Il 16 novembre si celebra la giornata della Dieta Mediterranea, una giornata dedicata alla riflessione sui benefici di uno stile di vita che ha radici profonde nella storia e nella cultura dei paesi del Mediterraneo.
La Giornata della Dieta Mediterranea si celebra ogni anno il 16 novembre. È una vera e propria occasione per riconoscere l’importanza di uno stile alimentare che da secoli caratterizza le culture del bacino del Mediterraneo e che oggi è patrimonio dell’umanità. Dal 2010, infatti, la dieta mediterranea è stata inserita dall’UNESCO nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale, come modello di vita sano e sostenibile, fondato su principi di convivialità, tradizione e rispetto per l’ambiente.
Le origini della Dieta Mediterranea
Le origini della dieta mediterranea risalgono alle antiche tradizioni alimentari del Mediterraneo, e in particolare dell’Italia meridionale. Questa dieta è un patrimonio culturale trasmesso dalle abitudini alimentari degli antichi greci, che introdussero nei territori italiani l’uso di prodotti della terra come cereali, verdure e legumi.
Il concetto moderno di “dieta mediterranea” è stato studiato dal fisiologo americano Ancel Keys. Keys arrivò per la prima volta in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, quando sbarcò a Paestum con la Quinta Armata nel 1944. Colpito dalla dieta dei contadini cilentani, caratterizzata da olio d’oliva, cereali, verdure, legumi, e un basso consumo di carne, Keys decise di approfondire gli effetti di questo stile alimentare sulla salute e fu proprio a Pollica, nel Cilento, che Keys condusse studi sistematici sugli effetti benefici della dieta mediterranea. I suoi studi dimostrarono come la dieta tradizionale del Sud Italia fosse una valida difesa contro le malattie cardiovascolari che affliggevano le società occidentali.
I principi e i benefici della Dieta Mediterranea
La dieta mediterranea si basa principalmente su alimenti di origine vegetale, come frutta, verdura, cereali integrali, legumi, noci e semi. È caratterizzata anche dal consumo di olio d’oliva come principale fonte di grassi, con una moderata assunzione di pesce, carne bianca, latticini e, occasionalmente, carne rossa. Inoltre, un bicchiere di vino rosso durante i pasti può andar bene, sebbene sia facoltativo e sempre moderato.
Questo modello alimentare, originario delle zone rurali di Italia e Grecia, riguarda uno stile di vita sobrio e in armonia con la natura. Studi scientifici hanno dimostrato che questo tipo di dieta riduce il rischio di malattie cardiovascolari, diabete, obesità e cancro, favorendo una vita più lunga e in salute. Infatti, l’alta presenza di antiossidanti e grassi sani, come gli omega-3 del pesce e gli acidi grassi monoinsaturi dell’olio d’oliva, contribuiscono a proteggere il sistema cardiovascolare, riducendo il rischio di infarto e di ictus. Anche i legumi e i cereali integrali, ricchi di fibre, favoriscono un corretto transito intestinale e aiutano a mantenere sotto controllo i livelli di zuccheri e colesterolo nel sangue.
Patrimonio Culturale Immateriale
Il 16 novembre 2010, l’UNESCO ha ufficialmente riconosciuto la dieta mediterranea come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. L’inclusione nella lista UNESCO ha segnato un momento storico, riconoscendo non solo il valore nutrizionale di questa dieta, ma anche la sua valenza culturale, sociale e ambientale.
La dieta mediterranea rappresenta molto più di un semplice insieme di usi alimentari: ingloba uno stile di vita, un sistema di conoscenze, abilità e tradizioni che legano le persone al proprio territorio. Questo patrimonio include non solo il cibo, ma anche le pratiche agricole sostenibili, le tecniche di pesca, le preparazioni tradizionali e le modalità di consumo del cibo, come l’importanza di condividere i pasti in famiglia. Per l’UNESCO, è quindi un modello di equilibrio e benessere che si fonda su valori solidi come la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente. Il suo riconoscimento come patrimonio immateriale è un invito a preservare queste pratiche e a promuoverle in un contesto globale, affinché possano continuare a contribuire alla salute e alla cultura delle generazioni future.