Mai come in questo momento la parola “resilienza” è il termine più adeguato da usare: con il Dpcm del 24 ottobre è stato imposto un nuovo giro di vite su una serie di attività lavorative e sulla nostra “libertà personale”: per tenerci lontano da qualsiasi contagio ci raccomandano di non uscire se non per lavoro o casi strettamente necessari e di evitare ogni forma di assembramento. Questo si traduce in coprifuoco dalle 24 alle 5, chiusura alle 21di piazze e strade molto popolate, chiusura di ristoranti e bar alle ore 18, chiusura di cinema, teatri, palestre e piscine.
Dall’ultima conferenza stampa di Giuseppe Conte sono nate numerose manifestazioni pacifiche – stendiamo un velo pietoso su quelle violente che in questo momento non risolvono nessun problema – che chiamano all’appello il buon senso politico su una categoria già sotto pressione e che con queste nuove regole rischia di fare altri passi indietro con pesanti ripercussioni sull’economia generale. Ancora una volta è emersa la forza della ristorazione italiana e il desiderio di continuare a lavorare, dimostrazione già avvenuta in occasione degli adeguamenti post-lockdown.
Le forti limitazioni per la ristorazione
Su quanto abbia senso chiudere bar e ristoranti alle ore 18 si è detto di tutto. L’obiettivo è solo uno ed è anche molto chiaro: far stare le persone a casa, limitare spostamenti e potenziali contagi. Chiudere un ristorante alle 18, che per molti è l’orario di apertura è un delitto a tutti gli effetti, non solo nei confronti della categoria, ma dell’intera filiera agroalimentare. Ma visto che gli italiani sono un popolo che non molla facilmente, se prima si sono dati al delivery e all’asporto, ora convertono le cene con i pranzi, dilatando addirittura l’orario del pranzo, che inizia dalla mattina e si chiude alle 18. C’è tutto: colazione, spuntino, pranzo e merenda. Aperitivo e cena? Anche, in formato asporto e delivery, perché si sa che ciò che è stato messo a frutto con successo prima non può essere abbandonato.
Conversioni culinarie
Riconversione obbligatoria, forse per molti forzata e non naturale, pensiamo a chi era abituato a gestire solo turni serali come le pizzerie. E anche se per altri può sembrare più semplice per tutti si è imposta una revisione della propria struttura e del management, per capire se ci fossero i presupposti per lavorare e anche bene dal mattino fino all’ora di stop. C’è chi con onestà ha preferito chiudere, sapendo che la loro formula tipica di ristorazione non avrebbe trovato forma in questo spaccato, un esempio su tutti sono i cocktail bar e la categoria mixologist; c’è chi ha mantenuto fede alla propria identità continuando a fare quello che ha sempre fatto per non snaturarsi, c’è poi chi ha voluto trovare ispirazione nelle tendenze estere, nello smartworking per inventarsi e reinventarsi, offrendo un servizio ampio e continuato e cercando di soddisfare le esigenze più disparate del cliente.
Nuove abitudini per i clienti
Di riflesso da questo riassetto ne viene fuori un adeguamento delle abitudini dei consumatori, che a dirla tutta con questa pandemia sono diventati dei veri esseri mutanti digitalmente avanzati. Se da marzo a giugno siamo un po’ tutti fan dei delivery, della spesa e delle cene a domicilio, anche quelle gourmet, ora i nostri momenti conviviali si sposteranno nelle ore diurne, con i pranzi del sabato e della domenica e sfruttando ogni ora dalle 5 di mattina alle 18 per incontrare gli amici al bar. Impareremo ad apprezzare la pizza anche a pranzo, e non solo la sera, impareremo a passare più tempo nei locali con wi-fi, mangiando qualcosa e bevendo litri di caffè, per riunioni, appuntamenti di lavoro o solamente un tranquillo smart-working lontano dai figli che imprecano contro la didattica a distanza.
Molto dipenderà anche dalle città dove viviamo, piccoli paesi di provincia ovviamente rischiano maggiormente di non riuscire nell’intento di cambiare e far cambiare le abitudini. Con lo sforzo di entrambi le parti, perché se il cliente non risponde alle nuove proposte, non sarà facile sopravvivere (e ci si augura che sia una questione limitata al mese imposto) in pochissimi giorni sono fioriti nuovi menu, più ricchi, più light, alternativi, fantasiosi.
Cosa succede nella Capitale
Roma, una città turistica (ora non proprio) è abituata agli orari no stop, ai doppi turni pranzo e cena, e alla cucina sempre attiva anche nelle ore più strane, soprattutto in centro, che purtroppo è la zona più sofferente. Se ristoranti storici come Alfredo alla Scrofa o l’Osteria de Grappolo d’Oro sono sempre operativi a pranzo 7 giorni su 7, Osteria dei Fratelli Mori (Via dei Conciatori) mette in atto anche il servizio take away, ma il trend di molti locali è il cambio turno aprendo soloa pranzo come fa Trattoria Pennestri (da martedì a domenica 12-15) o Pastificio San Lorenzo (via Tiburtina, tutti i giorni 12-15) da poco rinnovato e rilanciato per i buongustai romani, all’interno dello storico Pastificio Cerere, dove propone un’osteria gastronomica moderna e uno spaccio di pasta artigianale dove mangiare e acquistare tutti i formati tipici dal nord al sud dell’Italia. Anche La Dispensa dei Mellini (Lungotevere dei Mellini) apre solo a pranzo (martedi – domenica 12:30 – 15:30) e qui il pranzo deve essere un vero momento di relax per chi lavora e non vuole rinunciare al suo piatto di pasta, ogni giorno sia il menù a la carta sia un menù diverso ma sempre contraddistinto da qualità delle materie prime. Una cucina di pancia come la definisce Lorenzo Biancolella, che punta sul gusto, creando un luogo con meno giudizi e più apertura, dove si può fare “la scarpetta” come la si fa a casa, anzi da fare anche a casa grazie all’asporto e delivery per la cena.
I nuovi orari
Altri che affiancano il servizio delivery su prenotazione o l’asporto per pranzo o cena sono BucaVino, dei fratelli Palmieri che apre a pranzo da martedì a domenica e propone il suo menu dalle ricette della nonna (che abbiamo presentato qualche settimana fa) in versione asporto o delivery ma solo nel raggio di un km dal via Po; Romeow Cat Bistrot (via Negri) propone il suo nuovo chetomenu tutto da scoprire se siete amanti della sana alimentazione in versione delivery (ma da venerdì a domenica). Poi c’è anche chi propone il delivery anche per il beverage, perché si sa che una buona cena si accompagna sempre a una buona bottiglia di vino come fa per esempio Ditirambo (Piazza della Cancelleria) che prevede il 30% di sconto sul menu e sulla lista dei vini.
Esempio eclettico è Aqualunae, il bistrot di Piazza dei Quiriti guidato dallo Chef Emanuele Paoloni che apre tutti i giorni (8-18) con proposte dolci e salate per la colazione, un pranzo ricco, tè e tisane con dolci da forno per accompagnare la merenda e la domenica l’immancabile brunch. Altra offerta “all day long” la propone Proloco Trastevere (da martedì a domenica 9 -18) sempre in linea con la filosofia Proloco: colazione con croissant, panna e creme fatte in casa, pane burro e marmellata e torte da dispensa homemade, la giornata continua con i pranzi golosi a base di maritozzi salati o zuppe calde con ingredienti a km 0 e la sera Pizza e fritti, per il delivery e l’asporto. Durante il giorno è sempre attiva la bottega di Casa Proloco, con i suoi prodotti di Origine laziale acquistabili in piccole porzioni da banco o nei golosi kit già pronti. Il sabato e la domenica (12-15.30) da non perdere il Pranzo Contadino, il primo brunch della domenica ideato da Proloco Trastevere dedicato ai prodotti dei piccoli artigiani della selezione D.O.L.
La flessibilità delle botteghe
Pranzo caldo, aperitivo diurno con le sue specialità anche per Beppe e i suoi Formaggi, la formaggeria di Beppe Giovale al Ghetto di Roma aperta tutti i giorni dalle 9.30 alle 18. E tutto quello che c’è nella bottega può essere ordinato anche delivery: formaggi, salumi, pasta, conserve, farina, tartufo e vino, ma anche piatti già pronti come il vitello tonnato e le vellutate di verdura di stagione.
Anche insegne storiche come La Danesina Fatto in casa a Via del Governo Vecchio che ha aperto più di venti anni fa rispondono con un’apertura dalle 9 alle 18. Annalisa Polo e Roberto Tomasini che accolgono i loro ospiti con la loro cucina autentica, che ha il gusto della famiglia aprono a partire dalla colazione con cornetti e dolci fatti in casa, proposte per la colazione salata , a pranzo i grandi primi della tradizione romana e nel pomeriggio si prosegue con caffetteria italiana, cioccolata calda, torte, crostate, muffin e ogni giorno tanti dolci diversi fatti in casa.
Sul versante fine dining c’è Jacopa, l’insegna di Daniele Frontoni a Trastevere (Via Jacopa de’ Settesoli) ha deciso di proporre varie alternative in questo periodo. Jacopa Caffè resta aperto con il Pranzo e il Delivery. Il Week end poi – approfittando delle belle giornate – il pranzo si sposta nella terrazza panoramica. Mentre il ristorante Jacopa per cena e cocktail bar è disponibile per chi ha anche la camera nell’albergo San Francesco, come da dpcm e proprio a tal proposito è stato ideato un pacchetto con camera e cena inclusa per i clienti dell’albergo stesso.
Le novità
Le novità della Capitale le firmano quei locali ampi e versatili da gestire tutto il giorno in modo creativo, gustoso e funzionale. Queen Makeda Grand Pub (Via San Saba) con lo Smart Worker Menu + Power bank e wifi gratuito, menu lunch completi composti da Wok, zuppe, burger, focacce e sandwich con succo o caffè americano incluso, ampi spazi power bank, prese e wifi per lavorare e dopo pranzo, si continua con le merende a base di té, tisane e dolci (tutti i giorni 12-18). Continua il sabato e la domenica il Grand Brunch Tour di Queen Makeda, un vero e proprio excursus gastronomico servito al tavolo e realizzato nel loro inconfondibile stile con piatti a scelta tra english breakfast, zighinì, sunday roast, pancake salati, bagel e burger e per concludere dolci al kaiten illimitati, succhi di frutta e caffè americano.
Cus Cus (via Arezzo) locale ideato dalla chef Simona Iacono è un angolo di Sicilia a Roma. Aperto tutti i giorni, anche in versione take away e delivery, amplia ora la sua offerta con “Cu mancia fa muddichi” la merenda dal lunedì al sabato dalle 15:30 alle 18:00 con diverse golosità salate a base di cus cus e dolci tutti fatti in casa come il tortino di carote con panna montata, la brioche siciliana con crema al mascarpone e cioccolato oppure la crostata alle noci di Carmelo e l’immancabile granita di caffè con panna. Il tutto da accompagnare con caffè, tisane, spremute, ma anche moscato e zibibbo.
Per gli amanti dell’aperitivo in ogni momento della giornata The Court Rome con la sua vista magnifica sul Colosseo non vi tradisce, barman all’opera dalle 12 alle 18 e nel weekend c’è il Morning Glory Brunch con Dj Set dalle 11 alle 18.
Servizio completo lo offre pure Con.tro Contemporary Bistrot (via dell’Acquedotto del Peschiera) che apre alle 6.30 per la colazione, dalle 12 è operativo per il pranzo e dalle 16 alle 18 aperitivo gourmet con la chicchetteria firmata. E per chi arriva in ritardo c’è il delivery o l’asporto.
Tra le novità c’è anche una nuova apertura come Osteria del Piatto nel quartiere Gianicolense, che ha aperto solo una settimana fa ed è subito messo a dura prova, ma la passione e la voglia di trasmettere un’idea di cucina romana, contemporanea e divertente è più forte di ogni dpcm. Garantito un pranzo semplice e tradizionale, in un ambiente elegante e al tempo stesso familiare tutti i giorni dalle 12 alle 15.30 e per la sera il concept dell’osteria i trasferisce a casa vostra nella soluzione delivery o asporto.
Per fortuna c’è chi può rimanere aperto un po’ di più, almeno fino alle 20, come l’Antico Forno Roscioli (Via dei Chiavari), aperto tutti i giorni con consumazione al tavolo per mangiare uno dei piatti della gastronomia fino alle 18, per fare la spesa e portar via fino alle 20. Consigliato ai ritardatari. E dopo scatta il il servizio delivery.