Rimedio Japan Food: Come combattere l’Hangover col Sushi
Si sa, la domenica è il giorno Signore! Quale sia il vostro lo scopriremo solo vivendoci, mentre il mio ve lo presento subito: ha gli occhi a mandorla e cucina tutto il giorno, inebriando tutta Porta Portese e dintorni con il suo incredibile sushi. E così, quando al sabato sera prima delle 3 di notte non siete ancora sotto le pezze, è molto probabile che vi abbia colto il raptus da ventenne universitario che vi ha portato a dar fondo ai 50-100 euro con cui eravate usciti e che, presumibilmente, vi siate bevuti anche il barista. Ma per una notte da leoni, c’è sempre un risveglio da coxxxxne. Ebbene sì, ci sono poche certezze nella vita, ed una di queste è che dopo i 30 anni, alzare il gomito diventa indiscutibilmente imbarazzante! Quindi bisogna correre ai ripari e trovare il giusto e personalissimo metodo per combattere l’hangover. La soluzione è semplice e si trova a via Portuense. No, no, non è un messaggio promozionale il nostro. Come al solito è pura e semplice verità, la verità di pancia, quella che muove le nostre pesanti membra ancora imbevute di gin tonic verso quel luogo in cui tutti i nostri mali verranno riposti, tra un giro di huramaki e uno di churrasco. E così, montiamo lesti in macchina e puntiamo dritto verso Chopstick. Nossignore! Quello di via Portuense non è come quello di viale Regina Margherita. Guai ripeterlo ancora, provare per credere!
E così, alle 19.30 siamo già lì fuori ad aspettare un cenno dall’hostess in cassa. Un gesto magnanimo che ci indichi “prego, entrate, siamo aperti”. E nonostante l’ora prematura scopriamo che non siamo gli unici ad aver individuato nel sushi uno tra i metodi più efficaci per riprendersi dal devasto del sabato notte. Il japan food è entrato di diritto nei rituali dell’italiano medio (e non) e fa parte di quel nuovo life mood che, giorno dopo giorno, vediamo anche (e soprattutto) in rete. Provate a collegarvi la domenica sera su instagram o su facebook! Sono tutti dal cinese di fiducia, o dal giapponese amico a riprender conoscenza dalla sera prima, con vagonate di sushi e sashimi, che arrivano al tavolo come se dal cielo piovessero pezzi di pesce innaffiati di soia. Noi abbiamo le nostre abitudini, è vero, ma ogni tanto ci piace trasgredire e avventurarci nel magico mondo del gusto inesplorato. Così, un giorno, abbiamo provato l’insalata di mango con carote, mandorle e zenzero. E mentre godevamo con il mango, ci siamo anche piacevolmente intrattenuti con un preliminare imprescindibile: due porzioni di goma wakame (alghe), aspettando il nostro indiscusso California Ebi Temp. E tra riso bianco e torrenti di soia, ogni tanto passa un bell’ometto con lo spiedo del churrasco, perché tra un maki e un edamame, che fai non la metti una costoletta al barbecue o un bel pezzo di manzo? Che emozione l’All You Can Eat (se di qualità). Una di quelle creazioni che si aggiunge alle preziose invenzioni dell’essere umano. Uno di quei piaceri che solo raccontandolo, hai già l’acquolina in bocca. E che cosa meravigliosa è il Japan Food?
P.S.: Ognuno ha il proprio, è vero. E non sia mai trasgredire ma noi, da affamati seriali, teniamo a dirvi che a Via Portuense 76 ci abbiamo messo la bandierina. Provare per credere!