A rione Monti, uno dei luoghi più evocativi di Roma, c’è un posto nuovo e speciale. Si tratta di RI-One Restaurant & Cocktail Bar all’interno di MyTale Creative Academy Hotel Rome, che abbiamo provato e vi raccontiamo.
Rione Monti è uno dei luoghi più evocativi di Roma. Una passeggiata tra le sue strade è come fare un viaggio in un’altra epoca, respirare un’atmosfera dal sapore retrò, fatto di botteghe artigiane, antiquari, boutique di design, locali e ristoranti. E poi ci sono i palazzetti storici, di pochi piani, che guardano sui viottoli e sulle vie maestre del quartiere piene di turisti, di ragazzi appoggiati ai muretti, i innamorati che passeggiano.
Rione Monti è un quartiere dove si susseguono i luoghi del gusto, botteghe, ristoranti, trattorie e tra i tanti posti dove andare a mangiare o passare un piacevole dopo cena, da poco c’è un posto nuovo e speciale. Si tratta di RI-One Restaurant & Cocktail Bar all’interno di MyTale Creative Academy Hotel Rome, Boutique Hotel 4 Stelle, a Piazza degli Zingari, che abbiamo provato e vi raccontiamo.
MyTale, il racconto di Roma in 5 piani
Un interessante progetto di ospitalità a tutto tondo. Entriamo al n.4 della piazza nel cuore di Monti per immergerci in un mondo narrativo di grande empatia. Il filo conduttore di ogni elemento presente all’interno dell’hotel – dagli arredi al design, dalle pitture sui muri ai colori e ai disegni riproposti sui pavimenti – è l’arte e il racconto. Non a caso questo posto si chiama MyTale, ideato e voluto dal proprietario (nonché pittore) Claudio Riefoli, che trasforma i cinque piani di questo palazzo in un viaggio verticale verso l’alto, in un viaggio temporale e ascensionale che simboleggia la crescita dell’uomo che guarda al futuro.
Ogni piano è un’epoca di Roma che viene narrata con originalità, attraverso simboli, colori, forme. Le dodici stanze sono un concentrato di dettagli studiati per far stare bene gli ospiti, per far vivere loro la bellezza e il comfort che li circonda senza nessun tipo di etichetta, liberi da schemi formali imposti. L’esperienza in hotel diventa una trasmissione reciproca di emozioni e di bellezza.
Questo in sintesi la spiegazione di ciò che vediamo e viviamo prima di arrivare al rooftop dove ci aspetta il bancone del cocktail bar in cima alle scale e fuori un angolo verde, costellato di luci che illuminano le serate, sedute e tavolini dotate di coperte per proteggersi dal freddo o dall’umidità.
L’atmosfera qui è quella di un salotto intimo tra i palazzi, è come essere in un cortile condominiale dove gli ospiti dell’hotel o chi arriva da fuori si ritrovano per trascorrere un momento di relax e convivialità. È questo il regno di Ri-One progetto firmato da Emanuele Cozzo, che su Roma si è fatto già conoscere con Bistrot 64, insieme a Maayan Bazak, la Food and Beverage Manager con esperienze nei locali di Tel Aviv e Berlino e Stefano Cristiani, il Bar Manager con esperienze londinesi e romane da Hotel De La Ville.
Anche la ristorazione di Ri-One riprende lo stesso concept di MyTale: anche qui troviamo un racconto della città, parliamo di racconto gastronomico fatto di piatti tipici, fatto di materie prime locali, tutte altamente selezionate, stagionali e con un occhio attento alla sostenibilità.
Cosa si mangia da Ri-One al MyTale
La cucina e il menu sono firmati dallo Chef Giacomo Zezza, già chef di Bistrot 64 e compagno di avventura di Emanuele Cozzo. È chiara l’ispirazione mediterranea, che vuole mettere nel piatto solo eccellenti materie prime di territorio. La sua impronta è proprio la territorialità, oltre alla stagionalità, che ci fa degustare piatti come Maritozzo, Crucifere, Cozze e Limone.
Tutte portate semplici, elementari negli ingredienti, a tratti poveri, ma combinati tra loro per regalare un risultante di sapore accattivante. Abbinamenti a tratti originali come Ceci, Porro, Nocciole e Sesamo, rivisitazione di un hummus che aggiunge le nocciole laziali con quel gusto croccante e tostato, o ancora i Peperoni, Crème Fraîche, Basilico, colorati, gustosi, freschi.
Per tornare al discorso del racconto della città troviamo qui i piatti tipici della tradizione carbonara, l’amatriciana e la cacio e pepe, ma troviamo anche dei buonissimi Bottoni con Stracchino, Funghi e Limone Bruciato, dove ogni boccone è un’esplosione fatta di cremosità, di sentori di bosco con quel profumo con punte acide del limone. Tutto tenuto in un perfetto equilibrio.
E le storie che Giacomo Zezza ci racconta non finiscono qui. Tra le portate, 14 in tutto che ruotano stagionalmente e secondo la fantasia dello stesso chef, c’è un’attenzione particolare ai vegetali. Molti sono i piatti, che vedono come protagonisti ortaggi, legumi e semi oleosi. Piatti pensati anche per vegetariani o vegani, che appagano il palato senza rimpianti di alcun genere.
Come accennato prima nella ripresa del concept dell’albergo c’è un abbattimento delle etichette anche nella proposta ristorativa. I piatti a menu si distaccano totalmente dalla classica suddivisione in antipasti, primi e secondi, diventano portate fruibili dal commensale che segue un suo personale percorso di gusto, che vuole scegliere cosa mangiare e ciò che lo fa stare bene, lasciandosi ispirare. In effetti tutti i piatti sono adatti per un pranzo o una cena, ma anche come piatto da stuzzicheria o aperitivo, per un break salato o dolce.
Cocktail bar e food pairing
Altra interessante proposta è la drink list. Esiste una carta dei vini che spazia dalla regione all’internazionale, ma sono i cocktail, un omaggio al Mediterraneo e alle sue città che diventano protagonisti di un aperitivo serale, di un brunch domenicale o di una cena
Gli stessi cocktail firmati da Stefano Cristiani sono luoghi del Mediterraneo, che per l’occasione, diventano drink : La Vucciria, Sicilia (Aperitivo, Italicus Rosolodio di Bergamotto, Grapefruit Bitter, Citron Soda); Triana, Sevilla (Tequila infusa con Hazel Nuts. Pedro ximenez sherry. Pink grapefruit. Blood orange. Perrier); Tel Aviv (Buffalo trace. Fennal min & chili soda. Lime Peanuts); Atene (Stoli vodka. Mastika. Pomogranate. Cordiali Olives).