Si è chiusa la scorsa settimana a Torino la settima edizione del Festival del Giornalismo Alimentare, due giorni dedicati all’informazione sulle tendenze del cibo e del mondo che ruota intorno all’alimentazione. Noi di Radio Food eravamo presenti e abbiamo raccolto le voci e le riflessioni dei protagonisti che vi raccontiamo qui e vi faremo ascoltare nei nostri podcast.
121 relatori, 27 panel, 12 laboratori, 2 eventi off e un’anteprima questi sono i numeri della VII edizione del Festival del Giornalismo Alimentare da poco conclusosi a Torino. Il Festival del Giornalismo Alimentare si conferma, dopo l’edizione 2021 completamente in streaming, come l’evento internazionale più importante dedicato all’informazione e alla comunicazione alimentare. Già nota la data per l’ottava edizione, che sarà sempre a Torino dal 23 al 25 febbraio 2023.
La ripartenza del Festival del Giornalismo Alimentare
Avevamo lasciato l’Auditorium del Lingotto di Torino il 20 febbraio 2020, dopo due giorni di interviste, incontri, riflessioni con I grandi nomi del giornalismo enogastronomico e non solo. Già durante il viaggio verso Roma avevo capito che qualcosa non andava, una sottile fobia cominciava a diffondersi tra le persone e dopo ventiquattro ore o poco più la Lombardia era in zona rossa e il resto dell’Italia avrebbe seguito. I fatti li conosciamo tutti e siamo anche desiderosi di buttarceli alle spalle.
Nonostante tutto, il primo pensiero, ritornando dopo quasi due anni al Lingotto di Torino per un appuntamento tanto atteso come il Festival del Giornalismo Alimentare, è stato proprio questo. Un pensiero condiviso tra organizzatori, relatori, professionisti che in questi due giorni avrebbero chiuso un cerchio naturale e con una consapevolezza nuova tracciato un’altra strada.
Tutto ciò che è successo dopo quel 20 febbraio 2020 ha cambiato in parte il mondo dell’informazione, dei consumi, ha ridisegnato I bisogni della società, l’economia e proprio da questa “nuova formula” è ripartita l’edizione 2022 del FGA.
Il programma di questo Festival ha rappresentato le tendenze del fine pandemia ma anche le incognite dettate dalla guerra in Ucraina con i suoi riflessi sull’economia mondiale del cibo. “Abbiamo voluto raccogliere dati e analisi non solo sui media e su come rappresentano l’universo alimentare ma anche sull’orientamento dei mercati e sulla psicologia dei consumi per aiutare i giornalisti e tutto il nostro pubblico a comprendere i fenomeni in atto. Quella attuale è una situazione fluida che ha bisogno di continue letture aggiornate. Il Festival ha dato il suo contributo” dichiara il direttore del Festival, Massimiliano Borgia.
Il Festival del Giornalismo Alimentare in sintesi
Il tema di questa edizione è stata proprio l’informazione post pandemia, sempre più votata alla scienza, alla salute, al benessere e come richiedono i lettori sempre più chiara e affidabile.
Durante le due giornate del 31 maggio e dell’1 giugno abbiamo incontrato professionisti, comunicatori, ricercatori e fatto tante interviste per sapere da chi scrive quale direzione sta prendendo il giornalismo, ma soprattutto quanto sia sensibile alle esigenze dei lettori che cercano più informazioni su sana alimentazione, su materie prime e metodi di produzione. L’attenzione si è spostata dalla persona al contenuto del piatto, se prima si inseguivano gli chef quasi come fossero delle rock star, protagonisti di un sistema anche mediatico che ha portato molti giovani a intraprendere questa carriera, ora interessa quanto sia sostenibile e attento nel suo lavoro, nei suoi patti, nelle scelte fatte. Si stanno definendo nuovi paradigmi alimentari che hanno bisogno di nuove forme narrative, ma specialmente di competenza, conoscenza e professionalità.
Questa la sintesi, il concept di questo Festival del Giornalismo Alimentare 2022 che ha messo la lente di ingrandimento su ben otto ricerche presentate: dalla terza edizione del report sulla presenza del cibo nei media italiani (con la classifica dei giornalisti che hanno scritto di più di cibo), realizzato con L’Eco della Stampa, all’indagine demoscopica dell’Istituto Piepoli sulle aspettative di informazione dei cittadini; dallo studio sull’orientamento dei consumatori di Altroconsumo fino all’indagine sulla psicologia dei consumi dell’Università Cattolica e la sentiment analisys del Crea con l’Università di Torino. E poi nei 12 laboratori di esperienza il pubblico del Festival ha potuto approfondire temi su cui il giornalismo dovrà sicuramente confrontarsi già dai prossimi mesi come le nuove tecnologie di ibridazione.
Media & Food
Il cibo in un modo o in un altro è sempre stato sotto i riflettori, cambiano I punti di vista negli anni, seguendo forse le tendenze e magari alimentandole, ma il cibo non ha mai perso lustro. Se finora è stato un argomento di costume, a tratti di spettacolo, di life style o cronaca cittadina per l’apertura di un nuovo ristorante, oggi tutto ciò che viene messo dentro la parola “food” si trova nelle pagine di economia, di salute, di cultura. Il cibo ha tirato fuori il suo essere antropologico e sociologico e si lega contestualmente ai fatti di tutti i giorni.
Lo abbiamo visto durante il lockdown scrivendo e parlando della corsa alle farine e al lievito, del boom della panificazione a casa, la scoperta del delivery e poi i cambiamenti dei consumi sempre più oculati al “non spreco”, al biologico, al salutare e al sostenibile. Forti di quanto abbiamo imparato nell’arco del biennio trascorso, ora scopriamo il cibo all’interno di una sfera geopolitica ed economica, che in parte mette in crisi la sicurezza e i punti di forza che avevamo.
Tra i protagonisti dei panel anche Radio Food con il magazine e la radio per testimoniare come ormai fa da qualche edizione quali sono le tecniche e le modalità di racconto più efficace per il mondo alimentare. Insieme a blogger del vino o del riso, alla direttrice di Funny Veg e ad Alessandra Favaro di Informa Cibo, Andrea Febo ha tracciato le linee del futuro percorso dei contenuti audio, che si identificano sempre più nei podcast informativi o di racconto, che come lui stesso definisce: “rappresentano quello spazio intimo e personale che solo la voce, come strumento naturale, sa creare per coinvolgerti ed emozionarti”.
A questa VII edizione del Festival del Giornalismo Alimentare sono stati presentati due importanti report su media&food: il rapporto che misura quanto si parli di cibo nei media italiani nel 2022 (che ha monitorato oltre 25.000 testate fra stampa, web, radio e televisione) curato da L’Eco della Stampa e la nuova indagine “Il Cibo e l’Alimentazione” realizzata dell’Istituto Piepoli per comprendere la reale opinione degli italiani riguardo alle stesse tematiche presentate sui media svolta su un campione rappresentativo di 500 italiani a un mese dallo scoppio del conflitto russo-ucraino.
Dieta e Salute
Da questi report appare evidente come siano in calo su tutti i media i vari tipi di dieta: l’unica che resiste è quella mediterranea, di cui si parlava molto già dallo scoppio della pandemia mentre quella che più ricorre connessa a parole come “malattia” e “disturbo” è quella chetogenica. Fra le principali patologie legate al cibo quelle che più preoccupano sono obesità e abuso di alcol (fenomeno quest’ultimo temuto molto meno dai giovani rispetto agli over 55). Un timore che riflette un problema reale: il 53% delle donne italiane sono in sovrappeso anche se la problematica più grossa è quella che riguarda i bambini italiani, i più obesi d’Europa. Altri disturbi dell’alimentazione come anoressia e bulimia, in forte aumento dallo scoppio della pandemia, fanno invece meno notizia, trovando molto meno spazio sui giornali.
Si presta molta attenzione alla sana alimentazione, ai piatti sostenibili, alle materie prime tracciabili. Il lettore, sempre più interattivo, chiede, si informa, genera contenuti che immette sul web facendosi promotore a suo modo di stili di vita corretti che aiutano il corpo e il pianeta.
Di questo è stata testimone e promotrice Eliana Liotta, giornalista e scrittrice, che con il suo intervento dedicato al “come parlare di nutrizione sui media” ha dato testimonianza del suo lavoro, raccontando quanto sia sempre più attuale questa tematica, che però non deve essere condizionata e cavalcata dalla moda, ma essere sempre più verificata e resa attendibile dalla sua scientificità. Termine quest’ultimo a cui lettori e telespettatori sono stati abituati e su cui si è molto insistito nella sua rivalsa per sconfiggere quel boom di fake news prodotte solo per acchiappare click online.
Si avvicina il Festival del Giornalismo Alimentare, intervista a Massimiliano Borgia.
Guerra e cibo
Il cibo in questi giorni si lega per forza di cose alla guerra e di conseguenza all’aumento dei prezzi. Fra i primi dati presentati durante il FGA spicca l’impennata (circa +50%) della presenza del cibo sui media a partire da marzo 2022, in concomitanza con lo scoppio della guerra in Ukraina.
“Dalla metanalisi del report effettuata dal Master “Cibo&Società” dell’Università Milano Bicocca – come ci spiega la coordinatrice Laura Prosperi – viene fuori un netto cambiamento dei temi legati al racconto del cibo: adesso il food si accompagna a questioni geopolitiche ed energetiche e molto meno a notizie di taglio domestico o lifestyle. Motivo per cui hanno iniziato a scrivere di cibo molti giornalisti non di settore”.
Del rapporto guerra e cibo se n’è parlato anche con la Borsa Telematica Italiana e con AltroConsumo.
Alessandro Sessa, direttore delle riviste Altroconsumo, sottolinea come l’aumento dei prezzi dal cibo all’energia abbia condizionato le scelte di tutti, anche di quelli definibili “benestanti”. “Il carrello della spesa è stato modificato, si compra meno, si scelgono prodotti da primo prezzo, alimenti a marchio del supermercato o prodotti in offerta, si fanno delle rinunce su carne e pesce e si taglia il superfluo. Anche nel raccontare questo l’informazione e i media devono essere attenti ed etici, senza innescare paure”.
Piemonte e Torino, gli altri protagonisti del Festival del Giornalismo Alimentare.
E molti argomenti di questo Festival hanno valorizzato e raccontato il territorio, dando vita ad un filone local per far conoscere meglio, al resto d’Italia, le iniziative di consorzi, aziende e istituzioni di Torino e del Piemonte. Si è parlato di agricoltura sempre più hi-tech, di eccellenze gastronomiche torinesi, di latte e del progetto Think Milk, Taste Europe, di Made in Italy e sostentibilità. Numerose poi le aziende presenti che hanno fatto conoscere direttamente al pubblico I loro prodotti nei vari laboratori, come ha fatto il Consorzio della Freisa, nominato vitigno dell’anno 2022, Caffè Costadoro, Gelato Silvano o la Buyer che sta sostenendo molti progetti si sostenibilità agricola.