Fare marketing con Facebook è una necessità oramai assodata: sono cambiate nel tempo le relazioni e i meccanismi ed il social network è diventato un ingranaggio di un nuovo meccanismo di visibilità che serve a costruire la web reputation ed il business. Ma quante aziende, imprenditori e ristoratori fanno un uso consapevole ed efficace di Facebook?
Una giungla di contenuti, quasi tutti uguali, dove qualcuno si fa notare. Una piattaforma che bisogna conoscere se vogliamo raccontarci ed essere visibili, senza sentirsi elementi di un universo caotico fatto di foto di piatti, menu on line, food porn e chi più ne ha più ne metta. Per orientarci al meglio in questo scenario abbiamo questo aiuto a Cristiano Carriero e Monia Taglienti, digital strategist e marketer, autori del libro Facebook Marketing Pro, Strategie e azioni per fare business edito da Hoepli.
“Facebook è il luogo di incontro tra la domanda e la relazione”, essere in rete come azienda significa relazionarsi agli altri, partecipare, dialogare e non solo farsi vedere e “vendere”. La relazione, networking e la centralità della persona, sono dunque elementi essenziali per una gestione ottimale ed efficace di questo strumento 2.0. “Negli ambienti web la persona – sottolinea Monia Taglienti – tende a perdere il suo peso specifico, si parla di umanizzare le aziende, ma chi lo fa tende a seguire strategie accademiche che nel pratico si riflettono poco”.
Ma quanto è importante Facebook per fare marketing?
“Facebook rimane sempre il social network principale. Si legge tanto di tanti altri social network, vedi le stories di Instagram, tik tok e altri che risultano essere eccessivamente settoriali. Non sono nemmeno d’accordo con chi dice che Instagram è dei giovani e FB no. E’ vero che la tendenza dei millennials è vivere Instagram, dal canto suo Facebook offre un’esperienza totale e fa fare cose completamente diverse. Facebook nel bene e nel male ospita chiunque, esempio ne è la politica, i sondaggi, lo stesso marketing e il lancio dei prodotti. E poi ricordiamoci che Instagram è sempre uno strumento di Facebook” afferma Carriero.
Cambia Facebook negli anni, ma cambiano anche gli utenti e i consumatori. Se all’inizio l’utilizzo del social era sconosciuto ai più, oggi questo accoglie oltre due miliardi di persone nel mondo che si interfacciano tra loro, trovando spazi di confronto. Ma quanta consapevolezza c’è di utilizzo e sia di presenza da parte delle imprese?
“Piccoli e medi imprenditori sono consapevoli dell’importanza del social media marketing, spesso pensando erroneamente che sia la soluzione ai loro problemi o lo strumento magico che li porti al successo, allo stesso tempo non sono capaci di utilizzarlo, né sono consapevoli dell’utilizzo stesso”. Questa l’esperienza diretta di Monia che lavorando nel settore ogni giorno si trova a dover affrontare richieste di ogni tipo.
Il comparto food non è esente da questa riflessione, anzi la sua presenza massiccia sui social, considerando il suo approccio visual ci conferma che bisogna esserci. La domanda è: ma come?
“L’errore diffuso – sottolinea Cristiano Carriero- è la mancanza di unicità, si tende a omologarsi agli altri, a comunicare come fanno gli altri, pensando che possa funzionare. C’è bisogno di trovare la differenza e su questa creare valore e il plus comunicativo”. Sono pochi, infatti, i marchi che riflettono un utilizzo strategico, efficace e completo di Facebook sotto tutti i punti di vista, ci riferiamo all’uso di foto e video, ai contenuti e al linguaggio, alla presenza di un piano editoriale di pubblicazione, al lato empatico ed emotivo. Tra i casi positivi del mondo food e ristorazione sia Monia che Cristiano puntano il dito su Daruma Sushi, Flower Burger, Semplicemente frutta, Food Spring, perle rare del web insieme a pochi altri marchi.
Bene o male su Facebook ci si racconta, ma l’obiettivo dei più è “vendere”, si punta alla famosa conversione, che però il più delle volte non avviene. “Obiettivo frainteso – come racconta Monia – perché il social è un luogo dove raccontarsi, dire chi siamo, parlare della nostra filosofia e di ciò che avviene anche off line, perché le due realtà, off line e on line, devono parlare sempre la stessa lingua. La vendita non si finalizza su Facebook, ci sono altri luoghi del web dove ciò avviene, qui si deve fare relazioni”.
Conviene fare pubblicità sui social network e su FB in particolare? Risponde Carriero senza incertezze: “Molto, le ads mirate sulla richiesta di informazione con la strategia del funnel funzionano, e questo lo consiglio, molto più di post sponsorizzati che tendono ad aumentare solo la visibilità. Una cosa che può fare un ristorante potrebbe essere un funnel per le prenotazioni in un giorno o per un evento specifico. Tolta la parte “pubblicitaria” la cosa che bisogna fare è porre l’accento e far percepire il valore aggiunto e unico dell’esperienza che si vive da loro, anche se sappiamo che raccontarsi non è facile e le improvvisazioni non sempre giovano, a meno che non siano creative e sperimentali. Per un corretto content marketing esistono poi i professionisti a cui è bene affidarsi e di cui fidarsi”.
Dalla chiacchierata è emersa l’incapacità delle aziende, grandi e piccole, di compiere passi in avanti significativi, ma il cammino verso una conoscenza piena degli strumenti che abbiamo a disposizione è ancora lungo. Due gli elementi chiave su cui un’azienda, qualsiasi prodotto o servizio rappresenti, deve lavorare al di là delle strategie: la passione e la fiducia, che sono alla base della relazione.