Il San Giorgio a Roma. La sublimazione dei sensi

Percorso di gusto nel mondo di chef Andrea Viola, toccando la terra e respirando il mare in Viale del Vignola

Non è un giovedì come gli altri per chef Andrea Viola, o forse si. Ma ci piace pensare che non lo sia, soprattutto quando in sala c’è gente pronta a darti un giudizio e così il grembiule sembra andare un po’ più stretto e il battito lievemente più accelerato. In fondo, succedeva anche a quel gran figo di Bradley Cooper nel film Il Sapore del Successo. Nonostante i suoi occhi azzurrissimi, ciuffo sempre in un disordinato ordine e quel savoir-faire da “So’ bello ma me ne frego. Meglio che so’ bravo”, anche al buon Bradley scendeva il rigolo di sudore mentre in sala c’erano due della Guida Michelin, pronti a fare un dettagliato resoconto del suo operato tra le indiscutibili pagine della bibbia del gusto. Ma noi non siamo la Michelin (che qualcuno la preservi sempre) e il nostro palato è decisamente molto meno educato. Così, tra un giorno in mensa, uno a base di junk food e un altro da pasti saltati, prender parte ad una cena degustazione riservata ad addetti cultori e critici del cibo che conta, è sicuramente un lustro di cui ci pregeremo a lungo. Specie se l’invito giunge da chef Andrea Viola, pronto con le sue creazioni ad accoglierci nel sobrio Il San Giorgio a Roma, un angolo in Viale del Vignola, che ripropone un’idea di semplicità e di tradizione, sovvertite da vere e proprie visioni dello chef, in costante bilico tra i sapori della terra, la cacciagione e quelli del mare.

Insieme a chef Viola il resto dell’operosa brigata è formata dal sous-chef Simone Bufacchi, il giovanissimo pasticcere Matteo Trinti e la dolce e accogliente voce di Noemi Apollonio in sala, che per tutta la serata ci ha accompagnati in un percorso tortuoso ma semplificato dalla sua angelica presenza. Così, come poeti toscani guidati dalla nostra Beatrice, abbiamo assaporato il sapore dei campi e dei fossi, con il profumo delle foglie di quercia e melograno che saliva insieme al brodo di limone e bergamotto, mentre all’interno di un’ostrica ghiacciata riposavano in attesa d’esser assaporati, dei piccoli tortellini ripieni di parmigiano al tartufo, salsa di rucola e straccetti. E’ un tripudio. Viola mescola gli ingredienti e le materie su cui sono adagiati, come fossero elementi di una ricetta atavica, quella riportata dal libro segreto e indecifrabile della nonna. Eppure i mondi, seppur nettamente separati, si racchiudono in un unico macrocosmo del sapore, raggiungendo ad ogni assaggio una vera e propria sublimazione dei sensi.

E chissà cosa avrebbe pensato il buon Picasso di quella cornice piena di colori e sapori proposti sotto forma di chips di verdure e cereali, fissate in verticale da una maionese al basilico, rapa rossa oppure lampone. Sarebbe stato abbastanza cubista come punto di vista? O forse era meglio attendere la tartare di cervo che riposa in una cialda di yogurt di capra, servita su un mattone di vetroresina di Murano, schizzato da una rustica salsa worcester realizzata con bucce bruciate di topinambur. Menzione d’onore si deve ai ravioli del plin ripieni di robiola di capra alle erbe, serviti con uno stracotto di stinco di vitella, spuma di ossobuco, marmellata di alghe e funghi piombini, un’esperienza che vale l’attesa di ogni portata. Così delicato al palato che è difficile da raccontare. Il dolce dell’ossobuco insieme alla sapidità delle alghe, prepara le papille allo stracotto di stinco, ripulito dalle erbe della robiola. Una vera e propria carezza sul cuore.

Non perderemo ulteriore tempo nel descrivere qualcosa che non può esser descritta fino in fondo, Il San Giorgio a Roma è un piccolo tempio in cui ascoltare con devozione, il religioso amore per la cucina e le sue sperimentazioni. Come La Mecca, attende d’esser visitato personalmente e almeno una volta nella vita. E’ proprio il caso di dire: provare per credere!

Scopri il ristorante “Il San Giorno a Roma”: Pagina Facebook

PREMI E RICONOSCIMENTI.

  • Il Cappello de L’Espresso nella guida 2018 per il “San Giorgio a Maccarese”
  • 76 punti con una forchetta nella guida Gambero rosso 2018
  • Ventesimo posto nella Guida “I Cento di Roma” 2018

Il MENU degustato da Radio Food:

  • Aperitivo – La Cornice (cialde soffiate e chips di verdure e cereali, fissate alla cornice con maionese al basilico e alla rapa rosse);
  • Benvenuto – Il Bagnasciuga (rappresenta il ristorante. La portata è servita in un piatto “obliquo” realizzato appositamente da “Marù Ceramiche”, è la chiave interpretativa della cucina dello chef Andrea Viola. Si presenta come un souté di cozze e vongole, ma con diverse preparazioni. Le cozze e le vongole, al pomodoro, prezzemolo e limone, sono gratinate al forno e poggiate su un crumble di pane al nero di seppia. Si fa scivolare il tutto nel “mare”, che è l’acqua del souté lavorata con alga spirulina e olio affumicato)
  • L’Aloe Vera (L’aloe viene marinata alla gazzosa e lychees, accompagnata da caviale, polvere di peperoni in agrodolce, latte di mozzarella al basilico, radici marinate e kumquat ripieno di gelato al kumquat).
  • Tartare di Cervo con Topinambur, Yogurt e Ostrica (La tartare viene servita su un mattone di vetroresina di Murano, avvolta in una cialda di yogurt di capra, quasi fosse un tacos. È condita con salsa di topinambur, ostrica ghiacciata e maionese di ostriche, polvere di ortiche liofilizzate e una salsa Worcester realizzata con bucce bruciate di topinambur).
  • Ravioli del Plin con Stracotto di Stinco, Ossobuco e Alghe (Ravioli ripieni di robiola di capra alle erbe e vengono serviti con uno stracotto di stinco di vitella, una spuma di ossobuco, marmellata di alghe e funghi piombini).
  • Tortellino al Parmigiano con Salsa di Rucola e Straccetti, Ostrica e Tartufo (Il tortellino è ripieno di parmigiano al tartufo, accompagnato da salsa di rucola e straccetti e un’ostrica ghiacciata. Le foglie secche vengono bagnate con brodo al limone per sprigionare il profumo di bosco).
  • Minestrone con Lingua, Riso e Seppioline (La lingua, cotta a bassa temperatura, viene servita con seppioline crude e verdure liofilizzate, ristretto di minestrone e cialda di riso con caffè e salsa verde).
  • Pre Dessert – Sasso di Capperi, Liquirizia e Passion Fruit (Il sasso è un sorbetto al passion fruit con crema di liquirizia e crumble di capperi)
  • Dolce – Biancomangiare agli Agrumi (Biancomangiare agli agrumi e mandorla, accompagnato da un rocher ripieno di succo agli agrumi e granita al cioccolato bianco)