Il 26 febbraio si celebra la Giornata mondiale del pistacchio. Uno dei frutti più amati dagli italiani e non solo, ingrediente utilizzato per moltissime ricette ed inserito ormai ovunque. Quella per il pistacchio è una vera e propria ossessione o meglio, un vero e proprio buisness. Scopriamo insieme le origini, la storia e il perché della sua straordinaria fama.
Anche il pistacchio ha la sua giornata mondiale, che ricorre il 26 febbraio. Amato da chef, pizzaioli e pasticceri, lo troviamo ovunque e in ogni tipo di farcia e topping. Ovviamente si usa sempre il miglior pistacchio della piazza, come quello di Bronte. Ma siamo sicuri che stia bene da per tutto? Che tutto questo pistacchio non ci abbia stancato?
Tutto il Pistacchio viene da Bronte?
Bronte è un comune italiano di 18.149 abitanti della città metropolitana di Catania in Sicilia e si estende alle pendici occidentali dell’Etna. E’ qui che viene prodotto il Pistacchio più famoso al mondo. A rendere unico questo frutto, è il territorio in cui viene coltivato. Gli alberi crescono qui in maniera del tutto naturale e la raccolta viene svolta all’incirca ogni due anni e nei mesi di agosto e settembre la raccolta dei frutti avviene a mano, come accadeva anni fa.
Secondo le statistiche è stato riscontrato che il territorio di Bronte da solo produce il 90% dei pistacchi nazionali, e anche i più costosi, unica DOP del genere presente in Europa. L’importanza della dicitura DOP, tutela i consumatori nella consapevolezza di acquistare il vero pistacchio di Bronte, la denominazione infatti non viene concessa a chiunque ed è sinonimo di qualità e territorialità. Dunque i pistacchi di Bronte sono tra i più rinomati, ma sono solo meno dell’1% della produzione globale. La sua notorietà è ormai diffusa in tutto il mondo, grazie anche alle esportazioni. La produzione più intensiva avviene in Turchia, Siria e Grecia. Tuttavia sono gli Stati Uniti ad avere il primo posto nella produzione commerciale mondiale di pistacchi. In particolare la California dove la pianta trova un’ambiente ideale alla crescita: estati calde e secche, abbondante acqua, terreni profondi e molto sole. Oggi la California produce circa 140 mila tonnellate di pistacchi, che rappresentano approssimativamente il 98% del raccolto nazionale.
L’evoluzione del Pistacchio
Il pistacchio è una pianta originaria del bacino Mediterraneo (Persia, Turchia). Reperti archeologici testimoniano la presenza del pistacchio già nel 6760 a.C. nelle terre della Giordania. Furono successivamente gli arabi ad aumentarne la produzione quando sbarcarono in Sicilia, cominciando dalla provincia di Agrigento e Caltanissetta e arrivando a Bronte nel XIX secolo.
Il Pistacchio oggi: uso o abuso?
Oggi parlare di pistacchio significa parlare di buisness. Per ogni alimento in vendita, esiste la versione al pistacchio. Che siano biscotti, creme, merendine, formaggi o ricette, esiste un’unica certezza: il pistacchio arriverà. Ma la domanda è “perché?”. Perché ne siamo tanto ossessionati e soprattutto da dove arriva la monda del Pistacchio, c’è sempre stata o è una tendenza degli ultimi anni?
Dal 2000 a oggi, in Italia, tra le diverse produzioni di frutta secca e disidratata, quella dei pistacchi ha registrato la crescita maggiore, pari al +41,74%. Numeri che cresceranno nei prossimi anni. Dunque si, il pistacchio piace proprio a tutti e il marketing non perde tempo per ricordarci che ne dobbiamo mangiare in quantità. In pizzeria, troverai senza dubbio una o più versioni con il pistacchio, come ad esempio l’ormai richiestissima pizza con mortadella e granella di pistacchio con l’aggiunta di mozzarella o stracciatella. Solitamente tra le proposte “gourmet” con un prezzo che si aggira intorno ai 10-15 €.
Le aziende produttrici di merendine e biscotti negli ultimi anni hanno puntato molto sulle varianti al pistacchio. Basti pensare alla limited edition dei Baiocchi o al gelato Magnum, prodotto non troppi anni fa. Per non parlare dei dolci tradizionali come Pandori, Panettoni, Colombe pasquali, Torroni e il più amato dagli italiani: il tiramisù, anch’esso, ovviamente in versione “verde”.
Non solo dolci, ma anche salami, taralli e quant’altro. Essendo un alimento molto versatile è veramente possibile trovarlo ovunque e il formato più utilizzato è la granella. Se ci facciamo caso nei ristoranti è ormai è sempre più facile trovare la granella di pistacchio come topping anche in condimenti dove sembra non avere un legame. Un po’ come il famoso “tarallo sbriciolato” anch’esso ormai diventato una moda. Insomma, se un tempo il detto citava: “stai sempre in mezzo come il prezzemolo” ad oggi, in chiave contemporanea, la versione potrebbe essere “stai sempre in mezzo come il pistacchio”.