Il titolo riprende il nome di una celebre canzone a tema natalizio che ben si addice a tutti coloro che, come il sottoscritto, ritornano a casa per Natale. E in questo pezzo dedicato al Natale Roberto Mirandola ci racconta com’è e cosa si porta in tavola per le feste in Inghilterra.
A dispetto della mia idiosincrasia sull’abuso dei forestierismi nella lingua italiana, questo mese ho volutamente scelto un titolo in inglese. È infatti il nome di una celebre canzone a tema natalizio che ben si addice a tutti coloro che, come il sottoscritto, ritornano a casa per Natale.
Quest’anno, per le imminenti festività natalizie, ho scelto di fare ritorno in Italia in automobile. È una viaggio che mi concedo ogni tanto, sia per evitare l’abituale volo Londra Gatwick – Venezia che in questo periodo di partenze di massa (almeno qui in Inghilterra) nasconde non poche insidie in quanto a ritardi, scioperi e cancellazioni, sia per attraversare da nord a sud Francia e Svizzera per godermi appieno tutti quegli scorci che normalmente intravedo dall’aereo. Sono circa 1.400 chilometri, per la quasi totalità autostradali, che copro in poco meno di ventiquattro ore. Partenza verso mezzogiorno, veloce attraversamento del Canale della Manica a bordo dell’Eurotunnel Le Shuttle e tappa appena passato il confine franco-svizzero con sosta notturna ristoratrice in un motel vicino Basilea. Poi, tutta una tirata – si fa per dire, considerato l’inflessibile limite di 110km/h nel tratto elvetico – per arrivare a casa in tempo per l’ora di pranzo.
Natale a tavola in Inghilterra
Nonostante non sia un grande estimatore della cucina britannica in generale – non me ne voglia Karen, mia moglie – anche qui in Inghilterra, come del resto quasi dappertutto nei paesi occidentali, nel periodo di Natale è tradizione consumare pietanze e bevande un po’ speciali. Occorre dire che la vera cucina britannica, in particolare inglese e in misura minore gallese, risulta ormai sempre più difficile da trovare: paradossalmente nel Regno Unito i ristoranti di ‘tipica cucina inglese’ sono piuttosto rari. Le massicce ondate migratorie per fare fronte alla grave carenza di manodopera avvenute tra il dopoguerra e i primi anni ‘60 del secolo scorso provenienti dalla Polonia, dalle colonie nei Caraibi e dall’Impero anglo-indiano – soprattutto indiani e pachistani – hanno sempre più ‘contaminato’ la cucina locale. Nonostante ciò, sopravvive ancora una certa tradizione culinaria inglese, fatta soprattutto di arrosti, stufati a base di carne e verdure e, in misura minore, di dolci.
Ecco allora una breve rassegna delle pietanze che gli inglesi amano mangiare per le feste natalizie, quelle che nel corso degli anni ho gustato qualche volta in occasione del giorno di Natale trascorso in ‘terra d’Albione’.
PRANZO. Uno dei piatti principali della pranzo di Natale è il roast turkey: un tacchino intero cotto in forno servito con contorni come patate arrosto, pastinache e cavoletti di Bruxelles. A tavola si accompagna con la gravy sauce, una salsa preparata con farina e il fondo di cottura dello stesso tacchino. In precedenza, il gallinaceo viene imbottito con diversi ingredienti – generalmente salsiccia, cipolla e salvia – anche se esistono varianti, meno diffuse, nelle quali si utilizzano castagne e mirtilli. In abbinamento all’arrosto vengono proposti anche i pigs in blankets, letteralmente ‘maiali in coperta’, salsiccette avvolte in una fetta sottile di bacon.
DOLCI. Se non c’è grande fantasia nella tradizione che riguarda il pranzo, quella dei dolci offre più alternative invitanti. Uno dei più popolari, per inglesi e gallesi,è il Christmas pudding, un ‘robusto’ dolce a base di frutta secca, uvetta, spezie e alcol, servito caldo a conclusione del pranzo. Altre preparazioni natalizie tipicamente d’oltremanica sono i mince pies – tortine di pasta frolla ripiene con una farcitura a a base di frutta secca, brandy e sherry – e lo Yule log, un dolce a forma di tronco d’albero diffuso anche in Francia e in Italia, rispettivamente chiamato Bûche de Nöel e Tronchetto di Natale. Il brandy butter (o il rum butter) è una crema dolce molto calorica, ma in questo periodo non potrebbe essere altrimenti, preparata con una base di burro a cui sono aggiunti zucchero scuro di canna, vaniglia e brandy (o rum). Viene spalmata fredda per conferire un contrasto al Christmas Pudding e ai mince pie serviti caldi.
BEVANDE. Al contrario del nostro Paese, in Inghilterra i piatti della tradizione natalizia non sono accompagnati da vini. A queste latitudini – per dirla tutta – ognuno beve ciò che più gli aggrada. Solo nelle ricche case borghesi è d’uso gustare vini francesi, generalmente rossi, abbinati a ogni singola portata. Il classico vino da dessert è lo champagne, anche se da qualche anno ha cominciato a diffondersi anche il prosecco. Sebbene ormai pochi seguano i dettami gastronomici natalizi per i motivi sopra esposti, la tradizione inglese imporrebbe come bevande di fine pasto natalizio il mulled wine, un vino caldo aromatizzato con spezie molto simile al vin brulè oppure l’eggnog, somigliante per aspetto e consistenza al nostro zabaione. Quest’ultimo è preparato con uova, latte, panna fresca, bourbon, una grattatina di noce moscata e servito caldo, ancor meglio se accompagnato da qualche biscotto danese al burro.
Alla tavola di Roberto Mirandola
Il mio pranzo di Natale quest’anno sarà all’insegna della più classica tradizione italiana: antipasto con giardiniera casalinga e prosciutto crudo dolce Berico-Euganeo, seguito dai cappelletti in brodo di cappone spolverati con una grattata di Parmigiano Reggiano. L’elisir caldo e succulento sarà il preludio all’arrosto di maiale aromatizzato al Marsala servito con due contorni: patate e pastinache, entrambe al forno. Dulcis in fundo – mai termine fu più azzeccato – il tronchetto di Natale farcito con confettura al chinotto e l’immancabile pandoro.
Per l’accordo di alternanza preso con mia moglie tempo addietro, l’anno prossimo festeggerò il Natale a Londra e, come spesso accade, mi riserverà qualcosa – quantomeno a livello gastronomico – difficile da digerire. Andrà senz’altro meglio nel 2025…
Buon Natale a tutti!