Sostenibilità, economia circolare e vino. Sono i temi affrontati nel convegno “La nuova generazione del vino e sostenibilità – next generation” organizzato da Agivi e che ha anticipato il G20 dei Ministri dell’Agricoltura. Ne abbiamo parlato con Violante Gardini Cinelli Colombini, presidente di Agivi – l’Associazione dei giovani imprenditori vitivinicoli italiani under 40 di Unione Italiana vini.
L’ Associazione Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani nasce nel 1989 dalla volontà di un gruppo di giovani imprenditori, già appartenenti all’Unione Italiana Vini e alla Confederazione della Vite e del Vino, di unirsi per accrescere i valori, l’intesa e lo spirito di coesione fra le aziende del settore.
Sostenibilità, il lavoro di Agivi
In questi ultimi anni si parla molto di sostenibilità e si sente parlare sempre più spesso di economia circolare. Soprattutto sembra che i giovani siano molto attenti a tali tematiche. Secondo Lei le aziende percepiscono tale interesse e come possono sensibilizzare maggiormente millennials e generazioneZ?
Credo che le nuove generazioni abbiano l’attenzione, le risorse e la vision per fare sì che la sostenibilità diventi non solo una priorità, ma anche una prassi. Un’economia circolare è un’economia pensata per potersi rigenerare da sola, e i giovani professionisti nel settore agricolo, e in particolare del vino, sanno di poter imparare proprio dalla natura a costruire un’impresa sempre più green ed equa, ma allo stesso tempo orientata al profitto. Come associazione, Agivi sta lavorando perché si riesca a fare squadra e valorizzare le best practice che i nostri soci già adottano con successo nelle loro aziende; alcuni esempi di progetti di successo saranno oggetto anche dell’appuntamento Agivi a Wine2wine, il prossimo 18 ottobre. La propensione alla digitalizzazione e ad una comunicazione smart delle giovani generazioni si sono rivelate degli asset fondamentali durante la pandemia, che hanno dato autorevolezza e risalto alle voci alle nuove leve. Ora che abbiamo conquistato l’attenzione, è importante formarsi e intervenire completando con puntualità e competenza la freschezza del nostro sguardo”.
Domenica 12 settembre si è svolto il convegno “La nuova generazione del vino e sostenibilità – next generation” da Voi organizzato e che ha anticipato il G20 dei Ministri dell’Agricoltura, avvenuto il17 e 18 settembre. Quali sono le sfide e le azioni principali su cui si deve accelerare maggiormente?
Le parole d’ordine devono essere “concretezza” e “immediatezza”. Ciò che è emerso durante il convegno, dai nostri spunti sul lavoro in vigna e cantina fino all’enoturismo, è che un’offerta green ragionata, intelligente e accattivante non solo incontra le esigenze della domanda, ma è in grado anche di orientare e sensibilizzare il consumatore. Per riuscire in questo è fondamentale il ruolo della comunicazione, tramite i media ma anche vis-à-vis, magari durante le visite in cantina. Tanto per fare un esempio, si parla molto di ridurre l’impatto ambientale delle bottiglie di vino alleggerendone il peso: abbiamo la possibilità di far toccare letteralmente con mano al consumatore la differenza tra una cesta di bottiglie in vetro tradizionale e una cesta di bottiglie light, perché non trasformare l’informazione in esperienza? Sembra banale, ma oggi è importante far capire che essere sostenibili è una scelta pratica e quotidiana, non solo una discussione sui massimi sistemi.
La sostenibilità riveste un ruolo predominante, ma come realmente innova sulla produzione di eccellenze vinicole italiane?
Come ogni grande trasformazione culturale, la transizione ecologica rappresenta una imperdibile opportunità per dare sfogo all’innovazione e al talento. Nel caso del vino, promuovere la sostenibilità significa anche valorizzare la diversità e la varietà intrinseca del Vigneto Italia, e garantire il rispetto di standard qualitativi che valorizzano il prodotto finale e sostengono un migliore posizionamento sui mercati esteri, dove la domanda è sempre più attenta e selettiva su queste tematiche. I giovani hanno maturato una grande consapevolezza in questo senso e, grazie anche al contributo di Agivi con Unione italiana vini, sono fondamentali per trovare e implementare modalità e prassi sempre più innovative in vigna e in cantina.
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Sostenibilità e cambiamenti climatici nel mondo del vino
In ottica di economia circolare e sostenibilità l’uso dei suoli è molto importante e per contrastare l’effetto negativo dei cambiamenti climatici si ricorre sempre più spesso all’uso di tecnologia nel settore agro-alimentare, penso all’uso dei droni ed a metodi di coltivazione innovativa. Ritiene utile tale uso della tecnologia e a che punto siamo?
Lo sviluppo tecnologico è imprescindibile, sempre più spesso le aziende del vino collaborano con le università e centri studi che stanno trasformando radicalmente il nostro fare agricoltura. Certo, per versare un vino di qualità nel bicchiere è fondamentale che l’innovazione si innesti sulla tradizione e il savoir-faire che hanno reso questo settore la punta d’eccellenza dell’agroalimentare made in Italy. I giovani possono portare il giusto stimolo alla sperimentazione e all’innovazione, e Agivi sollecita questa propensione organizzando momenti di viaggio nelle principali aree vitivinicole in Italia che all’estero. Si tratta di veri e proprio “seminari sul campo”, momenti di osservazione e confronto che fanno in modo che le migliori idee e progetti circolino e vengano potenziate.
Quale consiglio darebbe ad un giovane imprenditore che vuole investire nel settore vinicolo?
Seguire la propria passione come prima cosa, ma poi anche viaggiare, visitare molte cantine e confrontarsi con gli altri produttori. È importante non avere paura di fare cose nuove e seguire i propri sogni ma anche, come per la stessa vigna, valorizzare il legame con il territorio dove si decide di mettere radici.