Inaugurata ieri l’edizione 2022 del Taste of Roma al Foro Italico, nuova location della manifestazione. L’evento che si svolgerà fino al 10 luglio si presenta come una grande festa dell’alta cucina romana, occasione per avvicinare gli chef e i loro piatti agli appassionati food lovers della capitale. Tante le novità e le cose da provare. Ieri eravamo presenti e abbiamo assaggiato un bel po’ di piatti interessanti che vi raccontiamo, provando a darvi qualche consiglio.
Inaugurata ieri l’edizione 2022 del Taste of Roma. Un evento atteso da molti e non solo dai protagonisti che dal 2019 aspettavano di portare “in piazza” la loro cucina. Nuova location per questa edizione, un cambio di rotta e anche di immagine per la stessa organizzazione che costruisce al Foro Italico una vera e propria cittadella dell’alta ristorazione e un’atmosfera di festa piacevole da vivere fino a domenica 10 luglio.
Mauro Dorigo, general manager di Be.it Events, società organizzatrice dell’evento conferma questa voglia di ripartenza e di rinnovamento anche: “Siamo qui – continua Dorigo – con il desiderio di riscrivere la storia della manifestazione. Abbiamo voluto dare una spinta al cambiamento arrivando in una nuova location, grazie all’accordo con Sport & Salute, che ci ha offerto la possibilità di anticipare la manifestazione nel cuore dell’estate andando incontro al clima informale e vacanziero in perfetta linea con l’Estate Romana. Anche le stagionalità dei prodotti saranno differenti rispetto alle precedenti edizioni: sarà davvero un evento di scoperta per tutti i gusti!”.
Alto l’entusiasmo di tutti gli chef al taglio del nastro, dove si sono riuniti per un augurio corale e applauso di incoraggiamento. “Taste of Roma 2022 è una vera festa per Roma e per i Romani – afferma Heinz Beck prima di raggiungere la sua brigata – mi riempie il cuore di gioia ritrovarci qui e condividere questo momento con i giovani talenti di questa città”.
Le novità di Taste of Roma 2022
Oltre alla nuova location tra le novità anche spazi sperimentali e didattici come “In cucina da me by Miele”, l’area Taste Hub dove il food raccontato dai giovani è il grande protagonista e poi l’Hub Happy fit dedicato all’aspetto healthy delle celte alimentari. Ogni giorno saranno affrontati temi diversi, ricette diverse e vedrete e incontrerete chef e protagonisti del food differenti.
L’aspetto più interessante è quello del Daily Special con i “ristoranti a rotazione” (scoprili qui) dove ogni giorno ci saranno due ristoranti diversi pronti a far degustare il loro menu, tra questi gli stellati Convivio, Aroma e All’Oro, e poi Livello 1, Mirabelle, il Marchese, Taki Off, Giulia e Sintesi.
E poi ci sono le new entry di questa edizione, i nuovi talenti della ristorazione romana che in questi ultimi anni hanno fatto parlare di sé e si faranno conoscere in questi giorni al grande pubblico dei food lovers della Capitale. Se alcuni come Sara Scarsella e Matteo Compagnucci di Sintesi o Alesandro Borgo di Giulia li abbiamo visti, o meglio assaggiati, ieri tra le presenze “daily special” tra i ristoranti fissi di tutti i giorni troviamo molti nomi nuovi come Enrico Camponeschi di Aquasanta, Gabriele Muro di Adelaide, Fabrizio Cervellieri di Aede, Andrea Pietropaoli di Campocori, Ciro Cucciniello di Carter Oblio, Chef Daniele Lippi di Acquolina (1 Stella Michelin). Tutti giovani chef, che potremmo definire la vera avanguardia della ristorazione capitolina, che hanno saputo stupirci e conquistarci con le loro proposte.
A questi si aggiungono poi due colonne portanti della manifestazione e della cucina stellata romana come Idylio by Apreda (1 stella Michelin), La Pergola Hotel Rome Cavalieri (tre stelle Michelin) di Heinz Beck
Taste of Roma 2022, la cucina che crea inclusione. I nostri assaggi.
Il tema di questa edizione è l’inclusione e cosa meglio della cucina riesce a creare inclusione, convivialità, integrazione e contaminazione? Inclusività è sinonimo di abbattimento delle distanze e di integrazione, e in questo il cibo riesce a giocare su diversi livelli territoriali, culturali, sensoriali, gustativi. Ecco che il percorso che abbiamo fatto e che vi aspetta al Taste of Roma 2022 dove i piatti degli chef hanno rappresentato vere e proprie esperienze, racconti di vita vissuta, unione di elementi e sapori, combinazioni innovative, diari di viaggio ed esaltazione delle radici e del territorio.
Questa la sintesi “poetica” di quanto degustato, ora passiamo alla pratica e ai “consigli di assaggio”.
Tra quelli che secondo noi hanno interpretato meglio sulla carta, nel piatto e al palato questo concept è Ciro Cucciniello di Carter Oblio, ristorante che viste le premesse in questo contesto, merita una visita se non ci siete mai stati. Il nostro assaggio è andato su Paella Al Salto, dove il tradizionale riso al salto, nella sua tecnica viene combinato senza sfasature di genere alla paella e ai suoi ingredienti tra mare e verdure, per un risultato innovativo, originale e che è anche esaltazione di due tradizioni e culture. Sulla stessa scia Bufalo, Bufala e Alici dove in un unico piatto convivono piacevolmente tre elementi di origine diversa e poi il Babà alla Pastiera Napoletana dove già il nome ti racconta tutto.
Altro colpo al cuore e alle papille gustative ce lo dà il giovane chef stellato di Acquolina Daniele Lippi con il suo “Risotto siero di bufala, ostrica e liquirizia”, un piatto che osa con le acidità, dove la cremosità del riso è l’unico elemento rotondo tra note appuntite di sapore, caratteri prepotenti che riescono a convivere insieme nello stesso piatto. Un susseguorsi ritmato tra il siero, la sapidità marina dell’ostrica e l’accento della liquirizia che chiude in finale. Lippi mentre ce lo raccontava l’ha definito “spigoloso”, noi dopo averlo assaggiato lo possiamo definire emozionante.
Casualità ha voluto che abbiamo accompagato questo piatto con il Molinari Mule a base di sambuca (che trovate nello Spazio Molinari con tanto di terrazza) e che ha sorprendentemente esaltato i vari elementi. Quindi il nostro consiglio è osate con questo risotto e provatelo con questo food pairing per noi perfetto.
E poi per rimanere sulla scia delle emozioni e dei risotti obbligatorio assaggiare Risotto Cacio Pepi e Sesami di Francesco Apreda, che possiamo definire nella forma e nel gusto una vera dichiarazione d’amore alla città. La romanità della “cacio e pepe” acquista eleganza nella versione risotto, si contamina con il sesamo senza perdere il suo carattere deciso e gustoso. E poi a confermare la bravura di Apreda c’è il suo piatto iconico Terra e Iodio, simbolo di commistione fra gli elementi: una crema di patate viterbesi impreziosita da accenti marini con riccio, nero di seppia, ostrica e cozze, colatura di alici. Una terrina in cui il colore è elemento attrattivo, con forti influenze ai pittorici onirici, per poi lasciare spazio ad un coinvolgimento emozionale cucchiaio dopo cucchiaio. Da assaggiare assolutamente e gustare con lentezza.
Altra tappa da fare è da Enrico Camponeschi di Acquasanta, qui abbiamo assaggiati diverse cose dal menu e quello che ci ha lasciatipiacevolemte colpiti sono il Polpo, Lattuga arrosto, crema allo Yogurt, terra di N’duja e Mousse di Ricotta, Pomodoro, Basilico brinato, Crumble di Cacao e Sale.
Il primo è una innovativa versione del polpo arrosto che incontra la ‘nduja (forse un po’ troppa) regalando così a questo piatto audacia. Il secondo è quel piatto che non ti aspetti, che mangi come se fosse un antipasto e capisci che potresti ribaltarlo completamente e mettere al posto del dessert. Una unione di consistenze, di scioglievolezze, cremosità e croccantezze dai sapori noti ma con una forma totalmente nuova. Anche in questo caso vi diciamo assolutamente da provare.
Nel nostro percorso anche Campocori, ristorante del Chapter Roma guidato da Andrea Pietropaoli, che ci ha deliziato con un interessante e anche complesso Tagliolino AOP, ricci di mare, Bufala, guanciale e limone fermentato e undivertente Finto arrosticino “pancia d’agnello” con barbeque di prugne e insalatina con aceto di mandorle.
Infine nota di merito per Sara Scarsella e Matteo Compagnucci di Sintesi (con Sara abbiamo inaugurato la nostra rubrica #cucinadafemmine – qui l’articolo) presenti nella prima serata. Dal menu abbiamo assaggiato i Dumpling di maiale, salsa agrodolce e pepe di Sichuan, che abbiamo trovato tecnicamente perfetti, equilibrati nel sapore e dove l’ispirazione etnica si è legata perfettamente agli ingredienti di territorio, compresi i cetrioli che arrivavano dall’orto di Sintesi (grande e bella novità di questa realtà sempre più green e sostenibile). Il piatto veramente interessante, che ti porta all’assaggio più volte per capire, per trovare i sapori, le certezze e le novità di questa cucina è Datterini semidisidratati, crema al tuorlo e cialda al malto. E chiudiamo con il Gelato di Foglie di fico, susina rossa fermentata e arachide salata. Per chi non ha mai assaggiato i gelato di foglie di fico è un’esperienza di sapore unica che si combina con sapidità e grassezza dell’arachide e la dolcezza della susina che regala anche punte di acidità. Risultato un piatto “dolce non dolce” che ti fa viaggiare con gusto.
Adesso se avete letto, preso appunti e vi abbiamo fatto crescere la curiosità, non vi resta che partecipare anche voi a questo Taste of Roma 2022.
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