Nell’ambito del 31 Campionato Mondiale della Pizza l’appuntamento finale del Pizza World Forum 2024 ha generato il primo “Manifesto della Pizzeria Relazionale”. 10 punti che interpretano lo spazio pizzeria e la pizza del futuro. Un punto di partenza da cui far iniziare un nuovo percorso per il mondo della pizza.
Nell’ambito del 31 Campionato Mondiale della Pizza l’appuntamento finale – che ha coronato tutti gli eventi del Pizza World Forum 2024 – ha visto l’incontro di personalità legate al mondo della pizza a vario titolo, dalle farine alle catene di franchising internazionale, dagli operatori dell’innovazione sociale ai professionisti dell’informazione, tutti uniti per stilare il primo “Manifesto della Pizzeria Relazionale” che porta impressi luogo e data dell’ultimo giorno: Parma, giovedì 11 aprile 2024.
Un manifesto in divenire ed una dedica importante
Il manifesto è nato dall’impegno e dal coinvolgimento delle personalità più importanti nel settore della pizza da parte di Antonio Puzzi, Direttore della rivista Pizza e Pasta Italiana e Referente comunicazione istituzionale Slow Food, al quale si deve la vivacità culturale che ha incanalato pensieri provenienti da più soggetti in un unico documento. E vuole essere un punto di partenza da lasciare al settore affinché diventi non solo un vessillo, ma una pietra miliare dalla quale far nascere un nuovo percorso per il mondo della pizza.
L’apertura dei lavori così come la presentazione pubblica fatta nella serata di gala conclusiva del Campionato Mondiale della Pizza sono passate per la dedica del Manifesto alla memoria di una persona cara a tutto l’ambiente e mancata troppo presto nel 2020, Giuseppe Vignato, grande marketing manager e persona di rara umanità.
Le premesse del Manifesto della Pizzeria Relazionale
Le premesse che hanno portato alla scrittura dei vari punti sono citate nell’introduzione dei dieci punti: “La pizza nasce da un suolo fertile, esprime la biodiversità del territorio e racconta la storia delle popolazioni che lo abitano. La pizza è sintesi culturale e umana dei nostri territori. La pizza è identità da raccontare e in cui riconoscersi”. Consideriamo queste premesse un approccio illuminato al prodotto ed al concetto di nutrimento fisico che incontra anche quello culturale, territoriale e storico della pizza.
Gli spicchi di un cerchio virtuoso.
Un modo nuovo di “mordere” non solo il gusto, ma anche tutto ciò che ruota intorno alla pizza, considerando ogni punto come un singolo spicchio, che da solo ha il suo significato e la sua collocazione, ma che insieme a tutti gli altri diventa un tondo e nella sua metafora del non avere angoli unisce le persone, i saperi, l’ambiente, le risorse e le diversità che si mescolano creando un insieme che vale molto più della somma dei singoli punti!
Il decalogo del Manifesto della Pizzeria Relazionale è un documento che pubblichiamo integralmente, con l’onore di esserne stati coinvolti e con la preghiera di una lettura attenta ed accorta alle sfumature.
- STORIE | La pizzeria relazionale è luogo di storie|
Ogni pizza è una storia, un’idea, una persona, un valore, un paesaggio: è memoria.
2. CONSAPEVOLEZZA | La pizzeria relazionale è consapevole
Ha rispetto e si pone all’ascolto del passato, avendo coscienza del presente.
3. CONOSCENZA | La pizzeria relazionale è luogo di conoscenza
Si nutre di tecnica, di saperi e di curiosità. Può e deve essere luogo di cultura e conoscenza delle materie prime, del territorio, della loro storia e del loro valore.
4. SOSTENIBILITÀ | La pizzeria relazionale è “zero sprechi” e contrasta gli effetti del cambiamento climatico
Mette al centro della propria identità la riduzione degli sprechi, evitando il consumo inutile di ingredienti e risorse preziose, compiendo azioni positive attraverso il bilanciamento delle risorse energetiche utilizzate.
5. ACCESSIBILITÀ | La pizzeria relazionale è accessibile
È un luogo inclusivo, accogliente ed accessibile a tutte e a tutti, dai dipendenti ai fruitori, grazie all’abbattimento delle barriere socioeconomiche, oltre che architettoniche.
6. LINGUAGGI | La pizzeria relazionale parla la lingua del pensiero, delle emozioni e della tecnologia
Riduce le barriere di comunicazione e facilita l’espressione delle emozioni, anche attraverso l’uso di tecnologie inclusive.
7. DIVERSITÀ | La pizzeria relazionale abbatte le barriere e accoglie le diversità
Pone al primo posto la conoscenza e la gestione delle materie prime, tenendo conto delle scelte alimentari dettate da religione, etica e ben essere.
8. RISPETTO | La pizzeria relazionale ha rispetto
Rispetto dei dipendenti e dei collaboratori, rispetto dei fruitori e di tutti gli attori della filiera, rispetto delle identità di genere: la pizzeria relazionale ha infiniti colori.
9. CONNESSIONE | La pizzeria relazionale è connessione
È luogo in cui coltivare relazioni reali e favorire l’interazione tra le persone. È ponte per creare con altri nel mondo un’esperienza di condivisione dello spazio e dei sapori: la pizza è vicinanza.
10. FUTURO | La pizzeria relazionale costruisce il futuro
Lo immagina e lo anima secondo i principi dell’accoglienza, dell’etica e dell’inclusione.
Le riflessioni
La conclusione di un documento così intenso non può che terminare con una riflessione che riportiamo nuovamente in modo integrale: “La pizzeria è il format della relazione: trasversale, capace di parlare a tutti e – nel contempo – evoluzione alta di un concetto che trova nel connubio con la cucina la sua massima espressione gastronomica, culturale ed esperienziale. La pizza di oggi contribuisce a sognare e costruire un domani migliore.”
La nostra interpretazione è che lo spazio pizzeria non sia solo un insieme di mura, professionisti, avventori, oggetti e macchinari, ma diventi una proiezione consapevole e volta a coinvolgere e mettere al centro di un’esperienza legata al prodotto anche il sapere, l’etica ed il rispetto per l’altro e per l’ambiente inteso come ecosistema che evolve insieme a noi come individui, alla comunità ed al territorio.