Durante questi mesi, in cui il mondo è stato letteralmente travolto da una pandemia dominata da un virus invasivo e letale, la pressione dei media sulle persone è stata intensissima. Telegiornali, programmi radio, speciali tv, tutti incentrati quasi esclusivamente su un solo tema. Ogni giorno decine di informazioni differenti divulgate da individui più o meno esperti che si danno battaglia alla ricerca della verità.
Non sta a noi giudicare il lavoro di persone qualificate che cercano solamente di informare tutti noi riguardo un fenomeno che non ha precedenti nella storia. Certo è che nella popolazione ha dominato per molte settimane un senso di confusione piuttosto diffuso, specialmente in anziani o persone che non hanno una cultura scientifica tale da permettergli di ricavare conclusioni autonome.
La vitamina D
Si è parlato di contagi, decessi, mascherine, guanti. Ma anche di alimentazione, in particolare della vitamina D e di quanto potesse essere preziosa in un periodo del genere, in cui le persone sono molto più attente e interessate agli argomenti correlati alla salute.
Non è però il caso di addentrarsi in argomenti così delicati come la correlazione tra la vitamina D e il Coronavirus, meglio lasciare la “patata bollente” agli esperti.
È piuttosto a mio avviso opportuno fare chiarezza in maniera più specifica sulla Vitamina D e le sue funzioni, indipendentemente dal suo rapporto con virus ad alta diffusione.
Le sue caratteristiche
La vitamina D fa parte di quel gruppo di vitamine liposolubili, a cui appartengono anche le vitamine A, E e K.
Il ruolo biologico di questo micronutriente è associato ad una duplice funzione: ormonale e paracrina. A livello ormonale la sua attività è utile a mantenere l’equilibrio calcio-fosforo e di conseguenza la mineralizzazione delle ossa. L’attività paracrina coinvolge invece la protezione del sistema immunitario, con conseguente prevenzione di malattie cardiovascolari e alcune tipologie di tumore.
Se ne deduce subito l’importanza a livello di organismo, che non può permettersi di farne a meno. Infatti una carenza di vitamina D può comportare danni più o meno importanti. Uno dei più probabili è un’inadeguata mineralizzazione dello scheletro, che comporta debolezza muscolare, ma soprattutto dolori e problemi alle ossa.
Risulta di particolare rilevanza durante l’infanzia, periodo in cui un apporto non adeguato di Vitamina D può causare rachitismo e fratture patologiche dell’osso.
Come assumerla
Ma non avevano parlato di prendere il sole? Cosa centra con questa vitamina? La vitamina D può essere sintetizzata dal nostro corpo secondo due vie, endogena ed esogena, quindi autonomamente o tramite l’alimentazione.
Le principali fonti alimentari che ci consentono di assumerne una quantità importante sono pesci grassi come merluzzo, sardine, salmone, poi fegato, formaggi grassi, tuorlo d’uovo. Non sono da escludere anche alcuni grassi animali, come quelli di pollo, anatra e tacchino. Mentre l’unica fonte vegetale che ne è ricca risultano essere i funghi.
Il funzionamento dell’organismo
L’organismo umano è però in grado di sintetizzare quantità importanti di vitamina D anche tramite l’esposizione della pelle ai raggi solari. Il corpo può sintetizzarla in abbondanza e accumularla durante i mesi estivi, per poi mantenerne un buon livello in circolo anche durante i mesi invernali.
È forse l’unico nutriente che, in casi di assimilazione endogena elevata, può essere escluso dall’alimentazione.
Risulta però molto difficile per alcune persone mantenere un’esposizione al sole piuttosto frequente, causa abitudini di vita o condizioni climatiche avverse. È perciò opportuno andare a rivalutare quei cibi sopraelencati che vanno a garantire un apporto di vitamina D adeguato.