Suoli in salute in agricoltura significano qualità e quantità del cibo, significa mantenere la biodiversità, mitigare il clima e avere i servizi culturali del paesaggio
I suoli europei sono gravemente minacciati, il 60-70% è compromesso a causa delle attuali pratiche di gestione, dell’inquinamento, dell’urbanizzazione e degli effetti del cambiamento climatico. Nell’Unione Europea si contano quasi 3 milioni di potenziali siti contaminati (solo il 24% inventariato) con gravi rischi per la salute; gli apporti di nutrienti nei terreni agricoli sono a livelli di rischio di eutrofizzazione di suolo e acque, con potenziali pesanti ripercussioni sulla biodiversità per l’agricoltura; i terreni coltivati perdono carbonio ad un tasso dello 0,5% all’anno. I costi associati al degrado del suolo nell’Unione Europea superano i 50 miliardi di euro all’anno.
Le missioni dell’UE
Obiettivo della Missione Soil Health and Food è garantire che entro il 2030 il 75% dei suoli europei siano sani e in grado di fornire servizi ecosistemici essenziali come la fornitura di cibo e altra biomassa, sostenere la biodiversità, immagazzinare e regolare il flusso di acqua o mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
Le cinque missioni dell’Ue (oltre a garantire la salute del suolo e il cibo, combattere il cancro, adattarsi ai cambiamenti climatici, proteggere gli oceani e vivere in città più verdi) sono parte integrante del programma quadro Horizon Europe a partire dal 2021.
Le missioni contribuiranno in modo decisivo agli obiettivi del Green Deal europeo e agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sdgs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Ognuna di esse opererà come un portafoglio di azioni – come progetti di ricerca, misure politiche o anche iniziative legislative – per raggiungere un obiettivo misurabile che non potrebbe essere raggiunto attraverso azioni individuali.
“La cura dei suoli è fondamentale per assicurare la sostenibilità dell’agricoltura. L’ Unione europea con la sua strategia ‘Farm to fork’ ha posto chiaramente questo obbiettivo al centro della sua strategia ambientale per i prossimi anni” ha affermato Antonio Parenti, capo della rappresentanza in Italia della Commissione Europea.
Secondo Marco Falzetti, direttore Apre, “Il posizionamento italiano in questo particolare contesto porta necessariamente ad immaginare che l’Italia debba assicurarsi un ruolo di primaria importanza nella futura Mission Soil. Per questo è fondamentale, anche in questa fase ancora in evoluzione e per tanti versi ancora poco definita, rimanere attori attenti e attivi nell’attuale processo di definizione finale di questa mission”.
Cosa si è detto al convegno Mission soil health and food Caring for Soil is Caring for life
“Lo scopo di questa iniziativa è riuscire a far capire l’importanza di questa mission all’interno della riflessione sulla transizione verde. La salute dei suoli è fondamentale nell’attuazione del Green Deal. I suoli e l’agricoltura hanno bisogno della nostra attenzione”.
Catia Bastioli, membro del mission board “Soil health and food”, ha introdotto così la sua presentazione nel corso dell’evento in streaming “Mission soil health and food Caring for Soil is Caring for life” – Suolo sano, opportunità per un futuro sostenibile, organizzato dal ministero dell’Università e della Ricerca in collaborazione con APRE (Agenzia della Promozione della Ricerca Europea), Santa Chiara Lab – Università di Siena e Fondazione ReSoil.
“Il problema che abbiamo di fronte è molto significativo. Suoli in salute significano qualità e quantità del cibo, significa mantenere la biodiversità, mitigare il clima e avere i servizi culturali del paesaggio. Il suolo è una risorsa scarsa, non rinnovabile”.
Per risolvere questo problema, sono state individuate 8 azioni mirate a ridurre l’inquinamento e migliorare la struttura del suolo. “Prioritaria sarà la collaborazione tra ricerca e innovazione, ma anche la cooperazione tra i settori e l’impegno dei cittadini”, ha concluso Bastioli.
“La parola ‘Caring’ ci fa comprendere che la salute non è solo medicina ma dipende da tantissimi fattori. Lo abbiamo visto in quest’anno molto difficile, che tuttavia potrà portare a un cambiamento – ha affermato la neoministra dell’ Università e della Ricerca, Cristina Messa – L’ obiettivo che si è posto questa missione è chiaro: garantire entro il 2030 che almeno il 75% dei suoli europei siano sani. Un obiettivo ambizioso, che richiede un lavoro e un coordinamento di molti attori. Ma abbiamo davanti dei mesi per riuscire a capire come organizzare la mission, trovare punti di incontro con la ricerca a livello nazionale e come declinarla all’interno del Recovery Plan”.