Per noi popolo di stressati, fagocitati dai ritmi delle metropoli e del lavoro, il pensiero di un’oasi di silenzio, pace, tranquillità, un luogo lontano da tutto e tutti è probabilmente il più ricorrente nella nostra mente. Ed allo stesso tempo il più difficile da realizzare, proprio per gli ostacoli che le grandi (ed inefficienti) città ci propongono quotidianamente. Ma, in alcuni fortunati casi, riusciamo a ritagliarci un paio di giorni per lasciarci alle spalle stress e preoccupazioni. È per una volta ciò è accaduto a me, quando ho scoperto Vinilia Wine Resort.
Vinilia è un Castello, un’antica dimora degli inizi del ‘900, epoca in cui era destinata ad essere la residenza estiva di una nobile famiglia di Manduria. Siamo quindi in Puglia o meglio, in una delle tante, differenti, Puglie, la cui unione rende unica una terra viva ed in continua evoluzione.
Il Castello ed il restauro
Il castello è oggi, grazie a Marika e Simona Lacaita, una splendida residenza grazie ad una importante e raffinata attività di restauro conservativo, un riferimento nella contrada Scrasciosa, nel cuore del Salento, nella zona degli ulivi e del Primitivo. Vinilia non è solo un castello ma anche una azienda agricola che produce cinque etichette di vini biologici.
La dimora ha ora un fascino incredibile esplicato dai materiali recuperati, dagli elementi d’arredo in perfetta armonia anche se di stili completamente diversi, dalle eleganti camere, dalla zona all’aperto che comprende anche l’orto che consente alla brigata di cucina di caratterizzare il sapore dei piatti, da alcuni mobili in ferro battuto estremamente originali e realizzati dall’azienda di famiglia. Ogni sala ha una sua atmosfera, ogni momento della giornata è scandito dalle attenzioni del personale, professionale, presente, preparato e sorridente.
Ascolta il podcast dell’intervista a Monica Caradonna su EGO Festival
Il ristorante Casamatta
Non poteva mancare in un luogo del genere, una proposta gastronomica di alto livello. Casamatta è un elegante ristorante affidato al talento ed all’esperienza di Pietro Penna, chef formatosi prima nella cucina di Sergio Mei al Four Season di Milano e successivamente al fianco di Eric Briffard al George V, due Stelle Michelin di Parigi. Sapori mediterranei, prodotti locali e dell’orto di cui abbiamo parlato in precedenza, la tecnica francese per realizzare piatti che hanno il gusto quale protagonista principale.
Un menu alla carta strutturato su cinque piatti per ogni portata (antipasto, primo, secondo e dessert), due percorsi di degustazioni da cinque e sette piatti, una brigata formata da 4 capi partita e 3 stagisti ed un cambio di menu che diviene sostanziale in primavera ed autunno e più lieve in inverno ed estate.
La prova d’assaggio
La sala è in linea con il resto del resort, e quindi contraddistinta di eleganza e raffinatezza. Le luminarie a creare atmosfera nel corso del servizio serale, la mise en place curata nel dettaglio, la ricerca di originali stoviglie, un servizio di Sala puntuale ed empatico. E naturalmente i piatti.
Una partenza con piccoli bocconi di tecnica e gusto, che propongo materie prime e sapori di Puglia. E poi le portate principali, con Tonno e tonno, lattuga, grano saraceno e salsa barbecue, un insieme di consistenze e di contrasti ben riuscito.
Omaggio a Milano (Tortelli di ossobuco, zafferano e crema di Parmigiano) delizia il palato, lo accarezza, lo conforta e fa nascere inevitabilmente la voglia di fare la “scarpetta” per non perdere nulla della golosa salsa di condimento.
Giunge poi in tavola l’Agnello arrosto con camomilla, carciofo e lampascioni, che lascia inizialmente interdetti per la mancanza di croccantezza nella parte esterna, ma poi quando si porta alla bocca il lampascione fritto tutto ha un senso, tutto acquisisce intensità, i sapori e le consistenze si uniscono e divengono armoniche.
Si giunge quindi al dessert Cioccolato con sorpresa che per un goloso di questo ingrediente è chiaramente un must, e si chiude con la piccola pasticceria, di ottimo livello.