“All’apparenza cucinano, ma in verità i cuochi, con il loro lavoro e i loro pensieri, vanno ben oltre il mero eseguire ricette e idee. La verità è tutt’altra e si allunga verso orizzonti ben più vasti e sfumati all’orizzonte. Costruire Nuove Memorie è quanto sognano, sperano di fare chef, pasticcieri, pizzaioli, artigiani, gelatieri. Pensano e scrivono nuovi piatti, con la speranza che diventino nuove memorie collettive, nuove tradizioni”.
Costruire Nuove Memorie sarà il tema di Identità Golose 2019, in programma da sabato 23 marzo a lunedì 25 a Milano. Un tema che richiama quanto avvenuto nella scorsa edizione, nel corso della quale chef, pasticceri e pizzaioli parlarono de “Il Fattore umano”, concetto scelto per evidenziare la contrapposizione tra internet e la realtà quotidiana, fatta di rapporti tra le persone in ogni loro forma, il tutto focalizzato sul mondo della cucina e della ristorazione.
In un’epoca contraddistinta dalla costante perdita di voglia e di pazienza di capire chi non la pensa come noi, anche la cucina rischia d’esser minacciata da tanta intransigenza, e ciò rappresenta un pericolo poiché tutto quello di cui ci nutriamo è frutto di contaminazioni anche ultra secolari così come di intuizioni e nuove idee. Tutto il programma dell’edizione 2019 del convegno ruoterà quindi attorno al concetto di memoria, in un modo che ricorda molto un celebre aforisma del compositore Gustav Mahler: «La tradizione è custodire il fuoco, non adorarne le ceneri».
Il popolo italiano, eccezionale creatore di nuove forme e idee, in cucina e ancora di più in tutti gli altri settori, nelle pentole e a tavola fa vincere la tradizione, e spesso nella totale assenza di spirito critico per adeguarsi ai tempi almeno a livello di cotture e condimenti. Per quanti nuovi piatti si possano realizzare e conoscere, i più diffidano del nuovo, con una resistenza alla novità difficile da riscontrare in altre realtà. I piatti sono un rifugio sicuro, sempre aperto per accogliere le memorie più care: lo sanno benissimo anche i cuochi e i pasticcieri più innovativi, eternamente obbligati a fare i conti con le meraviglie del passato. Sovente giustificandosi di esserne in qualche misura discostati.
La tradizione può esser vista come una innovazione riuscita, manifestazione esplicita della consapevolezza acquisita di un processo creativo fatto di tanti piccoli, a volte anche grandi, passi. In fondo, cosa fa un cuoco quando serve una novità, se non cercare di donare una nuova memoria? Quello che oggi è una novità, sovente, sull’onda del successo, più avanti diventa una tradizione e non spaventa più nessuno, anzi conforta. E a quel punto si ha a che fare con un nuovo ricordo.
Questa edizione è particolarmente significativa anche per Radio Food, che farà il suo esordio al convegno in qualità di Media Partner, con l’obiettivo di dar voce ai protagonisti della tre giorni milanese.