Tra racconto e riflessione, nel giorno di San Valentino, festa degli innamorati, si sente nostalgia di una certa galanteria, quella a cui magari le giovanissime generazioni non sono abituate, ma che fa sempre bene.
Ormai siamo rimasti in pochi a ricordare i gesti galanti che gli uomini usavano dedicare alle signore sedute a tavola accanto a loro o da loro stessi invitate al ristorante e, purtroppo (o forse per fortuna), sono rimaste in poche anche le rappresentanti del gentil sesso in grado di notare l’assenza di questi gesti. In ogni caso, anche se non se ne accorge quasi più nessuno, è un vero peccato che la galanteria scompaia nel nulla senza nemmeno un necrologio. E il fatto che il raro accenno a un gesto un po’ d’antan venga accolto quasi sempre con malcelata sorpresa la dice lunga sull’utilità di fare convivere le vecchie buone maniere insieme alle pari opportunità. E sui contenuti protettivi, seducenti, soccorrevoli e piacevoli che ciascuno di questi gesti contiene, nonostante la signora in questione sia una donna autonoma e indipendente. Al contrario, soprattutto se l’invitata conduce una “doppia vita” impegnata che le impone costante dinamismo ed efficienza.
Allora proverò a riassumere. E mettiamo che lui per San Valentino abbia invitato lei al ristorante. Mettiamo anche che sia la prima volta o la centesima volta. Mettiamo pure che lei sia la legittima sposa o la convivente da più di vent’anni. Non cambia. Se è stato lui a formulare l’invito, allora si prenda le proprie responsabilità fino in fondo. Non le affidi il compito di scegliere e prenotare il ristorante, con la scusa che lei è più informata, più libera o magari più influente: si informi, si dia da fare. Non le chieda di passare a prenderlo al lavoro, anche se la sua automobile è dal meccanico: se ne noleggi una o, meglio ancora, la passi a prendere e la riaccompagni in taxi. E, in entrambi i casi, scenda per aprire la portiera e richiuderla dopo che lei si sarà sistemata.
Al ristorante sarà lui a entrare per primo, ad aiutarla a toglierle il cappotto e, in maniera discreta, spegnendo il proprio smartphone “dimenticandolo” per l’intera durata dell’appuntamento. Solo dopo che il personale del locale si sarà fatto carico di condurli al loro tavolo, lui scorterà la signora dove sarà sempre lui a spostare la sedia affinché lei possa accomodarsi. In ogni caso non siederà mai prima di lei e si alzerà ogni volta che lei lo farà. Se tra i tavoli dovesse aggirarsi il solito venditore di fiori, farà un gesto coraggioso e magnanimo nei confronti del poveretto e, sorpresa, non si sottrarrà alla sua parte: farà sua la rosa o il mazzolino e lo offrirà alla compagna nonostante le sue rimostranze. Con enfasi, ironia e sano giustificato imbarazzo. Basta rompere il ghiaccio la prima volta, poi viene naturale. E alle ragazze e alle signore fa piacere, anche se sono imbarazzate pure loro. Il vino e l’acqua li servirà lui, anche se è stata lei a scegliere, così come non lascerà mai il suo bicchiere vuoto. Non commenterà l’entità del conto e non chiederà di emettere fattura come se si trattasse di una cena di lavoro: lei non gradirebbe nemmeno per un secondo pensare di venire scaricata insieme all’IVA…
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Dopo che l’avrà riaccompagnata a casa, anche se come tutte le notti da vent’anni a questa parte dormiranno sotto lo stesso tetto, la ringrazierà con un baciamano per la piacevole serata che lui avrà saputo rendere davvero speciale.
Buon San Valentino agli innamorati di tutte le età!