Torrone, croccante o morbido, alle nocciole e cioccolato o alle mandorle e miele. Amato da adulti e bambini, il Natale non sarebbe lo stesso senza la sua presenza sulle tavole imbandite di ogni leccornia. Vi raccontiamo le origini, le città e le tipologie di torrone per prepararvi alle prossime feste.
Sapevate che il torrone non è stato realizzato per deliziare le giornate di Natale, ma nel passato era un dolce che si mangiava nel quotidiano? In realtà, come sia arrivato ad essere un simbolo delle festività natalizie non è chiaro, come d’altronde la sua origine, avvolta nel mistero. Sono tanti i campanilismi e le leggende che attribuirebbero la nascita del torrone ad un Paese o popolo specifico.
In un’accezione più ampia del termine, il torrone è uno dei dolci più antichi del mondo, perché creato dall’unione di miele, zucchero, mandorle, noci, arachidi, nocciole, ingredienti genuini e da sempre conosciuti. Il torrone è uno dei dolci di Natale più apprezzati nelle case degli italiani, che ne fanno grandi scorpacciate in tutti i gusti e in tutti i formati. Non è, tuttavia, un prodotto diffuso soltanto in Italia, essendo annoverato anche tra le ricette tradizionali di Spagna e Francia. In tutti questi Paesi consuetudine vuole che il torrone sia consumato principalmente in occasione delle feste natalizie. La motivazione va ricondotta al periodo dell’anno in cui viene coltivato l’ingrediente base della ricetta: le mandorle. I frutti del mandorlo, infatti, giungono a maturazione e vengono raccolti a partire dalla fine di agosto e per tutto il mese di settembre, potendo essere utilizzati per la preparazione di dolci solo nei mesi successivi.
Le origini del Torrone
Le origini del torrone, come quelle di molti altri prodotti tradizionali, sono avvolte nella leggenda. La sua data di nascita potrebbe essere fatta risalire al 1441. Si narra, infatti, che, in occasione delle sfarzose nozze tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza, svoltesi in quel di Cremona, comparve per la prima volta su una tavola un dolce chiamato torrone. La sua forma era simile al Torrazzo, il campanile della cattedrale cittadina. La storia è riportata nel libro “Il torrone di Cremona”di Carla Bertinelli Spotti, che come fonte cita una pubblicazione della Camera di Commercio di Cremona del 1914. Non sappiamo se questa ipotesi nasconda un certo spirito campanilistico, ma di sicuro tra Cremona e il torrone esiste un rapporto di lunga data. Il torrone, inteso come semi tostati legati da una pasta dolce a base di miele, zucchero e albume d’uovo, con aggiunta di aromi o meno, è considerato un prodotto tradizionale non solo nella Bassa lombarda, tanto che ancora oggi Cremona rimane il principale centro italiano di produzione, ma anche in altre regioni e territori italiani.
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Le città del torrone
La città che ne rivendica la presenza più antica è Benevento centro principale del Sannio, secondo una tradizione locale che vorrebbe questo dolce già esistente nel I secolo d.C. con il nome di cupedia.
Cercando di risalire all’origine della nascita del torrone nel resto del Mondo, invece, i più credono che la sua storia inizi in Cina, luogo da cui storicamente proviene la mandorla. La diffusione nel resto del mondo la dobbiamo agli arabi: non a caso il torrone è divenuto un dolce tradizionale in tutto quei paesi, che una volta erano state conquiste musulmane.
In Spagna è chiamato turròn, e le sue origini risalgono al XV secolo; in Francia il torrone si indica con i sostantivi touron o nougat, a Taiwan prende il nome di nugat. Il torrone è, da sempre, parte della cultura di molteplici paesi, tanto che in alcune zone del mondo sono stati allestiti musei dolciari per raccontarne la storia: ad Alicante in Spagna, a Montélimar in Francia, a Taiwan (Cina), a Smalcalda in Germania.
Tipologie di torrone
Generalmente si distinguono i torroni a pasta dura e quelli a pasta morbida, a seconda del grado di cottura e del rapporto tra miele e zuccheri, i torroni mandorlati e quelli nocciolati. Il formato di torrone più classico è la stecca, dalle dimensioni più diverse, che si ottiene da una sfoglia spianata a mano, protetta da due fogli di ostia e poi divisa in porzioni con tagli paralleli. Una formula più recente, forse d’invenzione siciliana, è il torroncino. In versione morbida e ricoperta di cioccolato, spesso aromatizzati in più gusti, i torroncini hanno la capacità di creare l’effetto “uno tira l’altro”, come le ciliegie.
Oltre alle già citate Cremona e Benevento, le varietà italiane regionali di torrone più famose e diffuse sono: il croccantino di San Marco dei Cavoti, croccante consumato in barrette ricoperte di cioccolato fondente; il torrone sardo, morbido e dal colore avorio, dovuto all’assenza di zucchero; il torrone siciliano, croccante con mandorle e pistacchi, al profumo d’agrumi; il torrone aquilano, di consistenza morbida, con nocciole e aggiunta di cacao. Ma, in qualunque formato o gusto il torrone si presenti, l’effetto che provoca è sempre lo stesso: un’irrefrenabile voglia di addentarlo.
Affrontiamo perciò il tema più sofferente in vista anche delle prossime festività natalizie, dal punto di vista nutrizionale il torrone, insieme al panettone e al pandoro, è ricco di zuccheri e grassi, ma ciò che lo differenzia dagli altri due dolci natalizi è la mancanza di tuorlo d’uovo nell’impasto e la presenza delle proprietà nutritive della frutta secca e del miele. Senza esagerare, per non avere quei fastidiosi rimorsi quando ci si alza da tavola, gustiamoci un bel pezzo di torrone insieme ad amici e parenti e godiamoci le feste più belle dell’anno!