Nuovo progetto capitolino focalizzato sul “bere bene” nel quartiere di Centocelle che si candida a nuovo polo gastronomico. Ma Mi Mo è una realtà in movimento che fonda mixology e cucina in un ambiente industriale.
Centocelle non finisce mai di stupire e ancora una volta si conferma essere il quartiere nuovo polo enogastronomico della Capitale, che si arricchisce di una nuova insegna Ma Mi Mo progetto voluto da tre amici, Nicola Formisano, Valentino Cuzzeri e Luca Marengo.
Il progetto
Ma Mi Mo nasce dall’incontro tra 3 professionisti e dall’interazione tra le loro competenze: Nicola, bartender con esperienze in importanti realtà del nostro paese; Valentino, imprenditore sempre attento alle novità del mondo enogastronomico; Luca, scrittore, autore, ed esperto di marketing e comunicazione. L’obiettivo era chiaro fin da subito: creare un locale dall’aria internazionale, un luogo basato sulla centralità del cocktail, con un innovativo bancone in cemento d’ispirazione industriale per donare un ruolo da protagonista alla mixology, una specie di palco dove si esibiscono i bartender, ma soprattutto dove i cocktail vivono sotto i riflettori. Un bancone che unisce e gioca con l’interazione e la convivialità, dopo mesi e mesi di distanze e solitudini. Proprio qui seduti al bancone si possono assaggiare i drink elaborati da Nicola ed Eugenio, i due bartender.
Parola chiave: ricerca. Obiettivo: Bere bene. Su questi due cardini si costruisce il format Ma Mi Mo che fa dei cocktail (classici o twist) il cuore della sua filosofia che ruota intorno a evoluzione, sperimentazione e stagionalità.
Il locale
Dal design industriale, Ma Mi Mo nasce dove prima c’era una vecchia fabbrica di materassi. Essenziale, illuminato da faretti e tubi led, al centro il bancone sovrano della scena. L’ambiente è d’ispirazione metropolitana e internazionale, un locale in continua evoluzione e trasformazione dove il cemento recita un ruolo fondamentale per la creazione di un contenitore che possa mutare senza perdere la sua identità. Proprio per sottolinearne questo aspetto, la scelta progettuale è volutamente stata quella di creare un contenitore neutro, caratterizzato da volumi puri in cemento Il progetto architettonico è stato realizzato interamente dall’architetto Alessandra Pedone e da Elio Carradori, che insieme formano il team di BLANKVIZ.
Cosa bere da Ma Mi Mo
Tra gli assaggi della nostra degustazione siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla versione Bloody Mary preparata sostituendo il tabasco con un chutney di jalapeno e usando una vodka con te affumicato infuso che gli dona una nota di fumo, con un corpo cremoso quasi da masticare e un finale piccante. E poi il Negroni, in cui BitterRoma, Vermouth e Ferrochina diventano i protagonisti di un drink dal carattere intenso e dai toni amari e piacevoli.
Le proposte presenti nella cocktail list (6 twist e 6 signature 2 aperitivi 2 analcolici) pensata da Nicola e Eugenio Tacchia, spaziano dai classici ai signature come l’originale Old Fashioned Gold Pampered (Calvados, Rye Whisky, Riduzione di mela, Peycheaud bitter) o il Golden hour in apertura di serata. E poi c’è la nota personale, il cocktail su misura “Mi piace riuscire ad interagire con i clienti, per far capire attraverso il dialogo e gli assaggi la mia idea di mixology, proponendo una serie di cocktail che comprendo anche rivisitazioni in chiave personale, il tutto puntando su materie prime straordinarie” dichiara Nicola Formisano.
Esperienza enogastronomica
Ma non di soli cocktail si vive al Ma Mi Mo. C’è una interessante selezione di vini (naturali e biologici) e la selezione di birre di Jungle Juice (disponibili sia alla spina che in lattina) e poi ovviamente tutti i cocktail possono essere accompagnati da piatti del laboratorio, taglieri, tartare, carpacci e tapas, di cui c’è un’interessante carta creata dallo chef Gianfranco Cancelli, che ama sperimentare rinnovando il menu continuamente e puntando su materie prime provenienti da piccoli produttori regionali. E come si suggerisce il giovane chef: “ realizzare ogni singolo elemento senza affidarsi a semilavorati o preparati è un altro must della filosofia di Ma Mi Mo: l’interazione cocktail-cucina è infatti un elemento preponderante della proposta del locale”.
Spazio quindi alla sperimentazione in tutti i sensi, sia in cucina che nei cocktail, perché Ma Mi Mo è una vera e propria fucina di sapori, idee e persone, dove il cliente diventa protagonista dell’esperienza grazie alla capacità da parte del team del locale di interpretare e soddisfare le sue richieste e preferenze, curiosità e voglie.
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Ma Mi Mo: il nome
Ma che vuol dire Ma Mi Mo, vi starete sicuramente chiedendo. Ce lo siamo chiesti anche noi e per prima cosa abbiamo posto questa domanda ai diretti interessati. Molto banalmente niente di concreto, tre sillabe a caso, che riproducono un suono onomatopeico e vorrebbero rappresentare una specie di bla bla bla. “E’ la prima cosa che ci chiedono le persone, arrovellandosi tra iniziali di nomi e chissà quale abbreviazione o anagramma” ci conferma ridendo Nicola.
Ma Mi Mo – Via degli Olivi 47/b – Roma