positivo. In Italia, la produzione di vini dealcolati o parzialmente dealcolati si scontra con diverse complessità normative e obblighi di etichettatura, poiché le imprese non possono ancora elaborare il prodotto negli stabilimenti vinicoli e non sono state fornite indicazioni agli operatori sul regime fiscale. In breve, il prodotto può essere commercializzato anche in Italia, ma i produttori italiani non possono ancora produrlo direttamente.
Le nuove generazioni
Un’indagine condotta da Swg, istituto di ricerca, ha rivelato un collegamento significativo verso la tendenza ai vini dealcolati e le nuove generazioni, che rappresentano il target principale per la riduzione dei problemi legati all’abuso di alcol. La generazione Z, in particolare, mostra un grande interesse per prodotti che rispondano alle esigenze di un pubblico sempre più “sober curious”. Difatti questo calo è legato all’orientamento salutista delle giovani generazioni e alla forte concorrenza delle nuove bevande a basso contenuto alcolico. Quanto ai consumi out of home, in Italia nel 2023 il vino ha assunto un ruolo centrale, registrando una crescita dell’1% rispetto all’anno precedente. I vini fermi e frizzanti insieme rappresentano il 19% del totale delle bevande consumate fuori casa e il 33% di quelle alcoliche. Inoltre, c’è una crescente attenzione alla sostenibilità sempre legata all’importanza per i giovani verso uno stile di vita più salutare e una sensibile attenzione per la salvaguardia dell’ambiente, che si riflette anche nella crescita della superficie di terra coltivata per l’uva da vino secondo metodi biologici, registrando un aumento del 163% rispetto al 2010.