Torgiano, è un piccolo paese nel cuore dell’Umbria in provincia di Perugia. Qui sorge l’azienda Cantine Lungarotti, celebre agli appassionati ed agli intenditori di vino per la sua storicità e le sue etichette, prima fra tutte il Rubesco. Tra il borgo e la cantina nel tempo si è creato una sorta di simbiosi, un’identità profonda e tangibile, che si può praticamente toccare con mano.
Il vino come cultura ed arte
Il merito delle Cantine Lungarotti non è solo quello d’aver creato un’economia locale stabile, un punto di riferimento per la produzione di qualità del vino, aver costruito un vero e proprio brand, ma anche e soprattutto di aver concretizzato negli anni un’esperienza intorno al concetto di vino, che non è solo qualcosa da bere, ma soprattutto qualcosa da avvicinare, conoscere. Qualcosa definibile cultura e arte e che richiama altrettanta cultura e arte.
Sostare a Torgiano per una giornata o un weekend significa vivere il vino e ciò che esso rappresenta a tutto tondo: storia, arte, natura, produzione, gastronomia. Tutto accade nel raggio di un chilometro appena, da un capo all’altro del paese e si riesce a comprendere cos’è veramente l’enoturismo.
L’enoturismo
Oggi si parla tanto di enoturismo come la nuova frontiera di un’economia sana e intraprendente, come l’opportunità di piccole e grandi cantine di creare indotto, di valorizzare con la loro presenza piccoli centri la cui unica ricchezza sono le vigne. Ben venga quindi l’enoturismo, soprattutto quello intelligente, che ha capito che il vino non è solo un prodotto da vendere o da raccontare, ma soprattutto da vivere, in ogni fase di produzione e in ogni declinazione.
Qui a Torgiano l’enoturismo ha una lunga storia, non è figlio degli ultimi anni, ma si muove di pari passo al successo delle Cantine Lungarotti, grazie alla visione lungimirante e ispirata di una donna, Maria Grazia Marchetti moglie di Giorgio Lungarotti.
La storia della Cantina
È una storia lunga quella di Lungarotti e della sua famiglia. Vigne e terreni messi a produzione con successo già nel ‘700 e che lungo i secoli hanno confermato la potenzialità della terra umbra nella produzione del vino. Una data storica è sicuramente il 1936, quando Giorgio Lungarotti assume la direzione dell’azienda e rivoluziona la produzione sia in vigna che in cantina, con un obiettivo ben preciso: conquistare il mercato nazionale e far conoscere l’Umbria come regione vocata all’enologia anche all’estero. C’è tanta sperimentazione, lavoro e passione dietro a questo grande progetto, rappresentato dal Rubesco Riserva e Torre di Giano, i due vini di punta e più rinomati. Il primo oggi pluripremiato ed esportato in circa 50 paesi.
La fondazione e il museo del vino
Parte da qui l’azione trainante dell’azienda per Torgiano per l’Umbria intera. E se Giorgio si dedica alle vigne, alla vinificazione e a far crescere e conoscere l’azienda, accanto a lui c’è Maria Grazia che capisce fin da subito che il vino è il concetto su cui lavorare. Grazie a lei nasce la Fondazione Lungarotti e il Muvit, Museo del Vino, aperto nel 1974 a Torgiano nel Palazzo Graziani-Baglioni. Un museo interdisciplinare, che si sviluppa in venti sale e oltre 3000 manufatti esposti. Una collezione di reperti archeologici, attrezzi e corredi tecnici per la viticoltura e la vinificazione di varie epoche storiche, ma non solo: troviamo qui dipinti, ceramiche, arte orafa, tessuti ed opere di Mantegna o Picasso oltre a tutto ciò che rappresenta un dialogo tra l’arte e il vino, testimonianze dell’immaginario collettivo dei popoli nel corso dei millenni.
La sua funzione non è solo quella di raccogliere opere ma, come sostiene la Fondazione, che ne gestisce le attività di conoscenza del mondo del vino e della sua lavorazione, anche di educare le nuove generazioni al vino e al bere consapevole grazie alle tante attività didattiche e ai laboratori proposti.
Cantina e degustazione
Ma il vino è anche cucina, degustazioni e abbinamenti ricercati. Si passa ad un altro tipo di percorso, anch’esso sensoriale ed emozionale. Dopo la visita completa delle vigne (dove è possibile fare escursioni o vivere la vendemmia) e della cantina, tra sale, cunicoli ed escursioni termiche notevoli, la grande barricaia e la stanza delle pupitres, i vecchi sistemi di imbottigliamenti e trasporto aereo delle bottiglie, ideate da Giorgio Lungarotti, c’è la stanza delle riserve, in cui riposano bottiglie impolverate di oltre cinquant’anni. Dopo tutto questo arriva il momento della degustazione di quei vini che sono stati raccontati in dettaglio, nella loro evoluzione.
Il percorso gastronomico
Bollicine, bianchi, rosai, rossi e passiti, un percorso completo a cui abbinare la cucina dello chef che propone tutte le materie prime del territorio in un gioco di combinazione e abbinamento a chilometro zero. Tutto studiato per i visitatori in una serie di pacchetti tra cui scegliere, comprensivi anche di ospitalità in agriturismo di proprietà.
E al di fuori della cantina cosa accade? Il piccolo borgo di Torgiano immerso nel verde è vocato al relax e all’enogastronomia, relais con spa e trattamenti al vino, ristoranti gourmet e non, dove ovviamente trovare solo il vino Lungarotti è testimonianza di come il vino in questo paese virtuoso sia divenuto elemento forte di un sistema di promozione integrata che garantisce un insieme produttivo e turistico di grande qualità.