“È vero che l’uomo è il re degli animali, perché la sua brutalità supera la loro. Viviamo grazie alla morte di altri. Già in giovane età ho rinnegato l’abitudine di cibarmi di carne, e ritengo che verrà un tempo nel quale gli uomini conosceranno l’anima degli animali e in cui l’uccisione di un animale sarà considerata con lo stesso biasimo con cui consideriamo oggi quella di un uomo.”
Così Leonardo Da Vinci, nel XV secolo, condannava uno degli alimenti cardine della dieta umana medioevale, auspicando che il progresso dei secoli successivi potesse mettere fine a questa tradizione.
Il moderno consumo di carne
Come tutti sappiamo, a distanza di più di 500 anni, il desiderio dello scienziato toscano non si è minimamente esaudito, anzi. Il consumo di carne a livello globale registra numeri in aumento progressivo ogni anno, soprattutto nei paesi più industrializzati e con crescita demografica costante.
Potrà sembrare una controtendenza visto il numero sempre crescente di persone che aderisce alle correnti vegane e vegetariane, rinunciando al consumo di carne nella propria dieta. Eppure, la domanda del mercato è sempre più ampia e perciò, come insegnano anche nei più basilari corsi di economia, l’offerta deve modificarsi e soddisfare le richieste dei consumatori.
L’impatto sull’ambiente e sulla biodiversità
Tutto questo però, ha un impatto notevole sull’ambiente e sulla biodiversità. In che modo?
Innanzitutto, lo sfruttamento dei terreni destinati ai pascoli. Ogni anno per fare spazio agli allevamenti, decine di migliaia di ettari vengono disboscati, diminuendo la produzione globale naturale di ossigeno.
Il consumo di acqua è probabilmente il secondo problema per importanza. Le risorse idriche utilizzate per la produzione dei mangimi e per gli stessi allevamenti sono infatti innumerevoli. Nonostante l’acqua sia uno degli elementi più presenti sul nostro pianeta, le sue riserve non sono illimitate. Molti sono già i paesi che hanno attivato una corposa sensibilizzazione al riguardo, con l’introduzione dello slogan “Please help us to save water” in edifici pubblici, ristoranti e alberghi.
L’emissione dei gas serra
Ma, come si può agevolmente intuire, la problematica ambientale connessa alla produzione di carne dipende anche da altri fattori. L’emissione di gas serra, ad esempio. Infatti, secondo specifiche indagini condotte da Science l’allevamento di animali da macello è responsabile del 15% del totale di tutte le emissioni di gas serra provocate dall’uomo, provocando quindi un non indifferente inquinamento dell’aria.
Complessivamente si tratta dunque di un comparto alimentare che genera non poche conseguenze sul pianeta. Sono perciò reali e fondate le numerose denunce al riguardo che ecologisti o animalisti effettuano più o meno quotidianamente.
Come al solito c’è chi difende l’opinione contraria, sostenendo che sia tutto un montaggio mediatico per virare i consumatori su altri mercati alimentari.
Il ruolo dei consumatori
Già, i consumatori. Come comportarsi dopo aver capito cosa comporta realmente all’ambiente la produzione di carne? Non vado più dal macellaio e al posto della bistecca devo mangiare hamburger vegani? No, certo.
Anche io personalmente mangio carne, quotidianamente. Per molti può risultare comprensibilmente difficile rinunciare a una succosa tagliata di manzo o ai più rustici arrosticini di pecora.
Può rappresentare una piccola soluzione la valorizzazione del biologico. Sono infatti presenti in tutti i supermercati prodotti a base di carne derivati dal settore di produzione biologica, che reca apparentemente un numero di effetti negativi sull’ambiente piuttosto inferiore.
In ogni caso si tratta di un fenomeno reale che probabilmente continuerà a risaltarsi nei prossimi anni. Un compromesso va trovato, ma sta ai governi dei principali paesi produttori adottare misure di precauzione.