Quando parliamo di sicurezza alimentare facciamo riferimento all’insieme di tutte quelle condizioni e quelle misure necessarie a garantire la sicurezza e l’idoneità degli alimenti, in ogni fase della catena alimentare
Gli enormi cambiamenti che hanno interessato il sistema alimentare, caratterizzato non più da uno stretto rapporto tra produzione e consumo, ma nel quale gioca un ruolo fondamentale la lavorazione e la conservazione degli alimenti, pongono oggi nuovi problemi e punti critici da risolvere per garantire la sicurezza alimentare.
Essa rappresenta un tema estremamente attuale, soprattutto perché oggi i consumatori manifestano un crescente bisogno di informazioni.
Gli aspetti da tenere in considerazione sono moltissimi a partire dall’igiene del prodotto, all’igiene di chi lo manipola, agli imballaggi utilizzati, al materiale, agli aspetti microbiologici.
Ciò soprattutto in quei luoghi ed in quelle realtà in cui, per svariati motivi legati a povertà e miseria le condizioni sanitarie non garantiscono un’adeguata protezione alla popolazione presente o dove per cause climatiche e carestie la qualità del cibo diventa assai rischiosa.
Ecco perché la pianificazione territoriale, la creazione di infrastrutture logistiche, l’uso di strumenti politici pubblici sono strategie di primaria importanza per riconnettere i produttori ed i consumatori attorno ai valori e agli obiettivi della sicurezza e della sostenibilità alimentari.
Il legame con l’Economia circolare
Proprio per raggiungere tali obiettivi molto importante è il connubio che si crea tra sicurezza alimentare ed economia circolare.
I consumatori sono più eco-consapevoli che mai e scelgono cibi e bevande con grande attenzione. E l’economia circolare può essere applicata a tutte le fasi: dalla lavorazione dei prodotti alimentari al packaging.
Inoltre tale connubio è utile anche per riconnettere le città alle periferie. Infatti, anche se le zone urbane si espandono sempre di più, i consumatori rimangono vigili sulla provenienza dei prodotti e sulla loro lavorazione.
Il viaggio dei prodotti è un tassello importante della filiera alimentare. La pandemia ha compromesso le importazioni e le esportazioni, bloccando alimenti e quindi sbilanciando la domanda e l’offerta globale e riconducendole a un livello più locale.
Ecco perché le città che sono particolarmente colpite dagli effetti del Covid-19 devono reagire. Per migliorare la vita in modo sostenibile dobbiamo trasformare le modalità in cui il cibo viene prodotto, trasformato, commercializzato, consumato e smaltito, al fine di poter soddisfare le nostre esigenze future senza danneggiare ed esaurire la biodiversità.
Lo scenario originato dalla pandemia
Ebbene durante la pandemia si sono evidenziate possibili nuove modalità di produzione, trasporto, distribuzione, recupero, consumo e smaltimento nelle nostre città.
Pensiamo, per esempio, all’impatto che le nuove disposizioni sanitarie avranno sulla ristorazione collettiva pubblica e privata, sui mercati, sulle mense caritatevoli e per tutti quei luoghi dove il cibo è somministrato. Oppure al ruolo che le nuove tecnologie o il food delivery potranno rivestire nell’influenzare tutti i cittadini.
Scegliere il cibo la cui produzione, distribuzione e consumo rispetti l’ambiente, i diritti dei lavoratori e del consumatore è un’azione che va verso la sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
In tale ottica un’importanza rilevante viene assunta dalla c.d. riconfigurazione “di prossimità” con aziende che hanno scommesso sempre più su un modello di filiera corta sostenibile.
I prodotti derivanti dalla filiera corta sono anche, molto spesso, espressione del territorio in cui nascono, quindi eccellenze gastronomiche.
Adottare il sistema della filiera corta del cibo significa dunque ridurre i passaggi tra produttore e consumatore; portare vantaggi al consumatore in termini di freschezza e qualità del prodotto.