Dal 28 al 30 ottobre a Campotenese (CS) è andato in scena “Pollino Enoico”, prima edizione di un festival che punta i riflettori sui vini del Parco Nazionale Pollino, il più grande parco montano d’Italia. Radio Food c’era e vi racconta qui quali sono stati i migliori assaggi tra questi vini di montagna.
A Campotenese (CS) dal 28 al 30 ottobre è andato in scena “Pollino Enoico”, festival che punta i riflettori sui vini del Parco Nazionale Pollino, un programma ricco di iniziative. L’evento firmato dalla Catasta è il primo appuntamento di un format ideato per far conoscere i produttori e la storia viticola del Parco Nazionale montano più grande d’Italia.
All’interno della gigantesca struttura in legno, tre giorni dedicati i ai winelovers e agli operatori di settore con banchi d’assaggio, cene d’autore e aperitivi, visite in cantina fino alla grande festa di chiusura. È stata una grande occasione per il pubblico di entrare in contatto diretto con i produttori, di conoscere i vitigni autoctoni e di gustare le tante espressioni del territorio al calice.
Pollino Enoico Festival e i vini di montagna
“I vini di montagna sono un presidio culturale, identitario e non solo agricolo di grande importanza. Rappresentano un importante modello di comunità e un fenomeno di resilienza a cui dare sostegno e guardare nell’ottica dello sviluppo economico e socioculturale del territorio. Per tale motivo abbiamo pensato di creare un progetto che possa consentire al grande pubblico e a chi lavora nel settore della ristorazione e dell’accoglienza di conoscere meglio questo tassello produttivo del Pollino. Si tratta di un format di iniziative satellite e tutte mirate alla valorizzazione della cultura enoica del Parco. Prima fra tutte il Festival, pensato come medium coinvolgente con l’obiettivo di favorire legami diretti con i produttori” spiegano gli ideatori del progetto Giovanni Gagliardi, Donato Sabatella, Sergio Senatore e Manuela Laiacona.
Debutta Pollino Enoico Festival
I migliori assaggi di Pollino Enoico secondo Radio Food
DRAMIS BIANCO 2020 IGP – Azienda Maradei
L’Azienda Maradei si estende per circa 5 ettari tra i comuni di Saracena, Firmo e Lungro, territorio compreso tra il Parco Nazionale del Pollino e l’alto Sybaris. L’azienda è rinata negli anni 80 e oggi vede alla guida le sorelle Bavasso, che praticano da qualche anno un’agricoltura biologica, ora in conversione biodinamica. Siamo in una zona da sempre vocata per la produzione del passito moscato di Saracena, ma anche per i grandi bianchi grazie alle escursioni termiche presenti. Il Dramis bianco 2020 viene prodotto in purezza da uve autoctone di Guarnaccia Bianca provenienti da viti centenarie con terreno calcareo-argilloso. Macerazione sulle bucce per 1-2 giorni, fermentazione spontanea in acciaio senza effettuare controllo di temperatura.
Il Dramis ci ha colpito per il suo color giallo oro intenso. Al naso ha delicate note di pesca bianca e fiori di sambuco, pera e salvia per un profilo aromatico fresco, al palato sapido con piacevoli e coerenti rimandi di frutta bianca e un finale piacevolmente secco. 12,5° – Annata 2020.
CERVINAGO ROSATO 2021 IGP- Azienda Agricola Cerchiara
L’azienda Cervinago nasce dalla passione di due fratelli, molto diversi, ma con la passione per la terra e i suoi frutti, Vincenza e Agostino Cerchiara. I vigneti si trovano al Monte di Cassano, a 550 m sul livello del mare, una grande terrazza che controlla l’ampia pianura di Sibari contorniata dai monti del Pollino. La terra rossa, ricca di ferro e magnesio, e il particolare microclima, influenzato dalle brezze marine che risalgono dal mar Ionio e dalla vicinanza del monte Pollino, consentono di coltivare le uve all’insegna della tradizione e secondo i dettami dell’agricoltura biologica. Oltre i vitigni a bacca bianca, la tipicità del territorio ha permesso di esaltare le peculiarità di un vitigno che da secoli ha trovato in questi luoghi la propria dimora, la cd Lacrima di Cassano, di origini antichissime che ha vissuto un periodo di abbandono a causa della sua maturazione tardiva, sul campo e in botte, in favore di vitigni di più veloce fruizione. Solo di recente, l’attenzione dei più esperti ne sta consentendo la rivalutazione.
Abbiamo scelto proprio un 100 % Lacrima di Cassano in versione rosata tra i nostri assaggi del Festival. Rosa cerasuolo con sentori di fragola, succo di lampone e rosa canina. Il sorso è agile e leggero, con un corpo ben equilibrato e molto piacevole e una leggera percezione tannica. 13,5° – Annata 2021.
MAGLIOCCO ROSSO 2021 DOP – Tenuta Celimarro
L’azienda Celimarro si trova a Castrovillari (CS) in Calabria, i primi impianti risalgono al 2006, oggi conta ben 20 ettari di vigneto e 5 ettari di oliveto secolari. “Nel 2013 abbiamo prodotto le prime bottiglie di Magliocco (vino rosso) evitando ogni intervento esterno sui vini, in maniera da assicurare il massimo di riconoscibilità al territorio ed ai suoi vitigni (terroir). Nel 2014 nasce il nostro primo vino bianco autoctono, il Greco Bianco. Nel 2016 abbiamo vinificato il nostro primo vino rosato da uve Aglianico, nell’ultima vendemmia 2018 è nato il nuovo vino bianco autoctono da uve Montonico” – ci racconta Valerio Cipolla che ha ripreso quella che era stata la masseria dell’Avv. Antonio Varcasia e che prima del suo avvento verteva in stato di abbandono.
Tra i vini di Celimarro il Magliocco Rosso è un vino che emoziona e si fa ricordare. Parliamo di un 100 % Magliocco dolce, coltivato su terreni Calcareo-argillosi, che conferiscono mineralità. Ha un bel colore rosso rubino intenso e molto brillante, al naso frutti rossi con spunti minerali e di sottobosco, al gusto è deciso con un piacevole rimando a piccoli frutti rossi, chiude con un elegante tannino. 13,5°- Annata: 2021.
MOSCATO DI SARACENA ‘PEPPINA’ 2020 IGT-Giuseppe Calabrese
A Saracena Giuseppe Calabrese ha ereditato tre piccolissime vigne dalla nonna Peppina (a cui è dedicato questo vino), che continua a produrre secondo l’antica ricetta familiare. Calabrese produce vini da uve autoctone come il Magliocco, la Guarnaccia e il Moscato di Saracena su terreni calcareo-argillosi. Sin da subito si affida all’agricoltura biologica al fine di salvaguardare l’integrità del terreno, le viti crescono così sane e pure, dando alla luce uve che conservano tutta l’autenticità espressiva del territorio. La stessa vinificazione è poco invasiva, caratterizzata da fermentazioni spontanee e assenza di filtrazioni e chiarificazioni.
Calabrese è famoso da sempre per il suo moscato di Saracena prodotto particolare con lavorazione di doppio mosto: uno derivante da pigiadiraspatura soffice dei grappoli di malvasia e guarnaccia e bollitura del mosto, l’altro da diraspatura manuale dei singoli grappoli di moscato e pigiatura a mano. I due mosti vengono assemblati per poi macerare per 6 mesi in acciaio e continuare la maturazione sempre in acciaio per altri 6 mesi.
Il Moscato di Saracena Peppina è un blend di Guarnaccia, Malvasia e Moscato di Saracena, si presenta giallo paglierino con riflessi ambrati, al naso sa di fiori bianchi, confettura di albicocche, scorza di agrumi, fichi d’india e tè orientali. Al gusto è dolce e fresco, un’ottima acidità avvolgente e appagante, per un grande vino da dessert che può divertire per abbinamenti creativi. 14,5° – Annata 2020