Presentata nella mattinata di ieri 2 febbraio allo Spazio Europa di Roma, la “fotografia” degli italiani nelle case e nella filiera del cibo sulla base del report “Il caso Italia” 2023 di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability, diffuso in occasione della 10^ Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare.
Misurati nelle abitudini di acquisto, focalizzati sulla prevenzione degli sprechi anche come risposta allo scatto inflattivo, attenti alla qualità di quello che si porta in tavola e a non sacrificare la cura della propria salute. Disponibili a tagliare i consumi per ridurre le bollette dell’energia elettrica e del gas, o per le spese di abbigliamento.
Questo è quanto emerge dal report, per iniziativa della campagna Spreco Zero di Last Minute Market e dell’Università di Bologna, su monitoraggio Ipsos. Un’indagine che, dopo due anni di covid, non manca di far sentire il peso e l’onda lunga della pandemia sulle abitudini quotidiane. Marcata è la riduzione del consumo extra-domestico e dell’effetto “nidificazione”, infatti, per 1 italiano su 3 (33%) diminuiscono drasticamente le colazioni, i pranzi, e per 4 italiani su 10 anche l’abitudine dalla cena al ristorante (42%).
Diventano centrali i temi relativi alla sostenibilità alimentare (36%): il 35% del panel ha aumentato il consumo di legumi e derivati vegetali a scapito della carne e delle proteine animali, mentre il 29% ha aumentato l’acquisto di prodotti a km0. E nonostante l’aumento dei prezzi al consumo, la spesa alimentare è infatti quella che diminuisce meno (18%), dietro solo alle spese mediche (11%) e di cura alla persona (17%). “Risparmio”, dunque, non è più la parola chiave nei comportamenti degli italiani, solo il 7% dichiara di metterla al primo posto nei comportamenti di acquisto: prevale piuttosto la “pragmaticità”, per 6 italiani su 10, la qualità per il restante 32%.
I nuovi dati dell’Osservatorio Waste Watcher
Si riferiscono al mese di gennaio 2023 e sono stati presentati da Andrea Segrè, Direttore scientifico di Waste Watcher, da Enzo Risso, Direttore scientifico Ipsos e da Luca Falasconi, coordinatore del rapporto.
Gettiamo in media 524,1 grammi pro capite a settimana, ovvero circa 75 grammi di cibo al giorno e 27,253 kg annui: ca il 12% in meno rispetto alla medesima indagine del 2022 (595,3 grammi settimanali).
Un dato che si accentua a sud (+ 8% di spreco rispetto alla media nazionale) e per le famiglie senza figli (+ 38% rispetto alla media italiana).
«Vale complessivamente 6,48 miliardi € lo spreco del cibo solo nelle nostre case, alla luce dei dati Waste Watcher di gennaio 2023 – annuncia il fondatore di Spreco Zero,l’agroeconomista Andrea Segrè –L’obiettivo ONU, dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030, non è lontano: la sfida si può vincere. Il recupero di cibo a fini solidali sta diventando una prassi consolidata – osserva ancora Andrea Segrè – ma la scommessa si gioca soprattutto nelle nostre case e in una svolta culturale profonda e personale. Per questo le food policies, che coordinano la filiera del cibo nelle nostre città, stanno diventando riferimento centrale di buon governo».
Ma c’è un dato ulteriore da aggiungere, ed è quello relativo allo spreco di filiera, fra perdite in campo e sprechi nella catena dell’industria e della distribuzione del cibo: «nel 2022 – aggiunge Luca Falasconi, coordinatore del Rapporto “Il caso Italia” 2023 – sono andate sprecate nella filiera italiana oltre 4 milioni di tonnellate di cibo (per la precisione 4.240340 tonnellate), per un valore complessivo nella filiera italiana dello spreco di € 9.301.215.981». Lo spreco del cibo di filiera pesa al 26% in agricoltura, al 28% nell’industria e all’8% nella distribuzione.
L’indagine 2022 Waste Watcher “Il Caso Italia” 2023, dedicata come sempre allo spreco alimentare e alle abitudini di fruizione e gestione del cibo spiega che nella hit degli alimenti più spesso sprecati svetta la frutta fresca (24 grammi settimanali), quotidianamente quindi gettiamo circa 3,4 grammi di frutta al giorno e 2,3 di pane: in un anno poco più e poco meno di 1 kg pro capite.
Nella hit anche insalata, verdure, aglio e cipolle. D’altra parte, rispetto a due anni fa e a parità di budget destinato alla spesa alimentare, quasi 1 italiano su 3 presta attenzione alla riduzione del consumo di carne (26%), e 4 italiani su 10 quando fanno la spesa ragionano sulla base di promozioni e offerte, ma anche sulla base della sostenibilità di produzione e consumo del cibo (27%). Ci si lascia fidelizzare più dal brand di prodotto delle location di acquisto (il 23% sceglie prodotti marchiati dalla distribuzione in cui fanno la spesa), che non dalle grandi marche, in calo del 10% nell’interesse dei consumatori. Stabile la soglia di acquisto online, piccolo aumento per il biologico (+ 14%), così come per gli acquisti nei negozi rionali (+14%).
Su cosa si risparmia, dunque?
Un italiano su 2 (47%) ha ridotto le spese per lo svago, e cerca di tagliare sui costi della bolletta di energia elettrica (46%) e gas (39%), ma anche sull’abbigliamento (42%). Il 18% dichiara di tagliare sulla spesa, l’extrema ratio riguarda i tagli alle cure personali (17%) e alla salute (11%). Ma 9 italiani su 10 mettono al top della loro attenzione, nell’acquisto del cibo, il fattore salute (89%) l’aspetto legato a una produzione km0 (85%) e all’impatto ambientale della produzione (78%).
Arriva lo Sprecometro!
C’è un gesto e c’è un’azione concreta che possiamo tutti fare in occasione della 10^ Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, in calendario domenica 5 febbraio: scaricare gratuitamente e attivare sempre gratuitamente la nuova app istituzionale Sprecometro, tutta da scoprire su sprecometro.it.
È uno strumento quotidiano per vivere sostenibile, la app istituzionale sviluppata dall’Osservatorio Waste Watcher International su cibo e sostenibilità, liberamente utilizzabile. Ideata per la direzione scientifica dell’agroeconomista Andrea Segrè, nasce in vista della Giornata antispreco nell’ambito della Campagna Spreco Zero, attraverso il lavoro congiunto del Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna e di Last Minute Market impresa sociale spin off accademico dell’Alma Mater.
Serve a misurare e prevenire lo spreco di cibo, da soli o in gruppo (famiglia, amici, gruppo di lavoro Aggiornando puntualmente il proprio comportamento grazie al diario dello spreco contenuto nell’app, l’utente può valutare i progressi avvenuti nel corso del tempo fissando degli obiettivi di riduzione in linea con l’Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile, in particolare il 12.3: “dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030”. Il collegamento al canale Instagram Sprecometro consente a tutti di condividere risultati e progressi della comunità che partecipa alla sfida globale: dimezzare lo spreco entro il 2030. Ma Sprecometro è molto di più, è uno strumento prezioso per stimare l’impatto economico (in euro) e ambientale (in CO2 e H2O) dello spreco del cibo nelle case, nelle comunità aziendali e scolastiche. La app misura infatti in grammi lo spreco alimentare di singoli e gruppi, valutando la perdita economica (euro), l’impronta carbonica (C02 e km percorsi da un auto) e l’impronta idrica (H20 e bottiglie di acqua da 0.5 l).