Il 22 settembre presso il Nhow Hotel in via Tortona 35 a Milano si è svolta la Sake Experience, noi c’eravamo e vi raccontiamo com’è andata.
Qualche giorno si è svolto quello che molti hanno definito l’evento dell’anno per quanto riguarda il mondo del Nihonshu in Italia. Stiamo parlando della Sake Experience che ha avuto luogo domenica 22 settembre presso il Nhow Hotel in via Tortona 35, nel cuore del distretto del design milanese, evento il quale ha dato seguito alla quarta edizione della Milano Sake Challenge, la manifestazione dedicata al mondo del sakè, svoltasi a giugno che ha riscosso grande successo e una partecipazione ancora maggiore da parte dei produttori rispetto alla precedente edizione, dimostrando ancora una volta come l’Italia sia un mercato centrale e di riferimento per il mondo del sake e come questa competizione si sia ritagliata un ruolo di assoluta protagonista nel panorama europeo, come una delle principali, insieme a Londra e Parigi.
Precedentemente nota come Fuori Milano Sake Challenge, la manifestazione ha coinvolto abili sommelier di sake, in qualità di giudici del concorso, che hanno accompagnato i visitatori in un eccezionale viaggio sensoriale, permettendo loro di esplorare e degustare oltre 700 varietà di sake distinte. Anche quest’anno grande adesione da parte delle sakagura (i produttori di sake) che hanno presentato circa 700 etichette, riconoscendola ancora una volta come un punto di riferimento nel mondo occidentale.
Iniziata come una grande scommessa che faceva leva sul ruolo sempre più preponderante del sakè in Italia (dal 2018 uno dei due paesi che registra il maggior volume di importazioni in Europa), oggi la manifestazione organizzata dalla Sake Sommelier Association Italiana è divenuta un punto fermo nel calendario dei produttori, sia per il successo conseguito, sia per il coinvolgimento dei sakè sommelier, sia per l’attenzione e la copertura media.
La prima parte della giornata dalle 9 alle 11 è stata dedicata alla stampa e ai professionisti e ha visto la cerimonia di premiazione de “I Migliori Sake per l’Italia” eletti dagli oltre 200 giudici e la presentazione delle novità e del programma dell’edizione 2025. Tra i sake di ognuna delle 8 categorie che hanno ricevuto la medaglia platino, sono stati annunciati e premiati sul palco il migliore di ogni categoria, ricevendo la menzione e la coccarda “Magnifica”. A questi si sono aggiunti il Migliore come pairing al Parmigiano Reggiano e il Migliore come pairing al Prosciutto San Daniele. Questi ultimi due sono stati anche protagonisti della degustazione a fine premiazione.
Presenti un’area dedicata al Consorzio del Parmigiano Reggiano e un’area dedicata al Consorzio del Prosciutto di San Daniele, insieme a un ricco programma di masterclass e degustazioni gratuite (meglio se su prenotazione) per chi ha voluto approfondire determinati argomenti o avvicinarsi ancora di più a questo magnifico mondo grazie alla presenza di produttori e professionisti del settore, sono stati, infatti, almeno trenta i rappresentanti presenti tra regioni, sakagura (aziende di produzione) e kuramoto (proprietari delle sakagura) che oltre a ricevere il meritato riconoscimento, erano a disposizione del pubblico durante la degustazione.
Queste lezioni o meglio dire masterclass hanno avuto lo scopo di regalare un’immersione profonda nel mondo del sake e della cultura giapponese. I temi delle Masterclass sono stati: Tatenokawa, produttore virtuoso e innovativo, il primo che sia riuscito a portare la lavorazione della sbiancatura del chicco <1%. ha parlato di come sia stato possibile arrivare a questo risultato; Kenbishi, icona nel mondo del fermentato giapponese, l’azienda più vecchia del Giappone, dedicato ai sake invecchiati; Il Consorzio del Parmigiano Reggiano e il Consorzio del Prosciutto di San Daniele che hanno affrontato il tema dell’umami in relazione al sake; Hatsumago, sakagura di Yamagata, ha raccontato la sua specializzazione in sake con lavorazione kimoto (tipologia di sake con acido lattico naturale); Massimo Biloni in rappresentanza di Ires, azienda italiana specializzata nella ricerca e sviluppo nel mondo del riso, autrice dello sviluppo del primo sakamai in Italia, ha parlato appunto del primo riso per il sake prodotto sul territorio italiano; Hoshitaro Asada, fondatore della prima sakagura in Italia, a Feltre, invece ha spiegato le difficoltà e le soluzioni che ha riscontrato per riso e macchinari in territorio diverso dal Giappone.
Preme ricordare che Sake Experience, Milano sake challenge e infinite altre manifestazioni in tutta Italia che hanno come punto cardine la promozione e l’aumento della competenza del sake e che mettono in risalto il ruolo del sake come bevanda a tutto pasto da abbinare non solo alla cucina orientale ma soprattutto a quella italiana, sono tutti eventi promossi dalla Sake Sommelier Association e da Sake Company i quali tra l’altro proprio a questo scopo sono anche gli organizzatori di viaggi enogastronomici assolutamente unici dall’Italia al Giappone con un programma di experience tra sakagura, allevamenti di wagyu e altre piccole chicche che abitualmente non sono accessibili anche ai migliori tour operator.