Basta cambiare prospettiva ed ecco che il latte, l’alimento più antico e più consumato del mondo diventa improvvisamente “cool”, protagonista di cocktail, ricercati piatti gourmet e street food rivisitati.
È il latte che non ti aspetti l’ingrediente chiave di “Unexpected Milk Experience”, l’evento andato in scena giovedì sera alla “Lanterna” di Roma.
Il progetto “Think Milk, Taste Europe, Be Smart!” promosso dal sistema cooperativo della filiera lattiero-casearia italiana e presentato da Confcooperative intende migliorare il grado di conoscenza dei prodotti agricoli europei, attraverso la promozione della cultura produttiva del latte bovino e dei suoi derivati (formaggi e yogurt), valorizzando gli alti standard europei e la grande tradizione che contraddistingue il comparto lattiero-caseario.
Il progetto raccontato da Giovanni Guarneri, coordinatore di Confcooperative
“Questa iniziativa nasce perché fortemente voluta dal mondo Cooperativo per sostenere e dare nuova immagine ad un prodotto fondamentale della tradizione italiana che è il latte. Il latte, che ha avuto dei momenti di difficoltà, necessita di un rilancio all’altezza delle sue caratteristiche nutrizionali e anche all’altezza di tutti gli sforzi che la filiera sta compiendo per adeguarsi agli standard ambientali e agli standard di benessere animale”.
La sostenibilità del prodotto è molto importante, quale attenzione date al processo di produzione del latte e dei suoi derivati?
“Lo sforzo e l’attenzione alla sostenibilità nella produzione del latte è molto alto. Ci sono degli sforzi legati alle tecniche agronomiche di coltivazione dei terreni destinati alla produzione dei foraggi degli animali, ci sono una serie di innovazioni tecnologiche molto importanti nella gestione degli animali stessi per contenere le emissioni perché quando si parla di sostenibilità si parla per lo più di sostenibilità ambientale e poi c’è un elemento molto importante che è la valutazione dell’impatto ambientale di un alimento come il latte e i suoi derivati in funzione dell’apporto nutrizionale che da”.
Crede che la sostenibilità del latte e dei prodotti lattiero-caseari possa avvicinare maggiormente tali prodotti alle nuove generazioni?
“Io penso che il modo più importante per rendersi conto del valore di una filiera e di un prodotto e dei suoi derivati è quello di avvicinarsi e conoscerlo da vicino. Il nostro sforzo con questa campagna che durerà tre anni è proprio quello di avvicinare i Millennials e la generazione Z al latte in modo che possano capire gli sforzi che la filiera sta compiendo per avere delle caratteristiche di sostenibilità, oltre al valore nutrizionale e l’importanza del prodotto”.
Un sistema virtuoso che crea benessere diffuso
Il 20 maggio 2020 la Commissione europea ha presentato la Strategia “From Farm to Fork”con l’obiettivo di costruire un sistema alimentare sostenibile, per salvaguardare la sicurezza alimentare e tutelare i cittadini europei e la natura. La sostenibilità si lega a due differenti ambiti, fra loro strettamente collegati: quello della salute e quello dell’ecologia. Ma la sostenibilità va anche intesa lungo le sue tre dimensioni, imprescindibili l’una dall’all’atra: dimensione ecologica= salvaguardia ambientale; dimensione economica= efficienza, crescita; dimensione sociale= equità.
In Italia operano circa 600 cooperative lattiero-casearie – diffuse in Lombardia, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Veneto, Sardegna, Piemonte, Marche, Puglia, Campania e Calabria – che generano un giro d’affari di più di 7 miliardi di euro e garantiscono occupazione a oltre 13.000 addetti. Alle cooperative aderiscono circa 17.000 stalle, da cui viene raccolto oltre il 62% della materia prima nazionale, ovvero circa 7,5 milioni di tonnellate di latte. Il sistema cooperativo rappresenta un modello economico virtuoso e solidale.
La filiera lattiero-casearia italiana vale circa 16 miliardi di euro l’anno (di cui 3,5 di esportazioni). Rappresenta, perciò, il primo comparto agroalimentare nazionale per valore. La produzione complessiva di latte è di 12 milioni di tonnellate, di cui il 50% circa destinato alla produzione di formaggi DOP e l’11% al consumo come latte fresco.
I valori del latte e dei prodotti lattiero-caseari
La campagna, che durerà 3 anni e si realizza in Italia e Germania, si concentrerà su alcuni valori fondamentalidel latte e dei latticini prodotti nell’Unione Europea: sicurezza, tracciabilità, qualità, proprietà nutrizionali, sostenibilità.
La filiera lattiero-casearia europea utilizza, infatti, tecnologie avanzate e innovative, con l’obiettivo di rendere la produzione, la distribuzione e il consumo degli alimenti sempre più sicuri e sostenibili.Al vertice della classifica degli alimenti più “sprecati” si trovano la frutta e le verdure fresche mentre i latticini, così come la carne, non solo vengono meno sprecati(forse perché hanno un valore economico e percepito maggiore) ma si dimostrano anche virtuosi lungo l’intera filiera.
In particolare, le filiere locali tipiche dei prodotti DOPhanno un punto di forza in quanto a sostenibilità, perché materie prime e fasi di lavorazione si concentrano in un territorio limitato, evitando lunghi trasporti che incidono sull’impronta ecologica. L’acronimo DOP, che sta per Denominazione di Origine Protetta, identifica, infatti, un prodotto originario di un luogo la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico ed ai suoi intrinseci fattori naturali e umanie le cui fasi di produzione si svolgono nella zona geografica delimitata.
Il latte e i latticini Made in EU possiedono inoltre elevate qualità e sicurezza, mantenendo intatte le proprietà microbiologiche e organolettiche nonché tutti gli elementi nutritivi che li rendono così preziosi per una dieta bilanciata ed equilibrata. Infine, i prodotti europei tengono in massima considerazione anche il benessere animale, tra le priorità degli standard produttivi dell’Unione Europea, che sono tra i più alti al mondo in materia.