Martedì 3 Novembre ha preso il via la nuova edizione di Ecomondo e Key Energy in programma a Rimini, presso l’Italian Exibition Group, e che si protrarrà, su piattaforma digitale, fino a domenica 15 novembre.
Il settore agro-alimentare necessita di una maggiore diffusione delle produzioni dell’agro-ecologia attraverso la limitazione dei prodotti fitosanitari e dell’incremento della fertilizzazione organica. E’ altresì indispensabile la riduzione delle emissioni di gas serra; l’aumento della produzione biologica e l’incentivazione fiscale per la circolarità nella trasformazione alimentare.
Questa è la proposta che gli Stati Generali della Green Economy hanno presentato per ciò che concerne il settore agro-alimentare, in occasione della giornata inaugurale della fiera Ecomondo.
Il Workshop
Il programma della giornata ha visto, inoltre, il workshop “Green new deal: la strategia farm to fork, filiere agroalimentari smart a basso impatto ambientale”.
“Diventare il primo continente a impatto climatico zero assicurando prodotti alimentari sani, nutrienti e di alta qualità, nel rispetto dell’ambiente e in linea con i principi dell’economia circolare.” Questo l’ambizioso obiettivo che l’Unione Europea intende raggiungere e che vede tra i protagonisti di questa “impresa” anche tutta la filiera agroalimentare italiana.
Ecco il tema principale del workshop, “Green new deal: la strategia ‘Farm to fork’ – filiere agroalimentari smart e a basso impatto ambientale” promosso da Confagricoltura e Federalimentare, con la collaborazione di ENEA.
Durante il webinar è stato ribadito come agricoltura e industria giochino un ruolo centrale nella sfida europea della neutralità climatica entro il 2050. Attraverso la strategia Farm to Fork, infatti, le due filiere dovranno continuare a produrre cibo sano e di alta qualità, rispettando l’ambiente e i principi dell’economia circolare. Una sfida accettata sin da subito dalla filiera agroalimentare consapevole dell’importanza del suo ruolo.
Al webinar hanno partecipato i presidenti delle due associazioni organizzatrici, Massimiliano Giansanti di Confagricoltura e Ivano Vacondio di Federalimentare; il Capo della Unit 1 dedicata alla Farm to Fork all’interno della Direzione Generale SANTE, Alexandra Nikolakopoulou; il DG-Dipartimento politiche europee, internazionali e sviluppo rurale del MIPAAF, Giuseppe Blasi e il prof. Angelo Riccaboni dell’Università di Siena.
Il settore agro-alimentare come attività essenziale
“Il cibo ha una valenza pubblica che non può essere sottovalutata e limitata”. Le due associazioni hanno posto in evidenza come, nel contesto dell’emergenza sanitaria in atto, il sistema agroalimentare sia stato considerato attività essenziale anche dalla Commissione europea.
Ad avviso di Confagricoltura e Federalimentare un piano serio di investimenti nella ricerca, nello sviluppo, nella digitalizzazione e nell’innovazione del mondo agroalimentare, a fronte delle sfide lanciate dalla strategia Farm to Fork, è imprescindibile.
“Occorre coniugare e raccordare gli interventi messi a disposizione dall’Unione europea, definendo un piano organico di riforme ed interventi settoriali, per rafforzare la nostra economia ed il sistema Paese – ha osservato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura -. Le proposte della Commissione sulla strategia Farm to fork devono essere in grado di dare risposte ai nuovi fabbisogni della società che sono da una parte maggiore produttività e dall’altra maggiore sostenibilità ambientale. Il tutto senza però penalizzare il potenziale produttivo dell’agricoltura e del sistema agroalimentare europeo, evitando di aumentare le importazioni da Paesi terzi che applicano regole diverse e meno rigorose. Per tali motivi occorre che si dia attuazione ad un vero e proprio Piano strategico sull’agricoltura italiana”.
Made in Italy e casi studio
Il Made in Italy è sempre più apprezzato anche all’estero. Tanto è vero che, nel primo semestre dell’anno (rispetto all’analogo periodo del 2019), nonostante la pandemia, l’export dei prodotti agricoli è tornato a crescere (+0,6%) e quello dei prodotti alimentari ha confermato la sua crescita pur con un rallentamento (+2,6%).
I casi studio presentati nel corso del webinar su alcune filiere – lattiero casearia (Brazzale SpA), pomodoro (Ort. Soc. Agr. Gandini Antonio S.S.), molitoria (Molino Dallagiovanna Srl) e birra (Cerealinnova) – hanno testimoniato l’impegno dell’agricoltura e del settore agroalimentare sullo sviluppo sostenibile. I risultati raggiunti in questo campo sono molti, soprattutto sul piano della qualità dei prodotti e della sostenibilità ambientale.
Vanno sostenuti gli sforzi delle imprese agricole e agroalimentari; altrettanto imprescindibile è la tutela delle eccellenze Made in Italy, anche in riferimento alla difficile situazione che tutto il mondo sta vivendo.
“L’industria alimentare italiana ha fatto moltissimo negli ultimi anni per la sostenibilità sia in relazione alle caratteristiche nutrizionali dei prodotti che in relazione alla questione ambientale. La sostenibilità però è un concetto ampio e, se è vero che va messa al centro, è pur vero che va considerata in tutte le sue componenti: ambientale, sociale ed economica – ha detto Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare -. Come produttori siamo pronti a giocare da protagonisti la partita ma vorremmo che questo ruolo e gli sforzi fatti finora ci fossero riconosciuti. Chiediamo, inoltre, tutela e riconoscimento per il nostro modello alimentare che non discrimina alcun alimento e per i prodotti Made in Italy che vediamo essere spesso sotto attacco. Il riferimento è ai sistemi di etichettatura come il Nutriscore. Dialogo strutturato con gli stakeholders, misure basate sulla scienza, sistematiche valutazioni d’impatto sulle proposte, gradualità delle misure, sostegno negli investimenti e alle PMI sono, a nostro avviso, gli elementi chiave affinché la strategia F2F possa rappresentare davvero un’opportunità per tutta la filiera e abbia chances per raggiungere gli ambiziosissimi obiettivi che si prefigge”.