Qualche mese fa è uscito il libro “How to be Italian. Eat, drink, dress, travel and love la dolce vita” di Maria Pasquale, australiana di nascita, da genitori italiani, innamorata del Bel Paese e in particolare della Capitale. Grande amante delle bellezze di casa nostra e delle sue bontà. Fan sfegatata di Roma, forse più di alcuni romani. Maria ha sempre saputo che Roma sarebbe stata il suo destino. Adora passeggiare per Trastevere, quartiere di cui conosce ogni piega, mille storie e soprattutto posti in cui ritrovarsi con gli amici dalla colazione alla cena.
Chi è Maria Pasquale
Già autrice del libro “I Heart Rome”, il suo blog HeartRome vanta lettori in oltre 100 paesi, una rete social che supera i 40,000 utenti, ed è stata menzionata in riviste del calibro di BBC Travel e Vogue. È stata nominata dalla testata giornalistica “La Repubblica” una delle figure più influenti nel settore viaggi. “How to be Italian” è il suo secondo libro, scritto ovviamente in lingua inglese, ed è un modo non solo per raccontare, ma proprio per far vivere agli stranieri una giornata da veri italiani, una guida che sappia indicare non solo le cose da vedere, da fare o posti dove andare a mangiare, ma soprattutto come, con quale stile, con quale approccio farle.
Ma cosa significa veramente essere italiani?
Le risposte possono essere tante e noi abbiamo provato a fare a Maria una serie di domande per farci raccontare la sua storia d’amore con Roma e il suo libro, che vuole essere una vera e propria celebrazione dello stile di vita italiano. Una vera e propria lezione del “dolce far niente”: l’arte dell’ozio felice e spensierato.
Maria Pasquale ci racconta How to be italian.
Il tuo libro ha come titolo “How to be Italian”. Secondo Maria Pasquale cosa vuol dire veramente Essere italiani, tu che vivi in italia da diversi anni e hai osservato stili, abitudini e difetti degli italiani.
Vuol dire avere un rispetto profondo per la famiglia, la tradizione ma anche innovazione, per la storia e la cultura. Lo stile di vita italiano è tratto distintivo del paese. In questo particolare approccio alla vita c’è qualcosa di intangibile. Sembra davvero uno di quei party esclusivi a cui tutti vorrebbero essere invitati, ma i posti sono limitati. Perché essere italiani è un’emozione, ed è davvero difficile da spiegare. Ad esempio la vista di monumenti maestosi, di piazze gloriose, delle mura color ocra delle rovine romane, dei canali di Venezia, delle nonne che preparano le orecchiette sulle strade di Bari, di un gruppo di preti che pranzano in trattoria, o semplicemente degli amici e della famiglia. E poi ci sono i suoni: le sirene delle ambulanze, il suono delle campane delle chiese, i rumori acuti delle tazzine nei bar, i commercianti del mercato che trattano al banco, gli scooter che sfrecciano e l’inconfondibile Fiat 500 che passa. Per non parlare degli odori: dai chicchi di caffè appena tostati al la fragranza di una focaccia appena sfornata, un cornetto o una sfogliatella calda, l’odore salato di una salumeria, il profumo dell’ammorbidente nel bucato o delle arance in Sicilia e dei limoni in Costiera.
E cosa vuol dire per gli stranieri Essere italiani? Quale mito ci portiamo dietro? Cos affascina veramente il turista?
A parte la cosa ovvia, che sarebbe la bellezza, è l’energia che trasmettono gli italiani. Il fatto di non essere arrogante anche se – con millenni di storia, opera d’arte, brand di eccellenza e siti Unesco, da invidiare – l’italiano potrebbe addirittura esserlo. Invece è un popolo che resta umile e generoso, con un gran carattere.
Quante è forte il potere del cibo, come attrattore culturale e turistico?
Accanto alla politica, alla religione e al calcio, il cibo è probabilmente uno dei temi più dibattuti d’Italia. Ma unisce anche gli italiani nella loro ricerca di piatti autentici e di qualità che parlino alle tradizioni locali e ai ricordi dell’infanzia. La tradizione di mangiare bene, ma ancora più importante: di gustare il cibo, è una cosa che attira tantissimo. La gran parte di turisti vengono in Italia per mangiare, bere e assaporare le nostre eccellenze e tutto il mondo cerca di replicare e imitare la cucina italiana. La cosa che più incuriosisce e desta sorpresa e piace è il rapporto che gli italiani hanno con la gastronomia: il loro impegno e la loro dedizione all’eccellenza. La loro passione e la loro spinta. Il modo in cui parlano di cibo e l’importanza che danno al mangiare e al gusto.
Come si può trasformare il bere e il mangiare bene in uno stile di vita?
Gli italiani difendono ferocemente la loro cucina, che ha una reputazione globale e un primato di eccellenza. Fondamentalmente, mangiare come gli italiani non è solo una questione di scelta e di materie prima, ma di entusiasmo. Mangiare come gli italiani significa concentrare la propria vita intorno e sul cibo, parlarne, pianificare i pasti, saperlo gustare e godere di esso. Questa è l’essenza di come mangiano gli italiani ed è secondo me il significato del cibo per l’italiano.
Nella tua biografia dici che hai sempre saputo che Roma era nel tuo destino, perché , cosa ti ha affascinato di Roma e cosa ti ha conquistato?
Ho avuto la grande fortuna di aver girato parecchio il mondo, ma nessuna città ha mai avuto un effetto su di me come Roma. È davvero unica con un’energia che nutre l’anima. Adoro la luce di Rome, il color ocra delle mura e che il passato, presente e futuro coesistono in modo complesso e meraviglioso. Roma non è perfetta, ma con la sua bellezza si fa sempre perdonare.
Cosa consigli a uno straniero a Roma per la prima volta?
Di perdersi nei vicoli del centro. E soprattutto di osservare la luce di Roma che per me è unica nel mondo.
Cosa consigli invece a un romano per vivere bene Roma, come non l’ha mai veramente fatto?
Di notare i dettagli perché ce ne sono così tanti e sono davvero unici. Quelle piccole cose che spesso diamo per scontate ma che davvero hanno la capacità di nutrire l’anima.
Il tuo piatto preferito della tradizione romana, il tuo quartiere preferito della città, il tuo locale preferito?
Sono tanti, forse troppi! Vivo dentro di me la perenne lotta tra carbonara e maritozzo! A cui aggiungo l’amore sprofondo per la pizza e mortazza, le puntarelle e potrei continuare ancora… perché sceglierne solo uno è veramente difficile. Il mio quartiere preferito – sarò di parte visto che ci vivo da oltre 10 anni è Trastevere. Durante il giorno, riesci a viverlo come se fosse un piccolo paese, ha una dimensione unica con le sue botteghe e lo respiri in tutto il suo essere “quartiere romano”. Tra i miei locali preferiti c’è Osteria der Belli e Da Enzo, la Pizza di Seu Illuminati, Pianostrada, All’Oro e Glass e non possono mancare i supplì mangiati per strada.