Visti i tipi di sushi, viste le salse da accompagnamento la domanda che nasce spontanea è il sushi fa ingrassare o va bene per la nostra dieta?

La cucina giapponese piace a grandi e piccini ed è entrato ormai a far parte delle serate di festa, ma, pur essendo a base di pesce crudo, può capitare che la mattina dopo la bilancia segni un deciso incremento.

Come mai? La cucina giapponese fa ingrassare? Prima di rispondere la premessa è d’obbligo: in questo articolo non parlo di cucina tradizionale giapponese, la famosa kaiseki (spiegata in questo articolo) ma di quel che, sotto il nome di «sushi restaurant», si trova nel nostro Paese.  Si tratta di ristoranti dove spesso la formula proposta è quella dello «all you can eat» (tutto ciò che si può mangiare a prezzo fisso) in cui piatti sono standardizzati e non esattamente «giapponesi».

La cucina giapponese tradizionale e vera di per sé non fa ingrassare, prevede alimenti salubri per una dieta bilanciata, bisogna però stare attenti ad alcuni fattori. Il piatto da privilegiare in assoluto è il sashimi: il pesce crudo senza riso, quanto al sushi… dipende. Il sushi adatto ad un regime ipocalorico volto alla perdita di peso è concesso, purché non contenga maionese, glasse, salse o panature. Nei menu all you can eat si trovano diverse varietà e composizioni: roll, zuppe, sashimi.

I valori nutrizionali del sushi

Il sushi offre valori nutrizionali variabili in base agli ingredienti utilizzati, ma rappresenta una scelta proteica di qualità. Il pesce, ingrediente principale del sushi, è un’ottima fonte di proteine magre, mentre il riso apporta amido resistente. Studi evidenziano che la combinazione di proteine con amido resistente, tipica del sushi, può favorire il metabolismo dei grassi e aumentare la sensazione di sazietà. Il pesce e i frutti di mare, elementi chiave di questa preparazione, sono ricchi di proteine magre e acidi grassi omega-3, benefici per la salute del cuore e del cervello.

Il riso, invece, apporta carboidrati complessi, mentre le verdure aggiungono vitamine, minerali e fibre essenziali. Tuttavia, è importante moderare la quantità di riso, poiché contiene zuccheri, e utilizzare con parsimonia la salsa di soia, che è ricca di sale e zuccheri, per evitare di sovraccaricare roll e sashimi.

Quindi alcuni tipi di sushi, in particolare le opzioni più basilari, possono far parte di una sana dieta dimagrante: come detto prima, il sashimi. Queste fette di pesce crudo come tonno, salmone, orata, branzino e gambero, serviti con zenzero e wasabi, sono un piatto ricco di proteine magre. Per chi desidera perdere peso, il pesce crudo rappresenta una scelta migliore rispetto a quello cotto: ad esempio, il tonno crudo è ricco di proteine e privo di grassi. Al contrario, la cottura del pesce spesso richiede l’aggiunta di oli o panature, aumentando il contenuto calorico. Il sushi, preparato con ingredienti semplici e leggeri, può essere un’opzione ipocalorica. Roll e maki con pesce o verdure, privi di salse aggiuntive o maionese, come quelli al tonno o al cetriolo, contengono meno di 200 calorie per sei pezzi. Anche gli involtini vegetariani a base di riso o gli uramaki senza riso, con pesce e verdure arrotolati, sono alternative a basso contenuto calorico. Inoltre il sushi vegetariano, inoltre, è molto nutriente. Ad esempio, un ingrediente comune negli involtini di sushi vegetariani è l’avocado che contiene grassi monoinsaturi sani e fibre. Infine fate attenzione ai menu, molti ristoranti stanno sostituendo il riso bianco nel sushi con riso integrale, soluzione che, se presente in menù, va privilegiata.

Ricapitolando, qualche consiglio

  • prediligete sashimi con pesce, come salmone, tonno e pesce spada;
  • optate per roll e maki con alghe e verdure, avocado e tofu
  • evitate roll con eccesso di salse quali maionese, philadelphia, o tempura
  • evitate di eccedere con la salsa di soia
  • se presente in menù ordinate i roll fatti con riso integrale o senza riso come gunkan

Il glossario del sushi per non sbagliare