Lo Specialty Coffee sta guadagnando sempre più terreno nei mercati europei: la maggioranza degli addetti al settore intervistati (65%) ritiene che l’appetito dei consumatori per questa tipologia di caffè sia aumentato significativamente negli ultimi 12 mesi, con un aumento del 15% dal 2021. In Italia traina la Lombardia.
Secondo i dati rilasciati dal World Coffee Portal nel report Project Café Europe 2022, il mercato europeo totale del caffè è cresciuto del 3,2% negli ultimi 12 mesi, per raggiungere 40.675 punti vendita e prevede di superare i 40.890 punti nei prossimi 12 mesi. Guardando al futuro, molti operatori europei vedono un potenziale significativo nei prodotti più salutari e nel caffè specialty: i prodotti senza zuccheri aggiunti, così come le opzioni senza glutine e senza latticini, sono infatti considerati tra quelli con maggiore possibilità di crescita. Considerando i numeri ad oggi esistenti e le future previsioni si può affermare che Specialty Coffee sta guadagnando terreno nei mercati europei: circa il 65% degli addetti al settore ritiene che la sete dei consumatori per questa tipologia di caffè sia aumentato significativamente negli ultimi 12 mesi, con un aumento del 15% dal 2021.
La denominazione Specialty Coffee nasce negli anni ‘70 negli Stati Uniti e indica il caffè nella sua massima espressione, accuratamente selezionato, frutto di una produzione realizzata in particolari condizioni di cura climatiche e ambientali, che gli conferiscono un gusto e un aroma unici.
Qual è la situazione attuale dello Specialty Coffee in Italia?
Anche in Italia il consumo di Specialty Coffee sta sensibilmente aumentando e sono presenti sul territorio delle vere e proprie boutique del caffè dove vivere l’esperienza dello Specialty. La Lombardia sembra essere al primo posto, contando circa 20 aziende, tra torrefazioni e realtà che tostano il caffè, presenti sul territorio. Segue la Toscana, con circa 15 protagonisti dello specialty, mentre il Lazio occupa il terzo gradino del podio, con poco più di 10. Risulta curioso, invece, vedere la Campania tra gli ultimi posti della classifica, con solo 3 torrefazioni di specialty coffee, nonostante nell’immaginario culturale tradizionale rappresenti una delle regioni italiane più famose per il caffè.
Questi i dati emersi da SCA Italy, l’associazione di categoria che si impegna a supportare tutta la filiera del caffè, creando una comunità globale (formata da oltre 10 mila soci nel mondo e trainer autorizzati che diffondono e difendono il valore del caffè) che mira, non solo a valorizzare il caffè di qualità e mantenere elevati standard, bensì a rendere la catena del valore più sostenibile, dal punto di vista ambientale e sociale. “Sca Italy crede nel consumo consapevole e lo Specialty Coffee rappresenta l’evoluzione di questo settore. I clienti, non più soddisfatti di gustare un caffè mediocre, decidono di evolversi e, così come per il cibo, virano sul gourmet, che rappresenta la massima espressione del prodotto, che si tratti di birra, olio o caffè. Le grandi industrie di caffè si stanno evolvendo, informando sempre di più i clienti e traghettando i consumatori a un consumo che vira verso lo specialty coffee, giovando anche ai piccoli torrefattori. La curiosità del cliente, infatti, lo porterà a interessarsi e quindi a provare anche altre marche, giovando quindi all’intero ecosistema. Anche sul piano dei pubblici esercizi, registriamo nuove aperture di caffetterie specialty nelle principali città. Ciò che invece rallenta di più la crescita del settore rimane il “caro vita”, che inesorabilmente si ripercuote sulle scelte dei consumatori.” – racconta Fabio Sipione, Judge Coordinator di SCA Italy.