Il Poke è tra i piatti food trend dell’anno. Ha rincorso e sorpassato la tendenza del sushi e si posiziona come il piatto preferito di chi vuole mangiare bene, sano e con gusto. Scopriamone le origine, la storia e le contaminazioni.
Se siete fan del food delivery o se vi appassiona la cucina etnica, avrete sicuramente sentito parlare o sperimentato i gustosissimi poke, le ciotole di pesce crudo che ormai hanno conquistato tutta Europa. Il loro successo è tale che, secondo alcuni, sono destinati a spodestare il sushi nella scala delle cucine a base di raw fish. Ma sapete esattamente cosa sono i poke e come riconoscere quelli originali?
La storia del Poke
“Poke” (si legge “poh-kay”) è una parola che in hawaiano significa “tagliare a pezzi”. Originariamente, era un piatto povero della tradizione hawaiiana che consisteva in una ciotola colma di “scarti” di pesce crudo, sminuzzati o lasciati a tocchi e insaporiti con numerose spezie, alghe e sale marino. Ad oggi il termine indica più che altro una bowl di riso o di noodles con vari ingredienti e condimenti scelti dal consumatore: quasi tutte le poke house, infatti, danno la possibilità di comporre la propria bowl a piacimento con varie proteine, condimenti, salse e verdure per tutti i gusti e le esigenze. Nel 2012 è arrivato negli Stati Uniti, in particolare sulla West Coast ed è subito esploso in un trend che si opponeva ai fast food, offrendo qualcosa di salutare, pur rimanendo nella logica del fast food. Per incontrare i gusti occidentali, in seguito, ha assunto caratteristiche e ingredienti tipici della cucina giapponese come il riso, il salmone crudo, le alghe nori, gli edamame o altre alghe agrodolci.
Poke hawaiano e Poke “europeo”: storia di un falso piatto nazionale divenuto famoso
Sembra una storia a lieto fine, quella di come un piatto nazionale di uno Stato piccolissimo e lontano sia diventato famoso in tutto il mondo. Eppure, la realtà è ben diversa e, senza troppi giri di parole, occorre precisare una cosa molto importante: ciò che si mangia in Europa e in America non è affatto poke. Esiste infatti un poke originale, quello hawaiano, e poi numerose sue imitazioni esportate all’estero e adattate ai gusti locali, diffuse col nome di “poke bowl”.
Il motivo di questa distinzione è da ricercare nelle origini di questo piatto. Il poke, infatti, nasce come usanza dei pescatori che erano soliti mangiare pesce crudo tagliato a pezzetti e condito con le poche cose che avevano a disposizione: sale marino delle Hawaii, polpa di noci kukui, salsa di soia e poco altro. Quindi, vediamo come la ricetta originale non prevede verdure o frutta di alcun genere. Inoltre, il piatto preparato dei pescatori non è di certo così “bello” da vedere, come le magnifiche ciotole che servono qui da noi. Comunque delizioso, certo, ma alle Hawaii il poke viene servito senza troppe cerimonie.
La domanda, quindi, sorge spontanea: cosa stiamo mangiando, allora? Perché questa moda non tiene conto delle effettive origini del piatto? Mettiamola così: paese che vai, usanze che trovi, e vale anche per i piatti! In fondo, la storia del poke esportato e adattato ai gusti di altre popolazioni è simile a quella delle “finte italianissime” Fettuccine Alfredo. Chi le ha mai mangiate in Italia? Nessuno, eppure in America sono molto apprezzate e soprattutto vendute come un piatto “100% italiano”, anche se di italiano hanno ben poco.
Tutto il necessario per preparare il Poke a casa
Vediamo quindi quali sono gli strumenti base per prepara un ottimo Poke fatto in casa. Sicuramente e primo fra tutti il riso. Le qualità ideali di riso per preparare un ottimo Poke sono il Basmati e il Jasmine, da cuocere secondo il tradizionale metodo di cottura della cucina giapponese, ovvero per assorbimento su fiamma bassa.
Le Poke Bowls sono tradizionalmente condite con olio di sesamo e salsa di soia, ma è possibile personalizzare la ricetta utilizzando, ad esempio, la salsa teriyaki o la salsa poke, una miscela ricca a base di salsa di soia a fermentazione naturale, olio di sesamo tostato, succo di limone, alghe marine e peperoncino.
Quali altri elementi mettiamo nella nostra Poke Bowl? Le versioni tradizionali di Poke hawaiano sono due e si differenziano per l’ingrediente principale: il pesce. Abbiamo la Aku poke, a base di tonnetto striato e la He’e poke a base di polpo. La ricetta più diffusa di poke bowl invece è la Ahi che prevede l’utilizzo di tonno pinna gialla. Da notare come l’influsso della globalizzazione abbia comunque determinato un incremento delle ricette, anche con ingredienti “alieni”; ne sono esempi tipici la poke bowl di salmone, di crostacei (poke bowl di aragosta o di mazzancolle), di altri molluschi.
Quali sono i food trend dell’anno? Scoprili
Alcune tipologie di poke bowl moderno possono contenere: avocado, funghi, cipolle fritte, Ananas, Cetriolo, carote, verdure di stagione, frutta secca, Salsa Ponzu, Salsa teriyaki, Salsa Sriracha e spezie p erbe aromatiche varie come il coriandolo.
E infine bisogna scegliere la ciotola, perché anche l’occhio vuole la sua parte e, qualunque sia il tipo di pietanza che si vuole di preparare, è importante scegliere anche il giusto impiattamento. Per quanto riguarda il Poke, è necessario scegliere una ciotola rotonda e abbastanza capiente da contenere perfettamente tutti gli ingredienti, dando la giusta profondità al condimento.