Carne in scatola Spam: prodotto modesto diventato… molesto

Scopriamo con Roberto Mirandola la storia della carne in scatola Spam, il cui nome in italiano è prosciutto speziato e deriva dall’abbreviazione di SPiced hAM.

Tra la numerosa mercanzia che ho acquistato a vario titolo in tutti questi anni durante i miei viaggi a New York,  due tra gli articoli più bizzarri – con sommo stupore dei doganieri dell’aeroporto di Venezia che li hanno trovati nel mio bagaglio – sono senza dubbio una confezione di Tide, il detersivo in polvere venduto anche in Italia fino all’inizio degli anni ’70, famoso più per gli omaggi contenuti che per l’effettivo potere detergente e alcune scatolette di SPAM. Chi pensa a confische e a sanzioni pecuniarie nei confronti del sottoscritto, dirò subito che l’importazione di questa particolare oggettistica è consentita. Ovviamente in quantità minime e per un uso strettamente personale. Tralasciando la celebre polvere per lavare, la storia della carne SPAM merita, invece, di essere raccontata. 

Oggigiorno alla parola ‘spam’ si associano subito quei messaggi indesiderati, per lo più pubblicitari, che si annidano nelle nostre caselle di posta elettronica. Tuttavia lo spam, in realtà, in origine non aveva nulla a che vedere con la comunicazione digitale. Si potrebbe dire che nel corso del tempo lo “SPAM maiuscolo” sia diventato “spam minuscolo” e del prosciutto in scatola, al di fuori dei confini americani e di pochi altri paesi, si siano quasi perse le tracce.

SPAM è l’abbreviazione di SPiced hAM, traducibile in italiano in prosciutto speziato o prosciutto aromatizzato  e segue una storia comune a molti prodotti di successo: anche in questo caso il nome è il risultato di un concorso a premi indetto dall’azienda produttrice, la George A. Hormel & Co. fondata nel 1891 ad Austin nel Minnesota, il più settentrionale degli stati americani dopo l’Alaska. Semplificando, SPAM si potrebbe paragonare alla versione carnivora o solida della Coca-Cola, tanto è diffusa e altrettanto popolare. Non a caso SPAM iniziò a essere commercializzato il 5 luglio del 1937, anche se il cibo in scatola, dopo i primi tentativi di inizio ‘800 dell’inventore francese Nicolas Appert, non era una novità per i consumatori americani. Fu lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale a rappresentare una grande opportunità commerciale per tutto ciò che poteva essere conservato a lungo, trasportato facilmente e fornire un sostentamento immediato. Tra le prime aziende dell’epoca a produrre alimenti in scatola fu appunto l’azienda di Hormel (nel frattempo denominata Hormel Foods Corporation). Questa creò una sorta di “alimento universale” composto da solo sei ingredienti: spalla di maiale tritata (generalmente il taglio meno utilizzato in macelleria e conseguente il più economico), prosciutto, sale, acqua, zucchero e nitrito di sodio, una ricetta che è rimasta invariata fino al 2009 quando venne aggiunto l’amido di patate.  

Da allora, SPAM è diventato una presenza costante nelle razioni da campo in ambito militare (basti pensare che vennero consegnate alle forze armate qualcosa come quindici milioni di scatolette), finendo per essere apprezzato dalle classi popolari anche dopo la fine del conflitto, favorito anche del costo ancora oggi modico ($3.58) e dalla scarsa disponibilità di carne fresca di qualità, comunque più costosa.

SPAM si consuma affettato sia caldo che freddo. Dalla confezione standard da 340 g, tramite l’apposito utensile appositamente realizzato somigliante a un’affetta uova, si ricavano nove fette. Tecnicamente, più che una porzione di prosciutto, a dispetto del nome, si tratta di un macinato insaporito che, in quanto a gusto – almeno per la versione CLASSIC, quella originale – ricorda molto quello dei würstel.

Per incontrare le preferenze dei clienti e mantenere alte le vendite, nel corso degli anni sono state commercializzate numerose versioni di SPAM. Oltre alla CLASSIC, oggi si può trovare anche LITE (-50% di grassi, -25% di sodio e -33% di calorie), LESS SODIUM (-25% di sodio), With Real HORMEL® BACON (con vero bacon Hormel®), Oven Roasted TURKEY (preparato con carne di tacchino arrosto. Questa versione è soprannominata SPURKEY), HICKORY SMOKE flavored (affumicato con legno di noce americano), HOT & SPICY (con peperoncino piccante), GARLIC (con aglio), JALAPEÑO (con peperoncini piccanti Jalapeño), TERIYAKI (con salsa teriyaki, un condimento della cucina giapponese a base di salsa soia), With TOCINO Seasoning (condito con l’omonima salsa agrodolce filippina), BLACK PEPPER (con pepe nero),   With CHORIZO Seasoning (con aggiunta di una salsa piccante evocante il gusto dell’omonimo salume), With CHEESE (con l’aggiunta di formaggio), With PORTUGUESE SAUSAGE Seasoning (con aggiunta di salsiccia portoghese), MAPLE flavored (con sciroppo d’acero) FIGGY PUDDING Limited Edition (improbabile versione a forma di piccolo budino  aromatizzato con cannella, noce moscata, scorze di arancia e fichi secchi. Edizione limitata per le festività natalizie del 2022).

Con tredici confezioni consumate ogni secondo nei quarantotto paesi dove viene commercializzata, SPAM sembra non conoscere crisi. Sebbene il 31 luglio di ogni anni venga celebrata la Giornata Nazione dello Spam (ricorrenza ufficiosa, in quanto non riconosciuta dall’azienda produttrice), ad Austin – capitale del Texas – dal 1978 viene organizzato SPAMARAMA, un festival con la celebre carne macinata declinata in tutti i modi possibili. Sempre nella stessa città esiste anche lo SPAM Museum, dove sono esposti oggetti e diorama che raccontano i quasi novant’anni del marchio.

Oggi il mercato di riferimento è rappresentato dalle isole Hawaii, tanto che SPAM è diventato una sorta di cibo nazionale. Furono i soldati di stanza durante il secondo conflitto mondiale che iniziarono ad offrire alla popolazione locale le prime scatolette di SPAM che all’epoca facevano parte della famosa razione K. La ‘bistecca hawaiana’ – così viene soprannominata – è protagonista di ricette tipiche come lo SPAM Musubi (una fetta di SPAM proposta a mo’ di sushi servita con riso e alghe) ed è presente perfino nei menù dei ristoranti McDonald’s e Burger King dello stato.

Se non stupisce che nel Regno Unito ci sia ancora qualche nostalgico che la mangia a mo’ di hamburger come viene rappresentato nella confezione, con patatine fritte o purè di piselli, sembra che negli Stati Uniti si trovi nei menù di alcuni dei più esclusivi circoli di San Francisco e New York, accanto a foie gras e caviale. Come se qui da noi i più rinomati ristoranti proponessero pietanze preparate con carne in scatola Simmenthal® o Montana®. Improponibile! E per fortuna…

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