Il cambiamento da un’economia lineare ad una di tipo circolare è opportuno anche nel sistema alimentare e coinvolge tutti… dalle imprese ai consumatori.
Il concetto di economia circolare sta acquisendo, nella società odierna, sempre maggior attenzione. Ciò è dovuto sia alla necessità di dover affrontare, in maniera urgente, la crescente scarsità di risorse sia alle pressioni ambientali legate al modello economico lineare e si spera che lo spostamento verso un’economia circolare, con l’utilizzo di approcci innovativi, possa avere ripercussioni favorevoli su diversi settori dell’economia.
La sfida che si pone l’economia circolare è quella di riuscire a superare l’attuale modello economico lineare, considerando il ciclo di vita di un prodotto in maniera integrata. Favorire un modello di economia circolare non solo significa ridurre la produzione di rifiuti, ma anche valorizzare ciò che da molti è considerato un rifiuto per impiegarlo nella produzione di nuove merci.
La Commissione europea ha adottato un ambizioso pacchetto di misure sull’economia circolare per la transizione di imprese e consumatori verso sistemi economici più sostenibili. Questo concetto pone una serie di domande su come gli attori dello sviluppo possano effettivamente valutare la transizione e monitorare i progressi verso gli obiettivi a lungo termine.
Il piano d’azione suggerito per l´economia circolare dalla Commissione Europea definisce l’economia circolare come “un’economia in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse viene mantenuto il più a lungo possibile e la produzione di rifiuti è ridotta al minimo“.
Occorre cambiare il sistema di produzione alimentare
Con la costante crescita della popolazione, sta emergendo sempre di più il fallimento dell’attuale sistema di produzione alimentare, che sta causando gravi crisi ambientali e sociali. L’attuale impostazione dei sistemi di produzione alimentare causa, infatti, enormi danni all’ambiente e porterà in breve tempo a conseguenze negative anche per la salute umana.
Dallo sfruttamento delle fonti energetiche non rinnovabili fino alle emissioni di gas serra di cui è responsabile l’industria agroalimentare, non dimenticando l’inquinamento derivante da pesticidi, il processo di deforestazione e di degradazione del capitale naturale, e infine lo spreco alimentare, sono tutti esempi concreti di come l’odierno sistema di produzione alimentare non si possa definire “sostenibile”.
Per questo motivo occorre ridisegnare il sistema alimentare globale utilizzando quelle che sono le regole dell’economia circolare, garantendo in tal modo cibo nutriente alla popolazione mondiale conservando quel rispetto per l’ambiente che ci consenta di vivere in un mondo sostenibile.
Molto importante in tal senso è la consapevolezza e l’azione dei vari protagonisti interessati in questa “rivoluzione circolare”. Dalle organizzazioni internazionali (FAO; Commissione Europea; ecc..) alle Fondazioni (su tutte la Ellen MacArthur Foundation) alle imprese fino ai singoli consumatori. Tutti devono dare il proprio contributo affinchè la società intera sia giustamente sensibilizzata.
Il cibo come processo per un modello di economia circolare
Pensare al cibo in una dinamica circolare non è una eresia.
Il cibo è da sempre collegato in maniera intrinseca alla sopravvivenza dell’uomo ed al suo benessere, alla sopravvivenza della collettività ed a quella del Pianeta. Ciò risulta fondamentale nello sviluppo di un processo di economia circolare in quanto proprio la relazione esistente tra cibo-uomo-comunità è alla base della possibile costruzione di un futuro sostenibile.
Le città sono sempre più abitate ed entro il 2050, secondo il report Cities and Circular Economy for Food, presentato a Davos dalla Ellen MacArthur Foundation, l’80% del cibo verrà consumato proprio nelle città.
Ecco perché una trasformazione radicale del modo in cui il cibo viene prodotto, consumato e distribuito insieme ad una nuova impostazione dei sistemi alimentari urbani produrrebbe un effetto di grande rilievo sotto l’aspetto sociale, economico ed ambientale.