Da qualche mese ha aperto a Roma Ristorante Gusta in zona Tiburtina. Un salone per motociclisti che apre al mondo dell’enogastronomia. Una follia per molti o un’idea geniale per altri. Ci siamo stati e vi raccontiamo com’è andata.
Un salone per motociclisti che apre al mondo dell’enogastronomia. Una follia per molti o un’idea geniale per altri. Trattasi del Ristorante Gusta, realtà sorta nel distretto Tiburtino a Roma, a due passi da quella nuova stazione ferroviaria che è sempre più centro nevralgico degli interscambi culturali romani, espressione fisica e diretta di un quartiere che sta mutando il proprio volto verso l’internazionalità e la potenziale poliedricità dei suoi luoghi. Gusta interpreta queste sensazioni dal carattere urbano e propone agli avventori, viaggiatori e/o appassionati delle due ruote, il suo personalissimo concetto di cucina conviviale, tra sapori unici, artigianato, design, ricerca e attenzione al dettaglio e alle materie prime, ritrovando in queste parole i punti cardinali della sua rotta.
Un sentire comune che fa leva nel cuore e nella testa dei fratelli Maurizio e Stefano Celon che insieme a Riccardo, figlio del primo, ha dato luce ad un luogo dal piglio sofisticato ma non troppo, industrial ma non eccessivamente freddo, contemporaneo ma dai sapori che strizzano l’occhio verso il passato, in cui lasciarsi infatuare da quelle post-moderne food experience d’oltreoceano che, negli spazi a Tiburtina, trovano il loro giusto confine per oltrepassarlo e guardare verso l’infinito. Lo fanno all’interno della Città del Sole, il complesso architettonico-urbano di fronte alla stazione, che unisce come un filo rosso via della Lega Lombarda e via Arduino, con affaccio su piazza Carlo Magno dove l’atelier di moto del luxury brand MV Agusta, si fa convivio e diventa Gusta.
Accanto a lussuosi e roboanti oggetti di design motociclistico, si affianca la somministrazione e la proposta di un percorso gastronomico che ha dato vita ad un progetto originale, che conquista i clienti più attenti alle nuove tendenze in materia di food and beverage, grazie alla proposta della carta studiata da Chef Edoardo Conti e la sua brigata, seguiti dal protagonista del bancone, il bar manager Alessandro Mastrofini.
Riccardo Celon, una giovane storia da raccontare
La proposta di menu orizzontale, così come lo chiamano, è illustrata dalle parole e dall’entusiasmo del giovane Celon, appena 22 anni ma con una curiosità da veterano che, ad una bella serata con gli amici o a una vacanza in total relax, baratterebbe volentieri un tour nelle cucine del mondo alla scoperta della cultura in tavola, così come di quella in bottiglia. Riccardo è infatti anche un sopraffino sommelier, che ha curato personalmente la carta dei vini del locale. Un esempio di un giovane che ha saputo canalizzare il capitale familiare in una proposta degna di nota e rispetto.
La nostra degustazione da Gusta
Quella di Gusta è una cucina conviviale, esperienza che invita a selezionare ciò che più incuriosisce e allo stesso tempo a condividere le portate tra i commensali. Nelle sue creazioni, chef Edoardo non fa mancare un tocco di acidità per dare carattere oppure la piccantezza, per risvegliare i sensi lavorando sapientemente con i fondi, gli odori e le erbe, per valorizzare ogni singolo ingrediente.
E così, può un Pastrami far sussultare il cuore? Quello di Gusta evidentemente sì. Servito s’una sostanziosa fetta di pane scuro a contrasto con il rosa delle carni, tenere e dolcissime, esaltate dalla senape e dall’acidità del cetriolo, il pastrami del locale al Tiburtino è un’esperienza catartica, quasi quanto il piatto di hummus servito con peperoni dolci e verdure grigliate. Lo spiedino di prosciutto iberico arriva a tavola adagiato su del rosmarino ancora fumante, accanto a una generosa porzione di broccoletti ripassati. Il menu, corto ma di sostanza, parte con dei fritti fatti ad arte – tra cui è impossibile non assaggiare il baccalà mantecato con aioli e origano -, per poi aprire sulla tartare di manzo, servita con midollo e osso arrostiti d’accompagno.
Con lo sbocciare della primavera poi, il carciofo alla romana su focaccia integrale, con lardo di mangalica e pecorino falisco, è decisamente iconografico. La bruschetta di focaccia diventa il trono del “re” del piatto, il carciofo per l’appunto. Foglioline di menta e pecorino sono gli ornamenti della corona, costituita dal fiore del vegetale simbolo di un’intera città.
Dal nuovo menu, degno di nota è lo sgombro marinato con scarola saltata con uvetta e olive taggiasche, che nasce da una lavorazione orientale del pesce, tenuto a marinare con aceto e odori come pepe rosa, aneto e finocchietto. Lo sgombro viene poi leggermente scottato dal lato della pelle e condito con olio all’arancia e peperoncino, poi posto nel piatto sulla scarola appena scottata.
Ma è la brioche siciliana con granita alla mandorla e polvere di capperi a rapirci definitivamente. Da quel punto in poi non c’è più ritorno, se non per la via che riporta a piazza Carlo Magno, laddove provare altri piatti, per conoscere altre storie da vivere su due ruote o con le gambe comodamente sotto il tavolo. Da provare.
Da pochi giorni è attivo il menu della bella stagione, consultabile sul sito: https://www.ristorantegusta.it/