Enosake, a Roma un locale che punta sul sake (e non solo).

Tra le ultime aperture prima dell’estate a Roma Enosake, nuova insegna che punta tutto sul sake e i distillati giapponesi. Un nuovo format ideato da Marco Wu, già titolare di Astemio e Quartino, che dopo la classica enoteca decide di fare il salto e cercare ispirazione ad est.

Il Giappone nel calice, è proprio questo il format di Enosake, la nuova insegna che punta a far conoscere i grandi distillati nipponici voluta e creata da Marco Wu, che dopo Astemio e Quartino, apre a San Giovanni un’enoteca dedicata alle migliori referenze nipponiche.

Un format nuovo che parte dal Sake per abbracciare poi la tradizione giapponese a tavola a 360 gradi. Un focus importante che diversifica l’offerta rispetto alle altre due enoteche romane di Wu, unico punto in comune la molteplicità di etichette tra cui scegliere, sia da portare via che da bere sul posto. Un ampio numero di etichette dunque e una proposta gastronomica di eccellenza. “L’idea alla base di questo nuovo indirizzo è quella di completare quel percorso avviato con gli altri due locali, andando ad approfondire la cultura enologica nipponica, seguendo sempre il nostro consolidato format” racconta Wu.

Da Enosake si può sperimentare il mondo del sake al calice, in abbinamento ai piatti della cucina e qui ogni sake viene presentato e raccontato in base alla tipologia. C’è un sommelier del sake che dialoga con i clienti, li conduce alla scoperta di esperienze diverse, nuove per molti e sicuramente stimolanti. È sempre bello potersi approcciare a nuove materie o vivere il sushi e le ricette giapponesi in un’ottica differente dal classico all you can eat.

Inoltre dopo l’estate, che è stato il rodaggio di Enosake a Roma, sono in programma anche dei corsi di avvicinamento al Sake, un ottimo inizio per poter godere a pieno di un percorso strutturato e immergersi nei sapori del Sol Levante.

Cosa si beve da Enosake.

Qui da Enosake troviamo più di trecento etichette, da gustare e comprare. La formula funziona come negli altri indirizzi di proprietà di Wu: una lista di oltre trecento referenze che, in linea con la filosofia che ha contribuito al successo di Astemio e Quartino, si possono degustare al tavolo o acquistare e portare a casa allo stesso prezzo, che è quello a scaffale, senza ulteriori maggiorazioni, come spesso accade.

Qui si spazia dal sake agli altri distillati del Sol Levante, dalle bollicine internazionali e quelle italiane, tra cui anche rifermentati di Sake per poi toccare un’ampia varietà di gin, vodka, rum e whisky. Non mancano nemmeno i vini bianchi e rossi, e fiore all’occhiello troviamo una cocktail list con drink originali a base di distillati giapponesi. Qualche esempio di drink che abbiamo provato? C’è la Kiyomi Colada, drink tropicale che combina il rum Kiyomi con la dolcezza della purea di banana e la ricchezza cremosa della crema di cocco vaporizzata, lussuoso e rinfrescante; c’è il Jundo, che in giapponese significa “purezza”, dove il gin Roku si uniscono alle note floreali del liquore ai fiori di sambuco, la freschezza dell’estratto di aloe vera e l’acidità del limone, con un effetto di perfetta eleganza. La drink list è ricca e non mancano i cocktail a base di whisky Nikka, come il Miyajima Fashioned, con infuso all’ostrica con lo sciroppo salino, bitter al limone e caviale alcolico, drink ricco e complesso dai sapori marini e note agrumate e infine da provare l’Okinawa mule, una variante originale del classico Moscow mule che unisce la vodka Eiko infusa alle alghe al liquore al melone e alla frizzantezza della ginger beer.

Cocktail che accompagnano benissimo anche il cibo tradizionale, ma che siglano perfettamente l’aperitivo in stile Japan.

Cosa si mangia da Enosake

Siamo su viale Carlo Felice  non molto distanti dalla Basilica di San Giovanni, Enosake si presenta come una classica izakaya, ovvero il tipico locale giapponese, con una proposta di bevuta e di food che confermano l’atmosfera. Un mix di eleganza e informalità, che ti mettono subito a tuo agio: toni caldi, armonia e linee essenziali, l’ambiente è accogliente, raffinato e sofisticato. Colpisce subito il bancone a vista dove lo chef prepara le sue specialità. Per quanto riguarda l’offerta del food nulla di troppo elaborato, ma si segue la strada del classico giapponese prestando grande attenzione alla materia prima scelta. Si parte dalla carne presente a menu, l’Ozaki Beef una tra le migliori carni di Wagyu del Giappone, che viene proposta come carpaccio o cotta direttamente a tavola con il cannello da cucina, grande varietà per il prodotto ittico, c’è il tonno Belfagò, tonno rosso ingrassato tra i più pregiati, da provare sia in tartare che come sashimi.

E non manca ovviamente la parte dedicata la sushi, nigiri (anche con anguilla), gunkan, uramaki e hosomaki, gyoza di vari tipi e anche diversi ramen. Insomma un menu ampio che prova a rappresentare tutte le tipicità di una cucina troppo spesso ridotta a quei soliti piatti oramai stereotipo, che invece merita di essere approfondita in ogni suo aspetto, specialmente quello dell’abbinamento con il sake.

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