Chi l’ha detto che un buon cocktail non può essere assaporato di fronte al tramonto di Santorini o, piuttosto, sulla terrazza del tuo amico con l’attico in centro? Dal 12 giugno di quest’anno il sogno è diventato realtà: ovunque sei, ovunque vai, con chiunque stai, quel che prima poteva essere contemplato solo nelle scure ed elegantissime sale dello speakeasy più celebre della Capitale, oggi è possibile replicarlo seguendo tecniche e consigli racchiusi nel libro “Twist on Classic. I grandi cocktail del Jerry Thomas”.
Un prezioso ricettario
Certo, l’esecuzione “home made” non raggiungerà i livelli dei bartender di Vicolo Cellini, ma di sicuro sfogliando le pagine di questa enciclopedia del buon bere potrete rubare con gli occhi e con la lettura i grandi segreti della mixologia degli anni ’20.
In effetti il libro pubblicato da Giunti Editore è stato concepito come un vero e proprio manuale che ripercorre la storia e l’evoluzione del concetto della miscelazione, partendo dalle bevande ancestrali usate dalla medicina tradizionale tibetana, ayuverdica e mediterranea dal 1250 a.C ad oggi, a quelle moderne più originali, rivisitate secondo l’esperienza fatta di viaggi, ricerca, studio, scambi culturali, seminari e tanta determinazione accumulata dai “quattro del Jerry Thomas Project”: Roberto Artusio, Leonardo Leuci, Antonio Parlapiano e Alessandro Procoli.
Sono loro i magnifici quattro della “regola tridimensionale”, locuzione che amano usare per definire il modus operandi impiegato per la realizzazione delle versioni dei “Twist On Classic”.
Il carattere “triangolare”
Il concetto riprende una teoria ben radicata nella maggior parte dei bartender del periodo pre-proibizionista americano (1800-1920), i quali ammettevano la modifica di una ricetta classica seguendo solo uno dei seguenti procedimenti: il twist orizzontale, il twist verticale e il twist diagonale. Da qui il carattere “triangolare” delle preparazioni del Jerry Thomas, che gioca attraverso le sostituzioni degli ingredienti dei drink di base con altri della stessa tipologia (orizzontale), di tipologia differente (diagonale) o con l’aggiunta di nuovi nelle ricette classiche di partenza (verticale).
Le 223 pagine si concludono con un focus sintetico ma completo sul variegato – quanto complesso – mondo delle attrezzature, tecniche ed ingredienti utilizzati dai professionisti del primo secret bar di Roma, rendendo questo volume uno strumento imprescindibile per chi desidera approfondire il raffinato stile del mixology contemporaneo.
La raccolta di bellissime immagini
Non solo una guida per gli appassionati del settore, ma un must have anche per gli amanti della fotografia, che potranno godere degli scatti evocativi e sensazionali di Alberto Blasetti, ad oggi considerato tra i migliori autori nel panorama della food photography italiana.
Ascolta il podcast dell’intervista ad Alberto Blasetti
Un libro “fedele” ad ogni occasione, di cui potrete parlare – vantando un pizzico di superbia – del profilo aromatico sweet-savory di un Knickerbocker, dell’utilizzo corretto di un boston shaker, rigiocarvi una delle varie leggende sull’origine del Manhattan o scoprire il perché gli Aviation rimandano al colore del cielo.