Cosa vi viene in mente quando sentite la parola “hamburger”? Il classico medaglione di carne macinata cotto alla piastra, oppure il goloso panino da fast food? Oggi ve li raccontiamo entrambi, approfittando della giornata mondiale dell’hamburger che si celebra domani 28 maggio. Quale migliore occasione per scoprire qualcosa in più sul piatto che forse è un “guilty pleasure” per molti?
Se non conoscete la storia dell’hamburger, probabilmente è perché si tratta di una delle pietanze dall’esistenza più travagliata e incerta. Tutto parte da una polpetta schiacciata di carne cotta generalmente alla piastra, che poi si infila tra due fette di pane e diventa panino, trasferendogli il nome. La sua versatilità, il suo gusto e la sua praticità fanno di questo piatto uno dei più amati, ma anche uno dei più temuti tentatori di peccati di gola. Oggi troviamo burger di tutti i tipi, dal classico, al vegetariano o vegano, il burger di pesce e altre varianti. Ma quali sono le origini del vero hamburger? Scopriamole insieme.
La storia dell’hamburger
Immaginereste mai che per risalire alle origini dell’hamburger sia necessario tornare indietro nel tempo, fino all’epoca medievale? Ebbene sì, dobbiamo far un grande salto nel passato per tornare al medioevo e incontrare un popolo di guerrieri, i Tartari. Molti sostengono che i Tartari avessero, per così dire, un’usanza “culinaria” particolare: disporre alcuni pezzi di manzo sotto le selle dei cavalli che, dopo essersi inteneriti grazie alle lunghe cavalcate, venivano affettati e consumati crudi. Potrebbe essere forse questo un antenato dell’hamburger contemporaneo? Forse no, forse quell’usanza di conservazione, salagione e consumo è più vicino alla genesi della carne secca, ma rimane un fatto che quelli siano stati i primi medaglioni di carne (anche se non trita).
Dopo aver incontrato il popolo dei Tartari, andiamo avanti veloce fino ad arrivare al XIX secolo. Ci troviamo in America, dove fanno capolino gli immigrati provenienti da Amburgo, città tedesca. È questo popolo che porta con sé in America un piatto chiamato “manzo in stile amburghese”, e ci porta a scoprire la seconda vera curiosità della nostra storia. Perché secondo alcuni è proprio da tale nome che deriva poi quello del famosissimo hamburger, discostando così le origini del suffisso che lo legano esclusivamente alla carne.
Per gustare il goloso panino imbottito, però, dovremmo aspettare Otto Kuasw, considerato l’inventore dell’hamburger moderno. Proprio lui ebbe infatti la geniale idea: creare una polpetta appiattita utilizzando una salsiccia privata del suo budello, per poi successivamente friggerla e inserirla in mezzo a due fette di pane, con l’aggiunta di un uovo fritto. Questo potrebbe essere considerato il primo esemplare di hamburger moderno (inteso come piatto completo).
Quindi è grazie a Otto Kuasw se oggi possiamo gustare il nostro hamburger preferito al fast food, al ristorante o ovunque vogliamo. Il panino hamburger risulta essere fin da subito molto versatile e genuino, un pasto perfetto e pratico per i lavoratori. Per questo motivo raggiunge una grande popolarità che lo porta, pian piano, ad entrare a far parte della cultura di massa. Non sono chiari, però, i passaggi che si sono susseguiti per arrivare a ciò, lasciando sulla storia dell’hamburger un alone di mistero.
I fast food
State prendendo appunti? Allora potete aggiungere alla vostra mappa reale o mentale una data importante, il 1919. È questo l’anno d’oro in cui l’hamburger fa la sua comparsa per la prima volta in un ristorante: si tratta dell’A&W Restaurant. È poi nel 1921 che l’hamburger trova la sua dimensione nel White Castle Hamburger. Si tratta di una catena di ristoranti che nasce nel Kansas per poi arrivare rapidamente a New York, considerato un precursore dei più moderni fast food. Nel White Castle vengono serviti hamburger quadrati ad un prezzo conveniente.
La diffusione su scala mondiale dell’hamburger avviene successivamente, con l’ascesa della più grande catena di fast food americana: il Mc Donald’s. La chiave del suo successo sta nella sua formula innovativa: offrire ai clienti cibo goloso in grandi quantità ad un prezzo accessibile, e soprattutto che può essere preparato e consumato velocemente. È però forse all’interno di queste grandi catene di fast food che l’hamburger passa dall’essere un piatto genuino a un qualcosa sul quale avere molti dubbi per qualità e produzione in catena a poco prezzo. C’è infatti una sottile linea che separa le due cose. Tuttavia oggi abbiamo tante versioni, anche salutari dell’hamburger, pensiamo ad esempio alle alternative vegane o vegetariane tanto discusse. Soffermiamoci quindi un attimo sui vari tipi di burger che oggi esistono.
Le tipologie di hamburger
Ne esistono veramente tanti. Parlando del panino ripieno, negli USA e in Canada ne esistono principalmente due tipologie:
- I burger da fast food
- I burger da ristorante, serviti con lattuga, pomodoro, cipolle e sottaceti.
Gli ingredienti che vengono inseriti all’interno del panino possono variare anche in base alla città. Ma pensiamo anche ai burger gourmet, arricchiti con ingredienti di ricerca.
Se invece ci riferiamo solo al classico medaglione, il burger cambia in base all’ingrediente di cui esso stesso si compone. Quindi avremo:
- Burger di vitello e manzo
- Burger di carni miste
- Burger di pollo e tacchino
- Veg burger
- Burger di pesce
Tra queste opzioni, il veg burger ultimamente sta spopolando, entrando anche nei menù delle più grandi catene di fast food.
Trend del momento
Ma qual è tra tutti questi hamburger quello preferito dagli italiani? Just Eat ha stilato una classifica: al primo posto troviamo l’hamburger classico, seguito dal Cheeseburger; al terzo posto abbiamo il “componi il tuo burger”, seguito dal Bacon Burger e infine il Chicken Burger.
Il “componi il tuo burger” è un’opzione che ha riscosso molto successo negli ultimi anni ed è quella che ti mette nella condizione di scegliere che tipo di burger vuoi nel tuo panino e con quali altri ingredienti vuoi accompagnarlo. Quante volte, prima di ordinare un hamburger, abbiamo detto al cameriere: “per me senza insalata”, oppure “si possono togliere i pomodori?”. Comporre da soli il proprio panino non solo ci permette di farlo rispettando liberamente i nostri gusti, scegliendo gli ingredienti che preferiamo, ma spesso è anche considerato divertente. In questo modo ognuno ha il suo ed è una forma di attenzione e di esclusività che inevitabilmente funziona, soprattutto quando davanti ci mettono una lista di ingredienti aggiuntivi lunga e accattivante.
Concludendo, possiamo dire di aver raccontato una pietanza il cui nome varia in base alla storia che scegliamo di dargli, così come la sua sostanza varia sulla base del gusto che vogliamo dargli. Sarà per questo che la sua evoluzione continua lo porta a esser ancora il panino preferito anche per la maggior parte degli italiani. Un piatto ricco e soddisfacente, che oggi si declina in tanti modi diversi. Cosa avrà il futuro in serbo per lui?