Riapertura e ripresa sono molto probabilmente i due termini più ricorrenti nell’attuale momento storico, e sicuramente descrivono al meglio la fase che sta vivendo il mondo della ristorazione. Riaprire per ripartire, ripartire per riprendersi, alla ricerca di una agognata normalità che possa consentire di ripristinare la solidità economica delle tante realtà gastronomiche del nostro paese. Alla luce dello scenario appena descritto ha quindi assunto un significato simbolico, di forte incoraggiamento per tutti, la riapertura del Pastificio San Lorenzo.
Lo storico Pastificio Cerere
Quello che è stato per anni il punto di riferimento di un quartiere storico si appresta a vivere una seconda giovinezza, grazie a nuovi interpreti in ogni ruolo chiave e ad un approccio fresco e contemporaneo. Il Pastificio San Lorenzo nasce all’interno dello storico Pastificio Cerere, la più antica delle fabbriche del quartiere San Lorenzo che dal 1905 al 1960 ha fornito pasta e farina alla capitale e che circa un decennio dopo divenne un noto centro artistico.
Una proposta moderna
Oggi il pian terreno della Fondazione Pastificio Cerere, ancora importante centro culturale del quartiere, si appresta a vivere una nuova vita. L’obiettivo è quello di proporre un’osteria che possa essere al passo con i tempi, unendo alla grande attenzione per la pasta anche un intrigante cocktail bar. In linea con la filosofia gastronomica, anche gli spazi interni sono stati allestiti richiamando atmosfere nuove, metropolitane e industriali, riuscendo a creare un luogo accogliente e intimo.
La sinergia con l’arte
In sinergia con la Fondazione che lo ospita, il Pastificio San Lorenzo vuole tornare a essere un ritrovo per giovani talenti, artisti, musicisti e avventori di San Lorenzo. Uno spazio sempre vivo, dall’aperitivo al dopo cena, con piccoli concerti, mostre, eventi e collaborazioni che porteranno una nuova spinta propulsiva verso il processo di rigenerazione di uno dei quartieri più eclettici della capitale.
La proposta enogastronomica
Superare le regole e le convenzioni per enfatizzare ancor di più il valore aggregativo della tavola: l’obiettivo della nuova proprietà è quello di sdoganare orari e abitudini, ricorrendo ad una formula che mette da parte la classica struttura del menu, dimenticando quindi antipasti, primi e secondi. C’è l’invito a condividere per scegliere in ordine sparso, in base all’appetito e alla curiosità dei commensali, tra le proposte di carne, pesce e verdure, senza dimenticare naturalmente l’elemento fondamentale, la pasta. Dai classici della tradizione romana alla pasta fresca nei vari formati (tutti fatti in casa), viaggiando in tutta Italia alla ricerca di ingredienti e sapori, temperature e consistenze.
Lo chef Gianfranco Pecchioli
La guida della cucina è stata affidata a Gianfranco Pecchioli, reduce dalle esperienze importanti in Italia e all’estero come Il San Lorenzo, Enigma dei fratelli Adrià, La Pergola e Il Pagliaccio. Pur essendo cresciuto in cucine stellate non ha dimenticato le sue origini e l’amore per la cucina di casa e per questo si fa vanto di uno stile creativo ma concreto che per quanto subisca il fascino di intrusioni internazionali rimane legato alla tradizione nostrana.
Il concept bar
Il bancone sarà l’elemento centrale e il biglietto da visita del Pastificio, inviterà i clienti non solo a bere ma a sedersi e mangiare al banco, assaggiare e scambiare due chiacchiere in ogni momento della giornata. Il bar è affidato a un grande nome come Federico Tomasselli, negli ultimi anni General Manager del Jerry Thomas, che realizzerà al Pastificio il progetto di un bar suddiviso in due grandi aree: l’invecchiamento in botte dei cocktail e una destinata ai Bloody Mary. Due realtà completamente differenti l’una dall’altra che sapranno soddisfare anche i gusti più esigenti secondo un canone di ricerca e sviluppo di due grandi entità del bere miscelato.
Per saperne di più: Pastificio San Lorenzo