È stata finalmente approvata in via definitiva dal Senato la legge che prevede nuove disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico. Esclusa la pratica biodinamica dal testo. Vediamo quali sono le novità e cosa succede ora.
Il Senato ha approvato in via definitiva, con 195 voti favorevoli, nessuno contrario e 4 astenuti, il ddl Agricoltura con metodo biologico. La legge che prevede nuove disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico, dopo modifiche e rimandi ha incassato l’ok finale di palazzo Madama. Una “giornata storica” per il sottosegretario alle Politiche agricole Francesco Battistoni. “Dopo 13 anni di attesa il nostro Paese ha finalmente la sua legge sul biologico”. Durante l’iter molte le perplessità espresse dagli scienziati, dubbi e critiche che avevano trovato ascolto da parte del capo dello Stato sulla pratica di agricoltura biodinamica, inizialmente equiparata a quella biologica, ma che ora è stata eliminata dal testo.
Le novità
Secondo la legge, la produzione biologica viene definita attività di interesse nazionale con funzione sociale e ambientale. L’Autorità nazionale in materia è il ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, chiamato a svolgere attività di indirizzo e di coordinamento a livello nazionale per l’attuazione della normativa europea. Vengono poi individuate come autorità locali competenti le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, le quali sono chiamate a svolgere le attività tecnico-scientifiche ed amministrative di settore.
La proposta di legge anche prevede l’istituzione di un tavolo tecnico per la produzione biologica e la nascita del marchio biologico italiano; inoltre saranno predisposti un piano d’azione nazionale per la produzione biologica con cadenza triennale e un piano nazionale per le sementi biologiche. Viene anche istituito il fondo per lo sviluppo della produzione biologica. Altre norme riguardano la formazione professionale degli operatori del settore e i distretti biologici. Ma vediamo in dettaglio.
Un piano d’azione nazionale e Fondo per lo sviluppo
Si prevede un Piano d’azione nazionale per la produzione biologica e i prodotti biologici e un Piano nazionale delle sementi biologiche. Viene istituito il Fondo per lo sviluppo della produzione biologica, alimentato dal contributo annuale, nella misura del 2 per cento del fatturato dell’anno precedente, dalle imprese titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio di determinati prodotti fitosanitari considerati nocivi per l’ambiente.
Il testo amplia il novero dei prodotti soggetti al contributo, includendovi quelli il cui codice indica un pericolo di inquinamento per l’ambiente acquatico. Innovativa risulta l’introduzione di sanzioni in caso di mancato pagamento del contributo. È vietato l’uso di organismi geneticamente modificati nella produzione biologica nonché il ricorso ai termini “biologico ” o “bio” per i prodotti accidentalmente contaminati da organismi geneticamente modificati.
Il testo istituisce il Tavolo tecnico per la produzione biologica, al quale viene affidato il compito di delineare indirizzi e definire le priorità per il Piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica; esprimere pareri sui provvedimenti di carattere nazionale ed europeo; proporre attività di promozione; nonché individuare strategie per favorire l’ingresso e la conversione delle aziende convenzionali al biologico.
La formazione
Viene prevista la promozione di specifici percorsi formativi nelle università pubbliche, la destinazione di quota parte delle risorse dell’attività del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) alla ricerca in campo biologico, la previsione di specifiche azioni di ricerca nel piano triennale del Consiglio per la ricerca in agricoltura (Crea) nonché la destinazione del 30 per cento delle risorse del Fondo per lo sviluppo dell’agricoltura biologica alla ricerca nel settore.
Si punta inoltre sulla promozione della formazione professionale nel settore e si consente la creazione di distretti biologici, nei quali sia significativa la produzione con metodo biologico (tra le possibilità la creazione di forme di certificazione di gruppo, organizzazioni interprofessionali, organizzazioni di produttori biologici).
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Nasce il marchio biologico italiano
Nasce il marchio biologico italiano per quei prodotti biologici ottenuti da materia prima italiana. Tra gli interventi del Piano d’azione nazionale per la produzione biologica e i prodotti biologici si prevede:
- l’agevolazione della conversione al biologico, con particolare riferimento alle piccole imprese agricole;
- sostenere la costituzione di forme associative e contrattuali per rafforzare la filiera del biologico;
- incentivare il biologico attraverso iniziative di informazione ed educazione al consumo;
- monitorare l’andamento del settore;
- favorire l’insediamento di nuove aziende biologiche nelle aree rurali montane;
- migliorare il sistema di controllo e di certificazione;
- prevedere il consumo di prodotti biologici nelle mense pubbliche e in quelle private in regime di convenzione; incentivare la ricerca.
Soddisfazione Coldiretti
Soddisfazione arriva, naturalmente anche dalla Coldiretti. “Con gli acquisiti di prodotti bio Made in Italy che nel 2021 hanno sfiorato il record di 7,5 miliardi di euro di valore, tra consumi interni ed export, è importante l’approvazione definitiva della legge sul biologico“, ha commentato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “Un provvedimento fortemente sostenuto dalla nostra associazione – per rispondere alle attese di produttori e consumatori che in misura crescente si avvicinano al biologico, il quale finisce oggi nel carrello della spesa di quasi due italiani su tre (64%)”.