A tutela dei consumatori arriva il marchio che certifica la birra artigianale
Sono le 15 di un sabato di metà ottobre e il quartiere Eur affoga letteralmente in litri di birra offerta nel maxi evento EurHop Roma Beer Festival, il salone internazionale della birra artigianale organizzato da Publigiovane Eventi e dallo storico pub Ma Che Siete Venuti a Fa’, che ha ormai superato il traguardo della sesta edizione e guarda già al prossimo anno, con numeri da fare impallidire anche le sacre piazze del buon Papa Francesco. Si sa, i frati sono amanti e abituali produttori di una tra le bevande più antiche al mondo e dunque, non ce ne vorranno i più devoti se in queste prime righe facciamo appello al Santo Padre. Circa ventiduemila ingressi, appena diciannovemila litri profusi e cinquantaquattromila birre distribuite: questi i numeri dell’edizione 2017 e ci sarà d’attendere ancora qualche giorno per conoscere quelli del 2018, anche perché sfidiamo qualsiasi organizzatore di festival della birra, a superare brillantemente gli impegnativi hangover da luppolo fresco. Scherzi a parte, all’EurHop non ci si sballa mica! All’EurHop si varca la soglia del santuario birresco più grande d’Italia, con ogni probabilità, il giro di birre più incredibile che abbiate mai visto. Ottocento tipi di birre artigianali, rigorosamente selezionate e giunte da tutto il mondo solo su invito di palati sopraffini, come quello di Manuele Colonna. E quale miglior teatro se non quello andato in scena dal 12 al 14 Ottobre al Salone delle Tre Fontane, per la presentazione del marchio Unionbirrai?
Un marchio registrato a tutela dei birrifici indipendenti italiani, che certifica l’artigianalità e l’indipendenza del birrificio e del prodotto, un logo di certificazione presentato dall’associazione di categoria omonima. Una vera e propria esigenza quella dell’associazione, dato il proliferare sugli scaffali dei supermercati di birre cosiddette crafty, nient’altro che prodotti industriali che cercano di emulare l’artigianalità delle birre autentiche. “Ecco perché – spiega Vittorio Ferraris, presidente di Unionbirrai – oggi diventa indispensabile individuare un marchio di riconoscibilità che tuteli sia il settore produttivo artigianale, sia i consumatori”. Un vero e proprio strumento dunque, nato per far sì che i prodotti richiedenti siano categoricamente adempienti di tutti i parametri necessari a definire un prodotto artigianale e indipendente (e non simil tale). Il marchio, registrato lo scorso 5 Ottobre, sarà rilasciato dall’associazione ed avrà diritto di revoca in caso di non aderenza al regolamento.
Un piccolo grande traguardo tutto italiano, poiché il nostro Paese è tra i primi al mondo ad adottare strumenti di salvaguardia della qualità, come il neonato sigillo di artigianalità. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito www.unionbirrai.it .
Se siete produttori in erba e pensate che il vostro prodotto sia meritevole di considerazione, non esitate a chiedere informazioni a Ferraris e i suoi, un’associazione di intenditori e amatori di un settore sempre più in espansione e mosso da profonda passione per la birra e le sue storie.