Il consumo di frutta secca e disidratata in Italia negli ultimi dieci anni è cresciuto in modo importante e di conseguenza aumenta l’offerta, sempre più diversificata, oltre alle produzione biologiche di noci, mandorle, arachidi con filiere controllate. Non è una questione di moda, ma di cultura e sana alimentazione. Per capire come prosegue questo trend abbiamo intervistato Gabriele Noberasco, presidente della Noberasco dal 1908.
Gli italiani sono sempre più attenti all’alimentazione e alla salute, questo oramai è un dato di fatto e le loro scelte a tema cibo si riflettono nella cucina a casa, nella spesa e anche in nuove abitudini. Tra queste il consumo di frutta secca e disidratata, che negli ultimi dieci anni è praticamente raddoppiato. Secondo gli studi, infatti, si è registrato dopo il 2015 un aumento significativo del consumo di questi prodotti in Italia.
Mandorle, noci, nocciole, arachidi, anacardi sono tra quelli più conosciuti e consumati, consigliati per i loro benefici da medici e nutrizionisti, a loro modo complici di questa crescita sul mercato. E se la domanda aumenta, l’offerta risponde con una serie di proposte nuove, sempre più selezionate, biologiche e anche 100% made in Italy.
Curiosi di questo andamento esponenziale di un mercato molto settoriale, che fino al decennio scorso era relegato ad un consumo “natalizio”, mentre oggi è regolare in tutto l’anno, abbiamo fatto qualche domanda a Gabriele Noberasco, presidente dell’omonima azienda, per capire in dettaglio come sono cambiate le produzioni e i consumi di questa categoria che si è conquistata interi scaffali dei supermercati e angoli dedicati nei negozi di frutta o beni alimentari in genere.
La Noberasco è azienda leader riconosciuta in un settore che oramai ha un trend più che positivo e di cui ha vissuto tutte le fasi, fino all’esplosione di questo boom, ma come sottolinea il suo presidente: “Fin dagli albori abbiamo provato a modificare l’atteggiamento del mercato della frutta secca, soprattutto nella grande distribuzione. Questa categoria di prodotto per anni è sempre stata protagonista delle tavole delle feste natalizie, per poi essere declassata negli scaffali più bassi a feste finite. Oggi finalmente si è riconosciuto l’aspetto e il valore salutistico di questo alimento, portandolo a essere protagonista di snack e colazioni in tutti i giorni dell’anno. E noi di Noberasco in questo cambiamento di visione ci abbiamo messo del nostro”.
Fondata nel 1908, la frutta secca è sempre stata la passione e il business di Noberasco e proprio per questo approccio a tutto tondo nel settore che l’azienda di Albenga ha saputo diversificare l’offerta, senza mai far annoiare i suoi consumatori, soprattutto i più golosi. “Abbiamo costruito un percorso di crescita importante, abbiamo saputo non solo seguire le tendenze, ma anche lanciarle, proponendo sul mercato sempre qualcosa di nuovo – ci spiega Gabriele Noberasco – come i mix di frutta secca e disidratata, specifica per ogni esigenza, i mix tropicali in forte crescita e le ultimissime novità che sono le barrette, le creme e il burro di arachidi, che rispondono ad abitudini più “fit” dei consumatori”.
Non perdono, invece, colpi sul mercato le prugne, le noci, le mandorle e lo zenzero che come ci fa notare lo stesso Noberasco, è un prodotto new age, con molte caratteristiche positive, di cui si fa un consumo quasi compulsivo, presente in estratti e centrifughe, e in moltissime ricette sia fresco che in polvere, candito o disidratato.
Qualche dato sui consumi di frutta secca
Dai dati Ismea elaborati da Coldiretti emerge che, durante gli ultimi 10 anni, gli acquisti di frutta secca sono raddoppiati, insieme alla quantità media per persona consumata ogni anno, stimata a circa 3 kg. La crescita dei consumi ha influenzato anche il settore della produzione portando a un aumento dei terreni dedicati a queste coltivazioni, nonostante si mantenga l’alto flusso di importazioni.
Tra i prodotti più consumati ci sono le noci. E ovviamente l’aumento dei consumi ha portato il consequenziale aumento delle coltivazioni: il nostro Paese si colloca, infatti, al dodicesimo posto nella classifica mondiale dei produttori di noci mentre l’import ha mantenuto un andamento crescente (nel 2019 ha segnato il +372% rispetto al 2000 e le cause sono anche da ricercare nei prezzi più bassi dei prodotti importati).
Altra produzione di grande sviluppo dal 2000 ad oggi, in Italia è quella dei pistacchi che pare abbia ha registrato la crescita maggiore (+41,74%), dove il pistacchio di Bronte occupa una delle aree più estese di produzione a livello italiano ed europeo, con circa 34 mila quintali di pistacchio verde di Bronte DOP, prodotto a fronte di una produzione italiana di quasi 39mila quintali.
E infine ci sono le nocciole di cui l’Italia vanta il primato nella produzione mondiale. I dati Istat confermano che, negli ultimi 8 anni, le superfici coltivate a nocciolo in Italia hanno registrato un incremento di circa il 20% con conseguente aumento della produzione del +41%, anche tra le varietà più pregiate Dop e Igp.
E proprio di questo aumento produttivo all’interno dei confini nazionali chiediamo al Signor Noberasco, che conferma i dati e l’evoluzione della nostra produzione agroalimentare: “i prodotti italiani sono ovviamente recenti, ma c’è una grande attenzione per il prodotto “made in Italy” sia da parte dei consumatori che dei produttori stessi. Stiamo assistendo alla conversione dei terreni e degli alberi per la produzione di frutta secca. Come Noberasco abbiamo avviato una serie di progetti di filiera italiana che stiamo portando avanti su più fronti, coscienti che questo ci offre anche un grande valore aggiunto: le mele coltivate in Piemonte, le noci nelle Marche, le arachidi 100% italiane che hanno previsto un’opera di bonifica delle paludi ferraresi per arrivare al risultato finale, fino ad arrivare alla creazione di linee totalmente biologiche e di filiera solo italiana”.
Produzione diretta, fornitori e agricoltori di fiducia, sinergia con consorzi sono alla base del lavoro di una vita di Noberasco e poi c’è un eccellente sistema di qualità di selezione con rigidi controlli per i prodotti che arrivano un po’ da tutto il mondo.
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La frutta secca fa bene alla salute
In una dieta quotidiana sana ed equilibrata non dovrebbe mai mancare la frutta secca, infatti un consumo adeguato regolato in base al nostro fabbisogno energetico non fa di certo male. Non a caso l’OMS, Organizzazione Mondiale per la sanità, ha incluso la frutta secca in un elenco di cibi consigliati per una vita sana.
La frutta secca bisogna dire è ricca di fibra alimentare, ha funzione antitumorale; contiene acidi grassi omega 3 e omega 6, i cosiddetti grassi buoni, che prevengono le infiammazioni dell’organismo e contrastano l’innalzamento dei livelli di colesterolo nel sangue. E’ ricca di proteine vegetali, contiene vitamine del gruppo A, B e K e tanti sali minerali.
“E poi sfatiamo il mito che la frutta secca è calorica e fa ingrassare – dice Gabriele Noberasco – non è un prodotto calorico, fa bene alla salute perché non contiene zuccheri e da sola, non fa ingrassare. Ha questo effetto ovviamente se si mangia dopo aver già raggiunto il fabbisogno calorico giornaliero. Nella nostra produzione di barrette o creme cerchiamo di mantenere inalterata la quantità di zuccheri, utilizzando solo zucchero naturale derivato dai datteri”.
Al contrario, come consigliano i nutrizionisti bisognerebbe consumare quei 15-30 grammi di frutta secca al giorno, mangiati a colazione o per gli spuntini, fanno bene, danno senso di sazietà e quindi aiutano anche a dimagrire. E questa visione healthy della frutta secca (o sarebbe più coretto chiamarli semi oleosi) per fortuna fa parte del nostro stile di vita, e sottolinea Noberasco: “C’è stata negli ultimi tempi una dilatazione dell’informazione e della conoscenza nel settore da parte dei consumatori, che ha sovvertito le logiche della linea guida degli ultimi anni. Oggi la mandorle sono degli snack e la stessa cosa si può dire per le noci. E’ aumentata l’informazione, basta pensare ai social e a quante ricette o modalità di consumo vengono consigliate per rimanere in forma, magiare qualcosa di buono, saziante e premiante anche da un punto di vista del gusto. Forse anche per questo le donne e i giovani sono i maggiori “nostri affezionati clienti” e molti di questi sono sportivi. In poche parole la frutta secca con tutti i loro vantaggi positivi sono entrati a pieno titolo nei nostri stili di vita, è richiesta e si trova da per tutto, dal supermercato al bar, dagli autogrill agli aeroporti e in tutti quei posti del settore travel dove il consumo è “comodo”.
In quest’ottica, la sfida delle aziende italiane è quella di consolidare un trend già in atto, promuovendo nuove tipologie di consumo della frutta secca che rendano questo prodotto un alimento di base da consumare quotidianamente in qualsiasi momento della giornata.
Pasqua a regola d’arte con le uova Noberasco 1908
Le novità di Noberasco
In questo fermento produttivo, ma possiamo dire anche creativo dell’offerta di nuovi prodotti a base di frutta secca, Noberasco lo scorso maggio ha presentato a Cibus le sue grandi novità.
Partiamo con la conferma di un marchio di qualità e l’investimento nella filiera 100% Italia per una serie di prodotti come le tre nuove barrette Viva Break(fragola, arancia e nocciola,) realizzate con tanta frutta e arricchite da gocce di cioccolato, senza glutine e senza olio di palma; seconda grande novità è la Barretta 100% Italia con nocciole e mela di filiera. Realizzata con materie prime italiane e prodotta interamente sul territorio, ricca di fibre, senza glutine e senza olio di palma. Ultima la Crema di Arachidi Italiane e il Burro di Arachidi Italiane, con cui l’azienda approda nel mercato delle spalmabili vegetali.
E come ci spiega il presidente del brand: “questi prodotti sono il culmine di un impegnativo processo di ricerca e sviluppo, le creme sono caratterizzate dal sapore unico e intenso delle arachidi 100% italiane e tracciabili – grazie alla tecnologia blockchain – marcatamente diverso da quello dei prodotti di importazione. Entrambe sono senza lattosio, senza olio di palma, ma ricche di proteine di origine vegetale, rappresentando quindi una novità assoluta per il comparto. Inoltre con il progetto Filiera 100% Italia Noberasco vuole offrire al consumatore un gusto unico, che è quello tipico italiano, e tutte le garanzie del “Metodo Noberasco” (in collaborazione con RINA, ente esterno garante) con il quale l’azienda di famiglia si impegna a garantire la sostenibilità e tracciabilità di tutta la filiera produttiva. Questo è possibile grazie agli investimenti nell’utilizzo di tecnologie all’avanguardia e sistemi di blockchain che permettono, non solo di certificare che l’intera vita del prodotto si svolge in Italia (dalla coltivazione al confezionamento), ma anche di intervenire nel processo in modo efficace, evitando inutili sprechi di risorse tra cui energia ed acqua”.
Tutti i Prodotti 100% Italia, tra cui gli ultimi introdotti le Mandorle siciliane sgusciate, i Fichi di Calabria, le Mele Ambrosia e le Nocciole del Piemonte pelate e tostate vanno ad aggiungersi al progetto di coltivazione di Arachidi 100% Italia.: “Abbiamo scelto di puntare con decisione sulla filiera nazionale; il primo passo in questa direzione è stato fatto con le arachidi, nel 2020 e oggi siamo orgogliosi di presentare una gamma con nuovi prodotti nel segno di una riscoperta e valorizzazione delle eccellenze che il nostro Paese sa proporre e su cui occorre avere coraggio di credere ed investire”.