Il profumo delle ricette di una volta inebria gli avventori della pasticceria Savarese dal 1961. Sono cambiate tante cose, ma mai le ricette di famiglia che ancora oggi attirano pellegrini gastronomici da tutt’Italia e che ha fatto ottenere il titolo di Bottega Storica di Roma.
“La mia famiglia ha iniziato con quest’attività ancora prima che la Coin mandasse via i negozianti in Via Magnagrecia”, così inizia il discorso Irma Brizi, figlia di una delle tre sorelle che diedero il via alla storia della pasticceria Savarese, con una punta di dissapore nei confronti della piega che ha preso l’artigianato negli ultimi anni. Da allora di cose ne sono successe, come il trasferimento in Via Genzano, ma come riconoscimento alla perseveranza la pasticceria può oggi contare su molti premi e riconoscimenti e, soprattutto, sulla fidelizzazione della clientela che non sceglierebbe mai di andare altrove.
Una vita dedicata ai dolci, la storia della pasticceria Savarese
La pasticceria Savarese è un’istituzione a Roma. “La mia famiglia è originaria di Giffoni Sei Casali in provincia di Salerno e si è sempre dedicata a questo nella vita. Mia mamma lavora in questo campo da quando aveva 15 anni e oggi ne ha 85”. Irma, titolare della pasticceria, racconta che, nonostante i cambiamenti che il tempo ha portato con sé e le prime difficoltà e timori, la zia e la madre sono ancora le colonne portanti dell’attività. Sono loro che molto spesso accolgono i clienti offrendo un caffè e un vassoio di pasticcini, perché “il nostro obiettivo è dare felicità alle persone”.
E cosa meglio di un dolce e di una calorosa accoglienza può farlo. Da quattro anni Irma ha preso in mano le redini della pasticceria, “non potevo far chiudere una bottega storica, così abbiamo iniziato dei lavori di ristrutturazione e abbiamo ripreso a sfornare i nostri dolci”. I risultati non hanno tardato ad arrivare con il terzo posto nel 2023 e il secondo nel 2024 al premio nazionale Regina Pastiera e Savarese si conferma un’eccellenza per quella che è la tradizione dolciaria campana.
Pasticceria Savarese, non solo pastiera napoletana
La pasticceria Savarese è rinomata per la sua famosa pastiera “come si faceva una volta, con il grano di un mulino di Giffoni Valle Piana, ricotta ovina ed estratto di fiori d’arancio, seguendo la ricetta della nonna”. Un dolce tanto amato che viene prodotto tutto l’anno, accanto al quale si trovano altre tipicità campane come le immancabili sfogliatelle e i babà.
Il banco è un tripudio di profiteroles, pesche, torte mimosa. Un elogio alla tradizione di altri tempi, in un settore in cui tutto sembra strizzare l’occhio all’estero, Savarese è fedele ai ciambelloni e alle crostate con le visciole. Da maggio iniziano gli aperitivi dolci e salati: “ogni giovedì offriamo delle soluzioni da mangiare sul posto e da portare a casa a base di sfogliatelle e maritozzi salati, frittate di pasta e nocciole salate”.
Irma Brizi, erede della pasticceria Savarese e portavoce della nocciola italiana
Irma non è certo un personaggio che è rimasto con le mani in mano. Il suo curriculum è impreziosito da titoli da Maestro Assaggiatore docente Onas e Chocolate taster di terzo livello presso l’International Institute of cocoa and chocolate. Ma è nel mondo delle nocciole che trova il terreno più fertile. Istitutrice del Nocciola Day, non poteva che introdurre nella pasticceria Savarese questo prodotto declinato nelle sue tre varianti più conosciute: la Piemonte IGP, la Romana Dop e la Giffoni IGP. Il risultato è la torta Tre Nocchie che va ad affiancarsi agli altri cavalli di battaglia della pasticceria.
C’è una cosa di cui Irma è convinta ed è quella del voler ritrovare quel rapporto umano con i clienti che nel tempo è andato perduto. “Noi cerchiamo di capire le esigenze del cliente per vendergli il prodotto giusto, quello che fa per lui”. In un locale non sono solo i prodotti a fare la differenza, ma anche le persone e le sensazioni, “quando tu entri nella pasticceria Savarese, c’è sempre profumo e c’è sempre qualcuno che ti accoglie con un sorriso, questa è l’esperienza Savarese”. È così che a Roma si è creato un luogo fuori dal tempo fra le mura di una Bottega Storica e Centro dei ricordi dei sapori.