Fiumicino AD 2021. Tredici ambasciatori dalla casacca bianca, capitanati dallo chef Gianfranco Pascucci con sua moglie Vanessa Melis di Pascucci al Porticciolo e dallo chef Daniele Usai de Il Tino e del 4112, trasformano il termine periferia in un confine fluido che va oltre la concezione classica di territorio. Il mandato statuario della nuova associazione Periferia Iodata è chiaro e punta sulla valorizzazione di un patrimonio storico, artistico, culturale e gastronomico immenso, attraverso le proprie professionalità e investendo nella crescita della formazione e della salvaguardia dell’ambiente che li rende unici.
Fa strano pensare che, per il resto d’Italia, la città di Fiumicino e il suo hinterland siano riconosciuti (quasi) esclusivamente per il loro Aeroporto Internazionale, ma tant’è. Ed è su questo che la visione imprenditorialmente capace di un gruppo di professionisti eccellenti della gastronomia locale, fondando l’Associazione no-profit Periferia Iodata, gioca con le parole e sposta il centro dell’attenzione. Marco Claroni dell’Osteria dell’Orologio, Benni Gily de La Baia, Alessandro Capponi di Host, Alessandro Pietrini de La Marina, Franco di Lelio della Pizzeria Sancho, Arcangelo Patrizi della Pasticceria Patrizi, Marco Fiorucci di Gina al Porto Romano, Luca Pezzetta di Pizzeria Clementina, da Fregene Andrea Salce de Il Riviera, Fabio Di Vilio de La Scialuppa da Salvatore e Maria Cristina Sebastiani del Rosario. Questo il capitale umano associativo che si dichiara assolutamente inclusivo verso nuovi ingressi, ma altrettanto assolutamente irremovibile sui valori che ne determinano l’appartenenza.
Un esempio per tutti che riporta l’attenzione verso il locale, ma forse soprattutto una lezione di unità e visione proprio per Roma, una città eternamente fagocitante di cui Fiumicino non smetterà d’essere il Gate d’ingresso, ma alla quale può insegnare qualcosa. Fare rete significa unire diverse forme d’espressione in un unico grande valore aggiunto, con lo scopo univoco che non è quello di inventarsi l’ennesima vetrina di se stessi, ma far crescere il tessuto sociale, culturale e produttivo del proprio territorio.
Periferia Iodata, dare un gusto a un territorio
Gianfranco Pascucci e “Lele” Usai sono due cuochi molto diversi tra loro, due caratteri forti e due stili personali accomunati non solo dalla stessa passione per la cucina di mare, che esprimono egregiamente, ma da quella gentilezza che diventa rispetto in ogni forma d’espressione. Il termine Periferia Iodata è un marchio che Gianfranco ha sempre usato per descrivere il litorale nord laziale, promuovendo costantemente quel senso di prossimità umana che nel tempo ha unito produttori, imprenditori, organizzazioni e istituzioni. Non è un caso quindi che oggi quest’associazione di idee e di persone porti questo nome e annoveri al suo interno uomini che ne sposano gli ideali.
C’è da dire però che seduti allo stesso tavolo della stessa terra, che coinvolge anche il Biodistretto Etrusco Romano, è la prima volta che brindano a un futuro produttivo realtà diverse come grandi proprietari terrieri (Benetton) e organizzazioni internazionali (WWF), realtà produttive locali (Asta del Pesce di Fiumicino) e istituzioni (Assessori provinciali e Vice Sindaco), con la partecipazione e il sostegno della Regione Lazio e di ARSIAL. Tutti uniti sull’accordo che iniziative come questa sono necessarie e vanno sostenute senza riserva.
Anche perché sono proprio le istituzioni a dover prendere consapevolezza che solo dei professionisti capaci di lavorare duramente ogni giorno, nonostante tutto e nel rispetto di tutto, possono grazie al loro valore essere il vero plus di una geografia nuova e tutta da disegnare.
“Il nostro territorio è ricchissimo e va rispettato, noi siamo qui perché da sempre vogliamo dargli un gusto” Queste le parole di Gianfranco Pascucci durante la cena di gala di presentazione dell’associazione tenutasi nella storica e splendida cornice del Castello di San Giorgio a Maccarese (residenza di caccia della famiglia Rospigliosi). Solidarietà, educazione, istruzione e formazione professionale, unite ad attività culturali di interesse sociale, saranno destinatarie di particolare attenzione da parte dell’Associazione, un tema che nelle dichiarazioni ufficiali viene rimarcato da Benny Gili (Consigliere di Periferia Iodata). “Per farlo organizzeremo eventi e parteciperemo a fiere nazionali e internazionali di settore, promuovendo qualsiasi attività utile a valorizzare il patrimonio enogastronomico e la cultura agroalimentare locale in tutte le sue forme” aggiunge Daniele Usai (Vicepresidente dell’associazione).
La tutela dell’ambiente è un altro tema centrale negli obiettivi di Periferia Iodata, una sensibilità manifestata da sempre da chi oggi ne rappresenta la struttura fondante, lungimirando anche in questo caso sulla possibilità che uniti e sostenuti (anche da Ambasciatori del Gusto e da Fare Rete), si può cercare di arrivare in maniera efficace alla partecipazione di tavoli istituzionali importanti per salvaguardare non solo temi fondamentali come la sostenibilità, ma un’intera filiera virtuosa di realtà professionali dall’alto standard qualitativo.
“I rifiuti trasportati dal Tevere sono una criticità da risolvere, trovare alternative all’uso di cassette di polistirolo per il trasporto del pesce è un progetto da sviluppare. Perché avere un pescato di Fiumicino senza più polistirolo, anche a bordo delle imbarcazioni, sarebbe un grande segnale e ci permetterebbe di proporre una certificazione sul nostro pescato attraverso un marchio di ulteriore qualità.” Queste non sono solo le parole di Gianfranco Pascucci, per concludere, sono anche un pensiero condiviso e non solo da tutta la Periferia Iodata, ma anche di chi come ognuno di noi è chiamato a sostenerla.
È bello pensare che il cibo non sia l’obiettivo e che un’iniziativa enogastronomica non sia rivolta alla cucina fine a se stessa, per quanto eccellente, ma che diventi lo strumento sociale di appartenenza a una professione preziosa, fatta di mille figure diverse tra loro e tutte collegate. Periferia Iodata prende forma in tempi di pandemia, a porte chiuse, e forse è bello anche immaginare che la risacca di un qualcosa di incredibilmente difficile e tormentato, lasci spazio a una solida (de)riva di rinascimento.