L’Hotel Hassler, esclusivo 5 stelle lusso della famiglia Wirth lo scorso giugno ha aperto al pubblico un nuovo spazio, al settimo piano la nuova terrazza panoramica, con la cucina dello chef Marcello Romano. Ci siamo stati di recente per un’esperienza veramente speciale.
Ci sono luoghi di Roma dove il tempo sembra sospeso come in un’istantanea di eterna bellezza e, nonostante i decenni che passano, vi perdurano in quella immagine la classe e il garbo. Due note mai stonate che permeano le mura dell’Hotel Hassler, impregnando drappi, divani provenienti da luoghi lontani, oggetti di uno spazio-tempo da vivere con rispetto, godendo di una granitica emozione che accompagna le grandi occasioni. Impreziosite in questo caso dalla soave musica di un pianoforte suonato dalle dita del Maestro Toro Santucci che, tra classici romani e citazioni morriconiane, dona al lussuoso Salone Eva quel tocco in più che sembra dar vita all’eterno.
Hotel Hassler e la nuova terrazza al 7° piano
La sensazione di solennità che trasmette Trinità dei Monti all’esterno, entra negli ambienti dell’imponente struttura aperta dalla famiglia Wirth, una storia d’eccellenza alberghiera proseguita dalle mani dei padri a quelle dei figli – Veruschka e Roberto Wirth Jr. -, che oggi hanno cura di un luogo simbolo dell’ospitalità luxury nel mondo. Un posto che accoglie nomi imponenti, come quelli di Madonna e Tom Cruise, dando il benvenuto alle stelle per mostrartele poi più da vicino, complice la nuova apertura della Terrazza al settimo piano. Uno spazio en plein air appartenente in origine alla suite 712, oggi adibito a un nuovo singolare luogo, da cui poter ammirare una vista della Capitale in grado di sospenderci il fiato per qualche secondo o forse più. Dimenticate il già visto o già detto. Lo scorcio – riduttivo appellarlo come tale -, che la nuova terrazza offre a chiunque, è di quelli senza eguali. Una vista a perdifiato, che va dal Quirinale a Monte Mario e, scorgendosi un po’ più in assenza di vertigini, anche oltre. Nessun albero, antenna o edificio che tenga, è in grado di “viziare” l’orizzonte cittadino che si presenta illuminato e nudo agli occhi dei fortunati visitatori.
E mentre la linea di città si fonde a quella del cielo in un solo punto di vista che ci porta all’infinito, è il palato ad essere il vero protagonista dei nostri sensi. La regia è del restaurant manager Andrea Moschetti e segue quella dei fornelli, guidata dall’Executive chef Marcello Romano e dalla Pastry chef Martina Emili.
Degustando in terrazza, il percorso di chef Romano
A solleticare le papille in un viaggio del gusto che parte dall’aperitivo in terrazza (accessibile da una base media di 22 euro ad personam), è Alessio che, insieme ai fritti d’entrée come patate e provola, tonno e olive, besciamella e piselli – a loro volta accompagnati dalle maionesi allo zafferano, pecorino, zucchine o acciughe –, propone prima un Bollinger rosè, seguito poi da un’experience tutta da vivere e assaporare. Trattasi dello “Champagne and Cheese”, un drink fat wash blendato, su base di burro e caviale Calvisius, con vodka, bollicine francesi e una parte citrica che ci accompagna sul finale.
Alessio lascia il passo ad Alessandro, tra le giovani sapienti leve della brigata di sala, che ci ha preso per mano per condurci in un percorso enogastronomico firmato da Chef Romano e dalla sua crew di cucina, formata da Monica Pierucci, Salvatore Capone, Massimiliano Colongi, Luca Totaro, Andrea Marcello, Daniele Dorascenzi, Matteo Scorci, Arcangelo Fiorillo, Tommaso Ballone, Federico Festa, Flavio Pulcini, Giorgia Raschillà, Giuseppe Valenti, Miriana Alesiani, Alissa La Rosa, Valentina Luzi e la pastry chef Martina Emili. Nomi che meritano di essere citati su espressa richiesta dell’Executive, che crede fortemente nel lavoro di squadra per raggiungere importanti traguardi.
Il blend di Cabernet Sauvignon e Merlot delle Cantine Antinori, apre le danze sulle note di una immortale “Malafemmena” di Totò, mentre a tavola giunge la prima portata: Capasanta fritta con panatura di pan panko aromatizzato al nero di seppia, servita su purea di patate viola, mela verde colorata di rosso e taccole a decorazione. Un preludio di sapori delicati, che riporta il palato in equilibrio tra terra e mare, preparandoci alla seconda pietanza, anticipata dalla mescita di un calibrato e godibile Tellenae, pronto a esaltare il risotto con crema di cima di rapa, granchio reale e polvere di olive nere. Altro giro di valzer e di calici per il Borgo del Tiglio, bottiglia proveniente dalla Prealpi Giulie, un 100% Chardonnay che accompagna il rombo posato su crema di funghi, patate a portafoglio e zucca di stagione tagliata fine appena scottata.
Un capitolo di merito è poi da attribuire alla seconda parte della cena esperienziale, dove conquista subito la rivisitazione del caffè americano, servito con espresso, acqua tonica e sciroppo di zucchero aromatizzato alla viola, che fa da overture allo spartito della dolcezza a tavola. La Pastry chef di casa prende le parole e i sentimenti atavici dello chef Romano, per donare loro corpo e cremosità, realizzando un omaggio al caduco foliage di stagione con il primo dessert: consistenze multiple tra croccante e creme, con il sorbetto e il gel al mandarino esaltati dall’abbinamento con il pralinato alla nocciola, guarnito da foglie dalle nuances autunnali. Dulcis in fundo, il sapore della Napoli dell’anima e dei colori che Romano non dimentica mai di portare con sé: un gelato al babà, con babà e chantilly, per far sì che a ogni cucchiaio possa rivivere il ricordo del Vesuvio e persistere oltre il momento del commiato.
Lo spettacolo enogastronomico portato in scena sul palcoscenico dell’Hassler, da sempre vocato all’eccellenza e alla cura al dettaglio, è dunque servito: un sogno lucido con cui filtrare la quotidianità e dove i desideri diventino realtà.