Chissà perché questo culto del Giappone ci ha sempre attratto così tanto, chissà perché questa ritualità fatta di cose semplici, ma profonde, che noi stiamo perdendo in così pochi secoli di veloce evoluzione, loro la trattengono da millenni e a noi disarma. L’arcipelago giapponese è un ecosistema di regole antiche che in contrasto con se stesso, si affaccia al mondo intero con una delle tendenze più affascinanti che la gastronomia conosca: il sushi. Ma la cucina giapponese non è solo sushi, anzi, ed è per questo che Micaela Giambanco e suo marito Paolo hanno deciso di portare a Roma un’Izakaya tradizionale dal nome Mikachan. Micaela potremmo chiamarla semplicemente Sushi Chef, ma alla base di un titolo molto occidentale c’è tutta la sua passione per una filosofia disciplinata e profonda, che l’ha portata nell’estate 2018 a classificarsi in terra madre tra i 20 migliori Sushi Chef del mondo. Tra questi solo tre donne, compresa lei. Mica male.
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Mikachan è una trattoria tradizionale giapponese, in zona Infernetto a Roma, una Izakaya per l’appunto nella quale Micaela propone anche sushi. Mikachan in giapponese credo di ricordare che significhi “Piccola Michela”, perché Chan è una locuzione che si utilizza per i bambini; un soprannome che le hanno affibbiato subito nel Sol Levante e che lei ha sempre mantenuto, con affetto, fino a utilizzarlo per questo sogno che oggi condivide con suo marito. Portare i sapori di un giapponese vero a Roma è una cosa seria, perché come sempre accade si tende a deviarli i sapori delle cucine estere e in caso dell’Oriente il confine tra l’originale e una deriva fusion diventa davvero sottile. Veniamo al dunque.
IL LOCALE
Qualcuno potrebbe pensare che trovare una trattoria giapponese nascosta alle spalle di un edificio nel quartiere Infernetto di Roma, sia cosa complicata, in realtà da una parte c’è chi ci riesce benissimo e dall’altra c’è anche la volontà di Micaela di metterla proprio lì, fuori dalla vista comune e lontana dalla grande pubblicità. La forza e la qualità vera di un consapevole passa-parola, questo l’obiettivo di Micaela, in un locale dove capiti mai per caso. Un ambiente informale, essenziale, adornato solo da quello che può essere ritenuto opportuno dalla cultura giapponese. Un bancone a vista dove la chef lavora manualmente nel fare da front woman a una cucina che le si affaccia a ridosso con grandi vetrate, pochi tavoli e un’atmosfera di calma surreale che viene fragorosamente interrotta solo nelle serate karaoke. Tutto ha la forma e l’aspetto di un continente lontano dove è necessario eliminare radicalmente la possibilità di mangiare con qualcosa di diverso dalle bacchette, anzi, al limite quelle vi verranno cambiate con altre più appropriate solo per consumare un Ramen delizioso.
LA CUCINA
Partiamo da una fondamentale suddivisione; il Sashimi comprende solamente pietanze con pesce crudo; il Sushi invece è tutta quella parte di cucina dove c’è anche il riso e si suddivide in diverse tipologie e non tutte comprendono il pesce: la più comune è il Nigiri Sushi, poi ci sono i Maki che si presentano come “rotolini” di riso con alga all’esterno, quelli dove il riso è all’esterno si chiamano Uramaki e l’alga è all’interno. I Maki a loro volta si suddividono in altre tre tipologie che cambiano a seconda di quanti ingredienti si utilizzano, variando di conseguenza anche in grandezza. Ci sono anche altre tipologie di Sushi, ma noi ci fermiamo qui lasciando all’andare da Mikachan tutti gli approfondimenti più completi, compresi quelli sulla cucina calda. Tanta carne nella cucina giapponese, dal maiale in tre cotture del Buta Kakuni agli Yakitori misti che sono degli spiedini, passando per il Tori-no-karaage, ovvero pollo in gustosa marinatura e fritto. Pasta coma la Yakisoba e il Kitsune udon, piatti completi come le diverse tipologie di Ramen che, assaggiato nella versione Tokyo è davvero squisito, ma anche antipasti da aperitivo come le Nori Senbei che sono chips di frumento con alghe aonori o le “classiche” chips di patate dolci con yuzu.
Si ha spesso l’impressione che sia stato detto tutto sulla cucina giapponese, c’è sicuramente anche qualche ardito che ormai dice di aver assaggiato tutto, della cucina giapponese, e forse la responsabilità è anche di quei posti che fino a oggi hanno spacciato di questo o di chissà quale altro affascinante paese, sedicenti piatti di madre ignota. Poi un giorno incontri persone come Micaela e Paolo e ti lasci coinvolgere da quanto la storia vera, di una filosofia così complessa, sia di gran lunga anche meglio di quella che conoscevi. Mikachan è uno di quei rari casi dove le aspettative da falso mito, cedono il passo all’originale.
A propositi di falsi miti, un consiglio che troverete anche illustrato stile manga nelle istruzioni per mangiare giapponese, non mischiate mai soia e wasabi!
Alla carta niente vini, ovviamente, ma rigorosamente Sake, Shochu, Whisky, Umeshu e birre artigianali esclusivamente giapponesi. Per chi avesse voglia di godere in maniera completa del rito della cucina nipponica, una vera esperienza è mangiare al banco direttamente sulla soglia delle mani di Micaela, a portata dei suoi racconti capaci di proiettare in un viaggio, non solo gastronomico, che si avrà una gran voglia di fare o di rifare.
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Infernetto è parte di quella periferia di Roma, ai confini di Ostia, che i romani attraversano quando vanno al mare che gli appartiene. Mikachan è una Izakaya giapponese, aperta a pranzo e cena e dove si può mangiare anche sushi e sashimi, che tra le sue lanterne tipiche è nascosta dietro un edificio quartiere. Micaela Giambanco e Paolo Campesi sono due amanti passionari della cultura giapponese, della cucina giapponese e di loro stessi.
Mikachan
Via Torcegno, 39 Roma (zona Infernetto)
Tel. 338.173.7246