Le città possono reperire notevoli quantità di cibo dalle loro aree peri-urbane che già detengono il 40% delle terre coltivate del mondo, dando così più sostegno alla produzione alimentare locale.
Il ricollegamento delle città con la loro produzione alimentare locale sostiene lo sviluppo di un sistema agricolo distribuito e rigenerativo. Ciò consente alle città di aumentare la resilienza delle loro forniture alimentari facendo affidamento su una gamma più diversificata di fornitori (locali e globali) e sostiene le varietà di colture autoctone. Inoltre offre agli abitanti delle città l’opportunità di rafforzare la loro connessione con il cibo e gli agricoltori che lo coltivano, aumentando spesso la probabilità che le persone richiedano cibo coltivato usando pratiche rigenerative a beneficio dell’ambiente locale e della propria salute.
Adotta un agricoltore e sostieni l’Italia delle tradizioni
Proprio per dare più sostegno alla produzione alimentare locale e creare una rete di agricoltori e sostenitori delle tradizioni contadine e per salvaguardare i territori rurali a rischio di abbandono è attiva dal 2018, Coltivatori di Emozioni, la prima social farming italiana che sostiene e rilancia le piccole realtà agricole nostrane. Nata da un gruppo di appassionati di natura, tradizioni e cultura gastronomica la piattaforma vuole aiutare le filiere italiane produttive attraverso un gesto di solidarietà: l’adozione a distanza dei coltivatori e della loro cultura agricola.
Presente in oltre 15 regioni italiane e con 40 agricoltori sostenuti fino a oggi, Coltivatori di Emozioni promuove anche la responsabilità sociale, l’innovazione e la salvaguardia ambientale. Supportando i piccoli produttori selezionati, i privati, le imprese, le associazioni e gli enti locali possono contribuire a preservare e valorizzare le eccellenze agroalimentari e le produzioni responsabili.
Le iniziative avviate
Per sensibilizzare l’opinione pubblica al recupero delle colture antiche, la piattaforma di social farming ha dato vita al Tour delle Emozioni con lo chef Simone Rugiati: un progetto condiviso da ENIT, che vede l’ambassador culinario ripercorrere la penisola, alla scoperta degli agricoltori che Rugiati stesso definisce gli “orafi” della terra. In collaborazione con l’associazione I Borghi più belli d’Italia, è stata avviata alla fine del 2020 una partnership per valorizzare il patrimonio storico e paesaggistico anche attraverso la riscoperta dei suoi prodotti agricoli più tipici.
“Grazie a una presenza sempre più capillare sul territorio italiano, la piattaforma è anche uno strumento a sostegno dell’occupazione per coloro che decidono di tornare alla terra e restituire nuova vita all’Italia dei piccoli borghi storici”, sostiene Paolo Galloso, CEO e Founder di CdE.
Come funziona?
Dal peperone Pontecorvo DOP di Frosinone al Morbidone dell’Oratino; dallo zafferano di Navelli fino ad arrivare al carciofo violetto di Niscemi in Sicilia, con una donazione in ore lavoro destinate alla semina, all’aratura, alla trebbiatura e alla raccolta è possibile adottare una delle tradizioni agroalimentari italiane che rendono unico il nostro Paese da Nord a Sud.
Regalare le eccellenze italiane è semplice: basta accedere al sito www.coltivatoridiemozioni.com e scegliere quale agricoltore e quale tradizione agricola adottare a distanza, selezionando uno fra i tre pacchetti presenti. Ogni box regalo contiene i prodotti provenienti dalle aziende agricole sostenute oltre a un certificato di adozione che suggella il legame tra sostenitore e produttore.
“Vogliamo porci come strumento che aiuti attivamente le produzioni agricole nostrane e per questo siamo andati oltre il semplice sistema di sostegno e ricompensa, afferma Biagio Amantia, Co-Founder di CdE. Ogni adozione, infatti, genera dei buoni lavoro – del valore di 10 euro – che vengono destinati agli agricoltori per completare la propria filiera produttiva”.