Il dolce a base di mandorle consumato durante tutto l’anno vede aumentare i suoi consumi durante le festività natalizie. La sbrisolona diventa il dono perfetto in questo periodo dell’anno, in grado di soddisfare tutte le esigenze.
Originaria del XVI secolo, la sbrisolona è un dolce mantovano dalle origini contadine. Solo con il passare del tempo e con l’approdo alla corte dei Gonzaga cambiò la sua accezione ‘povera’ per diventare il piatto più apprezzato dai nobili.
Le origini della sbrisolona mantovana
Un nome che si rifà al dialetto mantovano, dove la parola brisa indica le briciole. L’impasto friabile della sbrisolona tende a creare briciole, da qui il nome di questo dolce. Originariamente la ricetta prevedeva l’utilizzo di farina di mais, nocciole e strutto. Si trattava di prodotti facilmente reperibili dai contadini, ma anche molto nutrienti e sostanziosi.
Questo faceva si che la sbrisolona fosse il dolce perfetto da consumare a colazione, proprio prima del lavoro nei campi. Altra qualità che la rendeva ideale a questo tipo di vita era la sua conservabilità. Si conservava, infatti, per molti giorni, mantenendo integre le sue caratteristiche organolettiche.
Dai campi alle corte regali il passo non è stato breve, ma il risultato è stato garantito dall’abilità del pasticcere di corte Bartolomeo Stefani. Apportando alcune modifiche alla ricetta originaria è stato in grado di rendere la sbrisolona apprezzabile anche dai palati più raffinati. Le nocciole vennero sostituite dalle mandorle, si aggiunsero zucchero, vaniglia e limone e allo strutto venne preferito il burro.
La torta delle tre tazze, meglio conosciuta come sbrisolona
La sbrisolona viene chiamata anche torta delle tre tazze per via delle quantità degli ingredienti che vengono impiegate per la sua realizzazione. La ricetta tradizionale odierna prevede l’utilizzo di zucchero, farina di mais e farina bianca in parti uguali.
La tradizione lombarda rispetta le usanze antiche preferendo al taglio della torta lo spezzamento con le mani. Sempre secondo gli usi locali è bene accompagnarla con del vino liquoroso, in modo da poterla immergere esaltandone il gusto. Se per un determinato periodo storico il consumo della sbrisolona è stato associato ad eventi quali la nascita di bambini matrimoni e promesse, oggi il suo consumo risulta ben distribuito durante tutto l’anno. È possibile rilevarne un picco durante il periodo natalizio quando ne vengono acquistate grandi quantità anche da dare in dono.
La festa dei dolci mantovani: Sbrisolona & Co.
È giunto quest’anno alla seconda edizione il festival dedicato ai dolci mantovani Sbrisolona & Co. Durante queste giornate all’insegna della tradizione dolciaria lombarda è stato possibile degustare e conoscere nuove varianti di questo classico piatto. Accompagnata da creme, farcita con creme alla nocciola o ricotta o realizzata con noci al posto delle mandorle, è un dolce che riesce sempre a conquistare tutti.
A tenere compagnia alla regina indiscussa della pasticceria mantovana ci hanno pensato altri protagonisti come la torta Elvezia con mandorle, albumi montati a neve e zucchero, ma anche la torta di rose, che tanto richiama un bouquet floreale.
La ricetta della sbrisolona è abbastanza semplice, complice il dosaggio in pari quantità di burro, zucchero, farina bianca, farina gialla e mandorle. Basta aggiungere scorza di limone, vaniglia, uovo e sale e cuocere a diverse temperature per un totale di 30 minuti. Ovviamente è possibile personalizzarla aggiungendo marmellate, composte, creme e altra frutta secca. La sbrisolona si conserva per molto tempo e può essere facilmente trasportata anche nelle classiche schiscette lombarde come degno fine pasto. Possiamo definirla come un’ottima alternativa ai più classici panettoni e pandori natalizi.