Il Covid ha cambiato la vita di tutti. Le abitudini quotidiane si sono completamente trasformate, l’aumento della vita sedentaria nei periodi di lockdown e l’aumento anche di consumo di cibo che si è registrato nell’arco di questi due anni, ha fatto registrare un aumento di peso tra gli italiani. Ad affermarlo sono i risultati di uno studio condotto dalla Fondazione ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica durante le fasi di lockdown dell’emergenza Covid-19 su un campione di 1300 pazienti obesi in cura nei Centri Obesity Day italiani operanti nel SSN presenti su tutto il territorio nazionale, che è stata resa pubblica ieri, 10 ottobre, in occasione dell’Obesity Day 2021, la campagna nazionale di sensibilizzazione sull’obesità promossa appunto da ADI.
I risultati dello studio di Adi per Obesity Day
Secondo lo studio reso noto per l’Obesity Day, durante i vari periodi di lockdown il 48,8% delle persone intervistate è aumentato di peso, il 27% è diminuito, mentre il 24% è rimasto stabile.
Nei pazienti in cui si è verificato l’aumento del peso il benessere psico-fisico è diminuito del quasi il 70%, il 62% ha manifestato difficoltà emotive, principalmente paura e insoddisfazione, il 55% ha sperimentato un cambiamento nella qualità/quantità del sonno con insonnia o risveglio precoce, il 56% ha ridotto l’attività fisica, il 68% ha incontrato difficoltà a seguire la dieta, il 58% non si è tenuto in contatto con il proprio nutrizionista, ma soprattutto la maggioranza delle persone prese in esame ha mangiato male, riducendo drasticamente la quantità di cibi presenti nella dieta mediterranea e aumentando la presenza nella loro alimentazione quotidiana di cibo spazzatura, bibite gassate, alcolici e dolci.
C’è poi un 57% che è riuscito a mantenere il peso invariato o addirittura a dimagrire, grazie anche a una condizione lavorativa più stabile e soprattutto al mantenimento dei trattamenti terapeutici tramite telemedicina e ad una constante attività fisica.
Guardando a questa ricerca nel suo complesso, valutando la molteplicità dei fattori e le tipologie di effetto, si deduce come una patologia come l’obesità, che è definita patologia multifattoriale, necessita di un approccio terapeutico integrato e di una complessa strategia di prevenzione che punti non solo al singolo e alla responsabilità personale, ma anche a cambiare ritmi e ambienti sociali che influiscono negativamente.
Come afferma poi lo stesso Antonio Caretto, presidente Fondazione ADI: “I risultati emersi da questa indagine evidenziano come durante i mesi più bui della pandemia, malattie croniche e invalidanti come l’obesità si sono accentuate con effetti allarmanti sullo stato di salute e sul benessere psicofisico dei pazienti e anche con ricadute economiche importanti sul sistema sanitario nazionale. Nel nostro caso all’interruzione delle visite ambulatoriali durante il lockdown non è seguito un servizio di telemedicina accessibile per tutti, provocando così, soprattutto nelle fasce più fragili di pazienti, un’interruzione dei controlli periodici e dei percorsi terapeutici e un conseguente cambiamento delle abitudini alimentari e dello stile di vita.”
Le cause
Dalle interviste fatte durante lo studio dellaFondazione ADI le cause che hanno portato ad un aumento di peso sono varie. Si parte dall’isolamento e da una vita diventata improvvisamente più sedentaria per tutti, bambini e adulti; un’evidente disregolazione emotiva, il cambiamento della metodologia lavorativa e anche l’instabilità lavorativa stessa, che ha portato a forme di ansia. A queste si aggiungono la paura generalizzata, l’insonnia per molti, l’interruzione delle consulenze nutrizionali e dell’attività motoria. In sintesi possiamo annoverare in questo elenco i principali fattori correlati all’aumento di peso superiore ai 4kg, registrato durante l’emergenza Covid-19 negli italiani, nello specifico di chi già affetto da obesità.
Sempre secondo quanto riporto lo studio di ADI, quelli maggiormente colpiti sono disoccupati, smartworker, persone con disagi emotivi importanti e casalinghe che si sono ritrovate nella condizione di confinamento domestico. Rimane invece invariato lo stile di vita nelle persone obese che durante il lockdown hanno continuato a svolgere la loro professione, mantenendo una condizione economica regolare. Tra questi ci sono dipendenti pubblici e privati, pensionati, agricoltori o artigiani, i quali sembrano aver affrontato bene i problemi emotivi legati alle restrizioni.
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L’indagine di Coldiretti per l’Obesity Day
Anche Coldiretti presenta in occasione dell’Obesity Day la sua indagine su dati Istat, secondo cui il 46% degli italiani, in questo caso parliamo di tutta la popolazione e non di quella obesa, è aumentato di peso a causa del Covid, tra smart working, restrizioni e più tempo passato in cucina.
1 persona su 4 durante la pandemia ha dichiarato di aver mangiato maggiori quantità di cibo rispetto a prima, ma se si considerano i più giovani la percentuale sale al 40%. Bambini e adolescenti, infatti, hanno subito tutti gli effetti negativi del blocco degli spostamenti, arrivando a consumare un pasto in più, spesso a base di snack vari, junk food e bibite a discapito di frutta e verdura. Hanno anche aumentato le ore davanti a tv, videogiochi e didattica a distanza di oltre 5 ore rispetto al solito, ovviamente con una riduzione dello sport, specialmente per chi non ha avuto la possibilità di usufruire di spazi verdi.
L’aumento di peso interessa maggiormente gli uomini con ben il 55% della popolazione, mentre per le donne la percentuale è di molto inferiore (37%). La situazione peggiore si registra nelle regioni del Mezzogiorno, con un 50% in sovrappeso, mentre al Nord si ferma al 43% e al Centro al 42%.
L’obiettivo dell’Obesity Day, secondo Coldiretti, dati alla mano è quello di formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti. Come sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini: “Il tema dell’educazione alimentare delle nuove generazione diventa cruciale con la necessità di qualificare anche l’offerta delle mense scolastiche con cibi locali a km 0 che valorizzano le realtà produttive nazionali e garantiscono genuinità e freschezza”.
Perché l’Obesity Day
L’Obesity Day nasce come campagna di sensibilizzazione per la prevenzione dell’Obesità e del Sovrappeso e promossa con cadenza annuale dal 2001 da Fondazione ADI e IO-Net, culmina ogni anno con la giornata del 10 ottobre ed è collegata al WORLD OBESITY DAY.
Anche quest’anno la Fondazione ADI ha coinvolto 130 Centri Obesity Day attivi sul territorio Nazionale per portare avanti la sua missione: sensibilizzare l’opinione pubblica, aumentare la consapevolezza dell’impatto dello stigma sul peso e cosa si può fare per migliorare la qualità di vita delle persone, aiutare le persone a superare le barriere che sorgono a causa della percezione del loro peso, diffondere a pazienti e media i dati preliminari di una survey annuale che si basa sull’indagine di crononutrizione, qualità del sonno e peso corporeo.